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venerdì 13 luglio 2018 18:15 |
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I cittadini avevano ragione nell’ affidarsi alla gestione della propria Amministrazione a quella di Rossano. Io sono stato un sostenitore del no alla Fusione. Oggi, devo dire che i cittadini avevano ragione. Corigliano, non aveva e non ha alcun punto di riferimento, sia sul piano politico che amministrativo. Le indagini sono tali e rimangono tali sino al loro espletamento. Il dibattimento, con le relative sentenze che lo contraddistinguono, fornirà la prova di quanto avvenuto, in questi anni nel nostro territorio. Io, personalmente, non sono un mafioso, ma come appartenente a questo territorio, mi sento tale. Anche io ho concorso a questo degrado politico amministrativo, quindi non posso che sentirmi tale. Io non ho ricoperto mai ruoli amministrativi, ma ho spiegato sempre le mie ragioni della non obbedienza e del rispetto verso le istituzioni. Forse ero formato in tal senso. Oggi, posso affermare, con grande dolore, che Corigliano Calabro, non esiste più, sia sul piano politico che amministrativo. La Colpa, di tutto ciò, deve essere attribuita in uguale misura, tra i cittadini e gli amministratori. Il Fallimento politico amministrativo e sia del centro destra che del centro sinistra. Tutti siamo responsabili. Iniziando, da questo potremo tracciare un nuovo percorso, nel quale non potranno più far parte, persone che hanno portato alla deriva e sull’ orlo del fallimento, un territorio, ricco di grande preziosità. Ai Giovani, va il mio invito a non mollare ed a togliersi di dosso, figure che hanno compromesso, con il modo di fare politica un ‘ intero territorio. Abbiamo devastato e saccheggiato, tutto ciò che ci apparteneva, non solo, quello che poteva appartenere alle future generazioni, senza avere rispetto delle persone e dell’ ambiente. Oggi è arrivato il momento di dare Basta, di iniziare un nuovo percorso, con nuove idee e ponendo gli interessi della collettività al di sopra degli interessi personali. Io non credo che Noi siamo mafiosi, ma grandemente ignoranti. La cultura non è partecipare agli spettacoli, promossi, al teatro o al castello ducale, ma trasferirla. In questo credo che non siamo stati bravi. La scuola ha avuto un ruolo di comparsa. Di tutte queste mancanze, né dovremo rispondere, in maniera disagevole con noi stessi e di seguito, spiegarli ai nostri figli. Noi, in questi anni che seguiranno, al di là dei processi che verranno celebrati, avremo una forte responsabilità, quello di spiegare ai nostri figli la nostra collusione, con il malaffare. Gli adulti ci dobbiamo sentire responsabili del nulla che abbiamo partorito, delle illusioni che abbiamo fornito e principalmente di quello che poteva essere e non siamo riusciti a creare. La Calabria e la Zona di Corigliano, mi risulta essere la California del Sud, noi siamo riusciti a bruciare pure questa opportunità. Insomma siamo riusciti a fare passare l’ impossibile. Un zona invidiata, ad una zona che di mafioso non ha nulla, se non la sua ricchezza, derivante, dall’ agricoltura, dalla pesca e dal turismo. E scusatemi se è poco. Gli altri territori, calabresi e non ci guardano e ridono, pensando tra sé, ma questi ci sono realmente o ci fanno. A questo domanda, non saprei rispondere o serie difficoltà anche io.
Gianni Santelli – avvocato -
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COMUNICATO STAMPA
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