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Pucci: “Fusione, dibattito stucchevole. Che fine ha fatto il PSA?”
L’ex assessore della giunta Straface pone alcune questioni sullo sviluppo territoriale ed evidenzia limiti e lacune alla vigilia del referendum
 domenica 16 luglio 2017 11:13
Pucci: “Fusione, dibattito stucchevole. Che fine ha fatto il PSA?” “È fuor di dubbio affermare che chiunque, indistintamente dalla rispettiva appartenenza partitica o dall’idea politica di riferimento, in quanto cittadino della Sibaritide, non può che definirsi strenuo difensore di un’agognata idea di sviluppo territoriale della Sibaritide e, pertanto, favorevole a qualsiasi forma di allargamento dei propri confini municipali nell’ottica di un ampio e condiviso progetto di unione armonica e coordinata tra più realtà. Esattamente tutto quello che, purtroppo, manca nel dibattito in atto sulla cosiddetta ‘fusione’ tra i Comuni di Corigliano Calabro e Rossano”.
È quanto sostiene Giuseppe Pucci, già assessore all’Ambiente nella precedente Amministrazione comunale guidata da Pasqualina Straface nonché esponente storico del Centrodestra coriglianese. L’imprenditore, nel suo intervento, rammenta la totale ‘dimenticanza’ del PSA (Piano Strutturale Associato), per il quale tanto impegno è stato profuso dall’ex compagine governativa e che oggi sembra essere caduto nell’oblio.
“Giorno dopo giorno, si ha la sensazione – dichiara Pucci – di assistere ad un dibattito stucchevole, sia nella forma che nei contenuti, sulla questione ‘fusione’. Personaggi schierati per il Sì e altri per il No cercano visibilità sugli organi d’informazione, a mo’ di tifo da stadio, senza però quasi mai entrare nel vivo delle argomentazioni o piuttosto promuovere un incontro-confronto tra le diverse parti. Eppure, col referendum del 22 ottobre prossimo i cittadini di ambedue le realtà comunali saranno chiamati a decidere del proprio futuro, e quindi sarebbe stato opportuno arrivare a questo importante appuntamento in modo documentato e scevro da pregiudizi d’ogni sorta. Ci si sofferma genericamente sui finanziamenti previsti in caso di esito positivo, ma nulla di più, dando così l’impressione, tangibile nella popolazione, che più che ad una ‘fusione’ Corigliano stia andando incontro ad una semplice ‘annessione’ alla vicina Rossano”.
“Com’è possibile – si chiede l’ex assessore Pucci – affrontare una questione di siffatta entità senza incentrarla sul PSA, unico strumento di sviluppo territoriale per il quale tanto ci siamo battuti nel recente passato? Uno strumento efficace che mirava a coinvolgere anche i viciniori centri di Cassano, di Crosia e di Calopezzati e prevedeva un graduale iter. Basti ricordare, a tal proposito, che a distanza di pochi giorni dal suo insediamento, l’allora Sindaco Straface s’incontrò col collega di Rossano, Filareto, per discutere insieme di tutti i principali progetti afferenti il vasto territorio della Sibaritide: il Piano Strutturale Associato (PSA), il Sistema Turistico Locale (STL), l’Area Urbana Corigliano-Rossano, i due Piani Strategici, la questione dei rifiuti, ecc. I due Sindaci erano concordi sul fatto che bisognava creare dei servizi cerniera fra le due città e che sarebbe stato opportuno continuare l’intrapreso lavoro congiunto fra la cabina di regia (con sede a Rossano) e l’ufficio del Piano (con sede a Corigliano), nonché sulla necessità di aprire un tavolo comune sulle principali problematiche del territorio. Inoltre, nel 2011, fu proprio la medesima Amministrazione a promuovere un pubblico convegno al Castello Ducale sul tema “Un solo indirizzo per oltre centomila cittadini”. Ecco perché è impensabile parlare oggi di ‘fusione’ solo per partito preso o per sentito dire, ignorando l’importanza strategica di uno strumento di sviluppo qual è il PSA, capace di veicolare al meglio anche il futuro di infrastrutture già esistenti, come il Porto di Corigliano, e di quelle in divenire, come l’auspicato Aeroporto”.
“La Legge Urbanistica della Regione Calabria (L. R. 19/2002) – spiega Pucci – introduce infatti il Piano Strutturale in forma Associata (PSA) con l’obiettivo di “accrescere l’integrazione fra Enti locali limitrofi con problematiche territoriali affini e promuovere il coordinamento delle iniziative di pianificazione nelle conurbazioni in atto, con conseguente impegno integrato delle risorse finanziarie” (art. 20 bis). Il Piano Strutturale Associato della Sibaritide mirava a rappresentare il principale strumento di pianificazione e governo del territorio ricadente nell’ambito dei Comuni associati. Tale esperienza s’inseriva all’interno di una politica di pianificazione e riordino del territorio regionale capace di favorire l’associazione fra Comuni per la redazione di un Piano Strutturale in associazione. Tale esperienza puntava inoltre ad innegabili vantaggi: migliore e più efficace governo del territorio i cui caratteri di omogeneità travalicano spesso i confini comunali; costruire programmi di sviluppo locale in grado di utilizzare al meglio risorse che acquistano valore solo ad una scala sovracomunale; possibilità di realizzare e gestire in associazione servizi ed infrastrutture che richiedono, per essere economicamente realizzabili, soglie di popolazione che spesso i piccoli comuni da soli non raggiungono. In tale direzione, ci eravamo mossi congiuntamente, condividendo potenzialità e criticità legate alla salvaguardia e valorizzazione della fascia costiera, alla razionalizzazione delle infrastrutture viarie, alla gestione dell’attività agricola e del settore turistico. Oggi, fare a meno di questo immenso patrimonio, qual è appunto il PSA, equivale a parlare, di fatto, semplicemente di aria fritta e non di una seria programmazione del territorio”.
    COMUNICATO STAMPA
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