Ciao, Emerito Don Flaminio! |
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giovedì 7 settembre 2017 19:07 |
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Ci aspettavamo tutti che Tu fossi eterno…eterno come la fede in Cristo che Tu ci hai insegnato, con quel Tuo modo di condurre alla Fede con umiltà e perseveranza, perché Sei stato un Uomo umile, un grande Uomo. Caro Don Flaminio, i nostri cuori piangono. Ci hai lasciati alla chetichella, quando non ci aspettavamo ancora un Tuo distacco. Sei stato il primo prete che abbiamo conosciuto nello Scalo, sei stato il promotore del moto dei giovani nella Chiesa, quella chiesa che tu hai tanto amato e che hai fatto crescere fino a farla sdoppiare, creando la chiesa dell’Immacolata che noi chiamiamo ancora “chiesa grande “. E ci hai visto crescere sin dal battesimo, ci hai accolti nell’asilo che reggevi nei locali della sacrestia, ci hai fatto da insegnante nella scuola media Tieni, ed hai fatto in modo che noi ragazze stessimo in chiesa per il canto ed i ragazzi per servire la messa e per indossare le vesti delle guardie svizzere…che colori smaglianti, quei costumi! E sempre per i maschietti, creasti una squadra di pallone, gli stessi che portavi a turno al mare nella Tua 500 celestino. E col pretesto delle attività, noi giovani, non c’era giorno in cui non venivamo in chiesa…perché ci facevi sentire indispensabili, come indispensabile era per me venire alla prima messa mattutina per leggere sull’altare e poi, insieme, scendere verso la scuola. Con te, tutti felici, passavamo interi pomeriggi e la stessa cosa successe poi, coi nostri figli. Sposando molti di noi, avesti la capacità di accogliere anche i nuovi ragazzi per continuare la Tua nobile opera dell’accoglienza. E con Giorgio Maglio al pianoforte, le nuove ragazze intonavano i cori della messa; mentre i ragazzi Ti facevano da chierichetti come già le loro mamme e i loro papà. Perpetuo…il tuo operare nella società è stato perpetuo, instancabile e ostinato. Tutti siamo stati toccati dal Tuo cuore buono e per noi tutti sei stato quella presenza costante e rassicurante che in adolescenza o nei momenti critici dell’età adulta, è figura essenziale. E dopo il tuo “forzato” pensionamento, temevamo che non avessimo più potuto godere di questa presenza fondamentale…ma, nella Tua consueta umiltà e per il Tuo attaccamento a Corigliano, ci facesti il dono di ritornare ad operare nella chiesa Piccola di Santa Maria delle Grazie per concessione del buon Don Vincenzo Ferraro. E lì hai continuato quell’opera pastorale mai interrotta, ed eri commosso quando venivi chiamato per celebrare le messe funebri dei tuoi amati parrocchiani (come avvenne per la mia mamma)…perché Ti sentivi onorato, quando invece, ci sentivamo noi onorati e confortati dalla Tua santa presenza. Lo Scalo cittadino sta perdendo inesorabilmente i suoi “pezzi” più belli, e con la Tua dipartita dobbiamo girare un’altra bella, importante pagina della nostra storia. Guidaci ancora da lassù, caro Don Flaminio nostro.
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Maria Golluscio
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