“La priorità è la messa in sicurezza dei torrenti”, appello di Natale Alonia |
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mercoledì 5 dicembre 2018 12:31 |
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“Nei mesi scorsi si è proceduto al sequestro di alcuni fabbricati che non avevano nulla a che fare con la vicenda in oggetto, quando invece bisognerebbe dare la priorità non ad inseguire costruzioni abusive bensì alla messa in sicurezza dei torrenti, da cui dipende la pubblica incolumità”. È quanto afferma l’imprenditore Natale Alonia, già capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Corigliano, in merito alle ultime situazioni che hanno interessato il territorio in materia di urbanistica ed edilizia. Alonia, da profondo conoscitore del territorio, traccia una disamina della problematica ed indica soluzioni in merito. “È bene anzitutto precisare che Cannata è un fosso e non è mai stato un torrente. La soluzione è semplice ed efficace: basterebbe far defluire lo stesso fosso lungo la strada di contrada Muzzari e farla infine scaricare nel Leccalardo. Il sequestro dei fabbricati di recente avvenuto è servito solo per far rivolgere centinaia di cittadini ai rispettivi avvocati, con conseguenti costi, senza sortire alcunché poiché tali fabbricati nulla c’entrano con la problematica in oggetto. Si è addirittura fatto ricorso a vecchie planimetrie del territorio, fra l’altro non corrispondenti alla realtà, senza tenere conto delle mutate conformazioni del territorio avvenute negli anni. Altro aspetto da evidenziare – dichiara Alonia – è che i tratti del fosso Cannata in questione sono stati chiusi dai privati dietro regolari autorizzazioni e non certo arbitrariamente, nonché dagli stessi enti (Comune, Provincia, Regione, Ferrovie dello Stato), anche con tanto di appositi finanziamenti. Si pensi alla rotatoria che collega via Provinciale, contrada Santa Lucia e via Santo Stefano, allo Scalo cittadino. La verità è che, nel tempo, a Corigliano i fiumi sono diventati torrenti e i torrenti sono divenuti fossi, nell’incuria generale e senza gli adeguati e necessari interventi di manutenzione e messa in sicurezza da parte delle preposte istituzioni”. “Anche per quanto riguarda il Leccalardo, giova precisare che dal 2000 ad oggi si sono susseguite ben 6 alluvioni, senza sortire alcun risultato. Ogni volta si è provveduto ad una sistemazione parziale e provvisoria, che ha finito per danneggiare anziché per risollevare le zone colpite, poiché si è andato ad accumulare tutto il materiale ai bordi del torrente anziché eliminarlo e portarlo via definitivamente. Tale situazione – prosegue l’ex capogruppo di Forza Italia – fa sì che ad ogni piccola pioggia i disagi per l’ambiente e le persone tornano a ripresentarsi di volta in volta, come se nulla fosse successo precedentemente. Altro paradosso è che il Leccalardo è stato fatto scaricare nel Malfrancato, che a sua volta è stato deviato nel S. Mauro. Ci sarebbe tanto altro da dire e da scrivere sull’argomento, e lo faremo a breve, ma quello che occorre oggi evidenziare è l’anomalia della situazione venutasi a creare: si rincorrono costruzioni abusive e non si affronta invece il problema a monte, ossia quello della messa in sicurezza dei torrenti, che è la vera causa dei rischi e dei pericoli per l’intero territorio”.
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COMUNICATO STAMPA
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