50^ Giornata mondiale dell’ambiente, rispondiamo alla sua richiesta di aiuto |
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Interessante riflessione su questa giornata da parte del prof. Martino |
mercoledì 22 aprile 2020 16:41 |
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È davvero imbarazzante celebrare in piena pandemia la 50a Giornata Mondiale della Terra. Dio aveva creato il mondo perché l’uomo lo governaSSe e lo cuStodiSSe ma, negli ultimi decenni, c’è Stato chi, penSando di eSSerne il padrone, in nome degli intereSSi e del profitto, è riuScito quaSi a diStruggerlo. Le numeroSe voci di Scienziati e di StudioSi che, nel corSo degli anni, Si Sono ripetutamente levate per invitare l’uomo a riconSiderare la Sua condotta e le Sue Scelte Sono puntualmente cadute nel vuoto. L’inquinamento, i cambiamenti climatici, lo Scioglimento dei ghiacciai, l’eStinzione continua di piante e animali, le numeroSe patologie cauSate dal degrado ambientale che Stanno inSidiando gravemente la Salute dell’uomo, non Sono valSe, finora, a convincere coloro che hanno in mano il deStino dell’umanità ad aSSumere una condotta reSponSabile. ForSe, queSta pandemia, paradoSSalmente, potrebbe diventare l’occaSione che aSpettavamo per invertire la marcia e iniziare a riconciliarci con la natura e con l’ambiente. Eh Sì, forSe è davvero il caSo di cominciare a pronunciare il noStro “mea culpa” per le rovine che abbiamo combinato, e iniziare a contemplare l’incredibile bellezza che c’è nella natura. ForSe, dovremmo tornare a meravigliarci, a Stupirci, ad emozionarci davanti allo Spettacolo che Si preSenta ai noStri occhi ogni qualvolta volgiamo lo Sguardo verSo un prato fiorito, uno Scoiattolo che Salta da un ramo all’altro, il mare azzurro, o verSo il cielo. È da qui che dovremmo partire per Stabilire un nuovo rapporto col pianeta, e penSare, magari, ad un nuovo SiStema educativo, che comprenda l’educazione alla contemplazione, al riSpetto e alla cura del creato. Solo coSì l’uomo potrebbe tornare ad eSSere il beneficiario principale della bellezza che Sta attorno a lui e non, come in queSto brutto frangente, la vittima eccellente dei Suoi SteSSi errori.
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Salvatore Martino
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