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Il grido d’allarme dei procuratori Gratteri e Bombardieri sulla gestione dei fondi destinati alle persone bisognose
“Attenzione agli appetiti della ndrangheta. Bisogna vigiliare“
 mercoledì 1 aprile 2020 17:55
Il grido d’allarme dei procuratori Gratteri e Bombardieri sulla gestione dei fondi destinati alle persone bisognose La gestione dei fondi destinati alle persone bisognose per affrontare questo periodo di emergenza legato all’emergenza coronavirus è al centro di due autorevoli interventi da parte del procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, e del procuratore di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri. A tal proposito Gratteri afferma: “Chiedo che gli elenchi di cosiddetti poveri o di piccoli imprenditori che fino a qualche anno fa non pagavano nemmeno la tassa sulla spazzatura e che erano in odore di mafia, siano consegnati per fare dare uno sguardo alla Guardia di Finanza, alla questura o ai Carabinieri. Il controllo – ha aggiunto Gratteri - va fatto “nel mentre”, perché “il sindaco ha fatto un elenco di trecento poveri, di cinquanta commercianti che hanno difficoltà, allora dammi questi elenchi che gli diamo un’occhiata. E’ bene dare ai sindaci i fondi perché si risparmiano molti passaggi, però se il sindaco è un mafioso e un faccendiere, i benefici li dà ai soliti noti e ai clienti elettorali, e gli altri che sono all’opposizione e hanno votato contrario non li avranno”. Per quanto riguarda, invece, il procuratore Bombardieri ha dichiarato all’Ansa: «Ho letto con attenzione l’accorato appello di mons. Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio-Bova, sui pericoli che le organizzazioni mafiose e criminali possano approfittare di questo delicatissimo momento della vita del Paese per mettere in ginocchio, con intimidazioni e usura, il già fragile tessuto economico di questa città e della sua provincia. Voglio subito dire – prosegue il magistrato – che gli Uffici di Procura che dirigo non sono mai stati chiusi, pur in presenza della pandemia, e che la vigilanza delle forze di polizia era ed è rimasta alta, adeguata alla pericolosità della ‘ndrangheta. Fondamentale è il ruolo delle associazioni di categoria, prima di allerta e, quindi, di supporto e di assistenza, che possono svolgere nei confronti dei loro iscritti, per evitare che cadano vittime della ‘ndrangheta. Alla società civile, ai cittadini va la nostra doverosa vicinanza e comprensione, rassicurandoli sul nostro impegno quotidiano a difesa del loro lavoro e dei loro beni e per garantire lo svolgimento in sicurezza di ogni attività, economica, civile e sociale».
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