Vetera nova a cura del prof. Giulio Iudicissa: La festa di Sant’Antonio |
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Se quella di S. Francesco, il 25 aprile, chiudeva l’inverno, questa di S. Antonio, il 13 giugno, apriva l’estate |
domenica 14 giugno 2020 12:01 |
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Se quella di S. Francesco, il 25 aprile, chiudeva l’inverno, questa di S. Antonio, il 13 giugno, apriva l’estate. Più modesta, più breve, eppure, sinceramente attesa, sentita, vissuta. Meno impegnativa e meno sfarzosa, non mancava di luminarie, fuochi, banda e bancarelle. Da fanciullo, per me, era festa due volte, perché ci andavo con mio padre. Indossavo l’abitino nuovo, cucito in casa: pantaloncini corti, gilet, camicia bianca e cravattino. Le soste alle bancarelle erano tante: i giochi costavano cento lire e ce n’erano per tutti i gusti. A me piacevano i trenini. Padre, quando mi darai un appuntamento, ti mostrerò come ricordo tutto.
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Giulio Iudicissa
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