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Corigliano-Rossano: Mastro Tonino Capalbo il barbiere ha attaccato le forbici al chiodo
Dopo 60 anni si godrà la meritata pensione.
 lunedì 8 giugno 2020 18:09
Corigliano-Rossano: Mastro  Tonino Capalbo il barbiere ha attaccato le forbici al chiodo Un barbiere che è stato una vera e propria istituzione per lo Scalo di Corigliano, apprezzato non solo per le sue doti professionali e la sua pluridecennale esperienza, ma anche per il suo carattere gioviale ed affabile. Il suo è un lavoro d’altri tempi, basti pensare che quando ha avviato l’attività nel 1970 in paese esercitavano non molti barbieri. La sua è una storia di impegno, passione ed abilità nell’usare lame, rasoi e forbici che ha inizio esattamente 60 anni fa, nel 1960, quando un ragazzino di 13 anni doveva prendere una decisione sul suo futuro lavorativo. Stiamo parlando di mastro Tonino Capalbo. Eppure mastro Tonino ci tiene a precisare : “Il mio approccio con quello che poi sarà il mestiere della mia vita, l’ho avuto all’età di 10 quando facevo il garzone nel salone di mastro Micuccio Sacchetti”. Una puntualizzazione questa di mastro Tonino che mi offre l’opportunità di spendere due parole anche sul barbiere Sacchetti. Altra figura storica dei barbieri coriglianesi, dal suo salone sono passati tanti giovani apprendisti che successivamente hanno aperto l’attività. Ma torniamo a mastro Tonino. All’età di 13 anni andò a lavorare presso il salone del Dopolavoro Ferroviario nella stazione di Sibari. “Uscivo da casa – ci racconta – alle 7.30 del mattino per tornare alle 21. Ho lavorato per quattro anni a Sibari con il maestro Russo, e in quel salone salendo su uno sgabello facevo la barca ai clienti”. Ma all’età di 17 anni per mastro Tonino c’è il salto di qualità. Infatti andò a lavorare nel salone di maestro Eugenio Avato “mastro Genio” a Corigliano Centro zona Sant’Antonio. “Li sono rimasto – afferma mastro Tonino – due anni fino alla partenza per il militare. Devo dire che da mastro Genio mi sono imparato il mestiere”. Capalbo andò a svolgere il servizio militare in Marina per ben due anni, ed una volta tornato apre nel settembre del 1970 allo Scalo in via Nazionale il suo primo salone. Da allora e fino ad oggi ha cambiato tre sedi, ma sempre allo Scalo. Infatti fino al 1995 rimase nel primo locale, poi fino al 2000 rimase in un altro locale ubicato sempre su via Nazionale per poi trasferirsi in quello dove è stato a lavorare fino ai primi mesi di quest’anno in contrada San Francesco. “In tutti questi anni – afferma – tanti sono stati i miei collaboratori, ma di questi ben 12 hanno poi aperto un’attività in proprio”. Dicevamo che mastro Tonino ha lavorato fino a poco prima del covid-19 e dopo 20 anni trascorsi nel salone di contrada San Francesco lo ha donato a colui con il quale ha condiviso gli ultimi anni di attività. Per chi come me che da tantissimi anni ha avuto il privilegio di essere “servito” da mastro Tonino, in questi frangenti rivive momenti significativi di quella che è l’antica dignità del barbiere: egli armeggia il ferro come un chirurgo, il pennello come un pittore, le forbici con la delicatezza di un giardiniere; e ha l’occhio d’un geografo quando studia una faccia scrutandone piccole valli e rigonfiamenti, depressioni e promontori. Dicono che il barbiere chiacchieri troppo. Forse quest’uso risale al tempo in cui il cliente era costretto al silenzio perché aveva in bocca una palla d’avorio che poi cedeva, ancor calda e insalivata, al suo successore. Allora, necessariamente il barbiere parlava per due. Dicono che sia un po’ adulatore. Infatti, a un giovinetto che abbia una peluria quasi invisibile sul viso, egli domanda sorridente: « Barba? », mentre a un vecchio che ha forse quattro o cinque peli sul cranio deserto egli chiede ossequioso: «Capelli? ». Mestiere simpatico, quello del barbiere: quanti uomini dipendono dalla sua abilità e destrezza! Il suo lavoro consiste però non solo nella pratica e nella capacità, ma anche in qualità di riservatezza, di adattabilità ai gusti dei clienti, di comprensione per i loro desideri, di buon umore e di simpatia. Prima di congedarci mastro Tonino ci dice: “Permettimi di ringraziare e salutare tutti coloro che nel corso di questi anni sono venuti nel mio salone per farsi servire. Li ricordo tutti con grande affetto e penso di aver dato ad ognuno di loro la mia professionalità, garbo ed amicizia”.


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