«La sfida di essere grembo»: riflessioni del Movimento per la Vita di Corigliano-Rossano |
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mercoledì 30 maggio 2018 11:21 |
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Il 25 e il 26 maggio 2018 si è tenuta presso la frazione di Schiavonea, nella Parrocchia di Santa Maria ad Nives, l’annuale Assemblea pastorale diocesana della nostra Arcidiocesi. Emblematico il titolo “La sfida di essere grembo”, che richiama tra l’altro i valori alla base del Movimento per la Vita e che racchiude il senso di una Chiesa che sia Madre, che ci nutra e ci accompagni nel nostro cammino cristiano, così come il grembo materno offre cura e nutrimento alla vita del futuro nascituro che porta dentro. Durante queste due giornate ci si è principalmente interrogati su quali siano i mezzi più efficaci che la Chiesa può attuare per trasmettere la fede nelle famiglie e tra i giovani. L’Assemblea è stata aperta dal nostro Arcivescovo Mons. Giuseppe Satriano che ha scelto, per questo importante incontro, il passo del Vangelo secondo Giovanni in cui Gesù sulla croce affida l’apostolo Giovanni e, di conseguenza, tutti noi fedeli a Maria nostra Madre Celeste; in quel momento siamo stati resi pienamente figli di Dio per mezzo del sacrificio del Sangue di Cristo. E dopo più di 2000 anni siamo qui a chiederci, in riferimento al mondo contemporaneo, come conciliare i tesori antichi e nuovi della Chiesa. Non sarebbe ammissibile rinunciare al ricco e prezioso bagaglio della Tradizione, pur di adeguarci ai tempi moderni. E allora, dovendo e volendo salvaguardare i tesori del passato, adattandoli ad un mondo in continua evoluzione, come possiamo ristrutturare la Chiesa Tradizionale? A tali quesiti hanno cercato di rispondere i relatori invitati all’Assemblea. Don Michele Roselli, della Diocesi di Torino, ha introdotto la sua disamina con il versetto di Marco “il Regno di Dio è come un uomo che getti il seme nel terreno, e dorma e si alzi, la notte e il giorno; il seme intanto germoglia e cresce senza che egli sappia come”. Ci troviamo, dunque, dinnanzi ad un triplice mistero: il Regno di Dio che cresce (non si sa come), Dio che si getta ovunque (su qualsiasi terreno) e la presenza di un terreno fecondo nel cuore di ogni uomo. Ciò che emerge è l’idea di un Dio generativo, che non si stanca di accompagnare e nutrire gli uomini e le donne di ogni tempo. Essere grembo nel nostro tempo chiama in causa innanzitutto la comunità. La Chiesa è invitata a risvegliarsi alla fede e ciò implica la conversione della comunità e la conversione degli operatori pastorali. Successivamente, i coniugi Davide e Loredana Musso, provenienti dalla Diocesi di Fossano, hanno illustrato un progetto (di Mons. Giuseppe Cavallotto), nato nel 2007 e avviato nel 2011, per una pastorale pre e post battesimale. Questo progetto, che si avvale di sussidi didattico-educativi, ha come finalità l’accompagnamento dei genitori di bambini fino al sesto anno di età, dalla preparazione al Battesimo, alla formazione del senso religioso dei piccoli e alla loro prima apertura alla fede. Brillantemente acuta è stata, infine, l’analisi esposta dal relatore don Armando Matteo, originario della Calabria e parroco a Roma. Egli, con tono scherzoso e coinvolgente, è riuscito a mettere in risalto problematiche di profonda rilevanza. Si domanda, infatti: “Dove sono finiti gli adulti? Esistono ancora gli adulti?” La sfida della Chiesa di essere grembo deve essere affrontata a partire da una necessaria autocritica e dall’assumersi quelle responsabilità spesso o sempre trascurate. Don Armando intravede nelle generazioni dei nati tra il 1946 e il 1980 una sorta di disconoscimento dell’adultità, in nome del falso mito del giovanilismo, che porta a rifiutare l’esperienza della vecchiaia, della malattia e della morte. Disattendere la propria vocazione all’adultità significa tradire essenzialmente tutte quelle vocazioni generative di cui si nutrono le realtà della famiglia e della comunità ecclesiale. Il primo passo da intraprendere, quindi, è quello di far crescere gli adulti! Questo è un arduo compito se pensiamo ai guadagni economici e mediatici derivanti da questa “cultura dell’immaturità”. Don Armando indica come possibili strade da percorrere proprio quelle suggerite nelle lettere pastorali del nostro Vescovo Giuseppe. E sottolinea, inoltre, l’importanza di tre elementi: la fractio verbi (bisogna leggere e credere di più nella Bibbia), la fractio panis (è la preghiera che ci salva), la fractio vitae (una Chiesa gioiosa). L’Associazione Movimento per la Vita, impegnata nella difesa per la vita in ogni suo aspetto e costantemente chiamata al confronto con un mondo e una cultura in continuo divenire, si pone perfettamente in linea sia con quei principi da sempre promossi dalla Chiesa Tradizionale, sia con l’urgenza di una Chiesa che sappia dialogare con la società odierna, assumendo toni che oggigiorno possano essere da tutti compresi (senza rinunciare chiaramente al bagaglio, anche linguistico e rituale, ereditato dalla Tradizione). Noi del Movimento per la Vita auspichiamo al raggiungimento di un sano equilibrio tra i valori imprescindibili e fondamentali della Chiesa e la sfida che il giorno d’oggi ci chiede di affrontare. Per essere grembo e trasmettere fede e santità ai fedeli, la Chiesa deve aprirsi ai cambiamenti, senza mai rinunciare ai sacri principi che finora La hanno retta e che sempre La reggeranno. Gesù lo ha promesso affidando la Chiesa Sua Sposa alla divina assistenza dello Spirito Santo, fino alla fine del mondo. Più fractio vitae, allora, ma anche e soprattutto più fractio verbi e fractio panis: non solo gioia e festa; ricordiamoci di dare sempre il massimo valore alla Parola di Dio contenuta nelle Sacre Scritture e al potere immenso e santo della preghiera. La Chiesa Cattolica sarà in grado di adempiere, come ha sempre fatto, il Suo ruolo di grembo che dà e nutre la vita, e non dovrà vacillare né temere di perire di fronte alle pressioni provenienti da un mondo in costante mutamento. In veste di delegata del Presidente Natale Bruno, sono fiera di aver rappresentato in questo importante appuntamento annuale il Movimento per la Vita di Corigliano-Rossano. La nostra Associazione, quale punto di riferimento del mondo laico, cercherà sempre di creare punti di raccordo e ponti tra i fedeli di ogni luogo e la Santa Chiesa Cattolica. E davanti ad un popolo sempre più confuso, che sovente stenta ad affidarsi al Signore, noi vogliamo renderci promotori e testimoni di una fede pienamente vissuta e sentita.
Marilia argentino, socia del Movimento per la Vita di Corigliano-Rossano
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COMUNICATO STAMPA
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