Lettera a Nicola e Leone, amici coriglianesi… |
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martedì 10 ottobre 2017 12:14 |
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Carissimi Nicola e Leone, non ci conosciamo perché viviamo in epoche diverse. Nel 1227 siete partiti da Corigliano per raggiungere l’Africa. Insieme ad altri 5 confratelli vi siete recati in quelle zone per portare, a quella popolazione, il Vangelo, la Buona Notizia. In quelle terre lontane avete trovato la morte, uccisi per la vostra fede, il 10 ottobre. Il 22 gennaio del 1516 la Chiesa vi ha riconosciuto Santi. Chissà com’era Corigliano nel 1200, di sicuro era bellissima. In questi giorni però è ferita, perché si sta consumando una “guerra interna”. A colpi di insulti, slogan, calunnie e come se non bastasse, scomodando un altro amico di questa città, Francesco di Paola. Come sarebbe bello se ci ricordassimo del vostro esempio, del vostro Amore per questa terra, di quel sogno di Dio che è il sogno dell’uomo, di costruire la città dell’Amore. Io spero tanto che dopo questo referendum, a prescindere dal risultato, si torni a lavorare insieme per garantire un futuro migliore a tutti. Ci siamo dimenticati dei bambini e degli anziani, delle categorie a rischio, ci siamo dimenticati che vanno garantite cure a tutti, in ospedali dignitosi. Voi non vi dimenticate di noi, restate vicino alla vostra città e perdonateci se abbiamo smesso di amarla. Salutate il “Capo”, non voglio disturbarlo, e ringraziatelo per averci dato questo “paradiso” sulla terra, perché non esiste posto più bello di questo.
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Francesco Caputo
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