SIINARDI: i “trucchetti” del referendum e gli scienziati della fusione… |
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sabato 8 luglio 2017 13:57 |
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Negli ultimi mesi sicuramente avrete notato il proliferare di una nuova categoria di abitanti della nostra Città, spuntati alla stessa velocità con la quale gemmano le zagare in primavera. Qualcuno li ha già definiti gli “scienziati della fusione”. Non tutti, per carità, anzi. Diversi soggetti pro-fusione (la minoranza, in realtà) hanno dimostrato di conoscere compiutamente l’argomento mentre, purtroppo, l’assoluta maggioranza (molti dei quali spuntati letteralmente dal nulla) padroneggia la normativa sulla fusione con la stessa naturalezza con la quale un miliziano dell’Isis declamerebbe a memoria i brani del Vangelo di Matteo. Un’insignificante frazione percentuale, invece, non possedendo un quoziente intellettivo sufficiente a permettergli di argomentare in qualche modo, ha pensato bene di sostituire il confronto democratico con il dileggio. Ma stiamo parlando, per intenderci, di personaggi che non riescono a pronunciare nemmeno correttamente il loro nome e, quindi, è più che doveroso compatirli, anche per carità cristiana.
Detto ciò, è assolutamente necessario fare un pò di chiarezza sull’argomento fusione in modo da diradare i maestosi banchi di “fuffa” ed “aria fritta” creati ad hoc da molti soggetti a favore ed i quali limitano, volutamente, la visibilità necessaria a tutti quei cittadini ancora poco informati.
Innanzitutto vorrei manifestare pubblicamente tutta la mia solidarietà al Consigliere Caravetta, firmatario del ricorso al Tar in opposizione al referendum. Caravetta è uno dei consiglieri che conosco meno ma, bisogna ammettere, che se non altro ci sta mettendo la faccia e, finalmente, ha tolto di mezzo lo spesso velo d’ipocrisia che da sempre circondava l’argomento tra i banchi dei consiglieri di maggioranza. Diciamoci la verità, una parte dei consiglieri geraciani l’idea di fare diventare Corigliano una contrada di Rossano non riesce proprio a digerirla. Il problema è che tale fusione venne votata in consiglio comunale come “ordine di scuderia” (per fare contento qualcuno che ha 2 piedi in 2 scarpe, evidentemente) ma né Geraci né, tantomeno, i consiglieri di maggioranza per nulla convinti della fusione si sarebbero mai aspettati tutta questa fretta da parte di Rossano. E, invece, avrebbero dovuto prevederlo per tempo, perché le premesse c’erano già tutte. Ma non mi sembra affatto tardi per rimediare.
Prima di entrare nel merito della fusione (in un prossimo comunicato) bisognerebbe spiegare previamente ai Cittadini Coriglianesi il modo in cui si andrà a votare, ovvero i “trucchetti tecnici del referendum” che i soggetti/comitati a favore della fusione, ovviamente, ben si guardano dal comunicarvi.
1) Il primo: la fusione sarà “irreversibile”. Comunque vadano le cose successivamente ad una ipotetica vittoria del “sì”, non si potrà più tornare indietro. Per nessun motivo e nessuna ragione. Tenetelo bene a mente perché poi si potrà solo piangere sul latte versato.
2) Il referendum è “consultivo” e, quindi, non ha alcun valore vincolante. Ovvero, qualora vincesse il “sì” l’amministrazione comunale potrebbe decidere comunque di non procedere alla fusione o, al contrario, se vincesse il “no” potrebbe fondersi ugualmente. Il referendum consultivo è talmente privo di senso (visto che non vincola legalmente chi ci governa in alcun modo) che a livello nazionale ne è stato fatto uno solo, nel 1989.
3) Il referendum non prevede il “quorum”, ovvero che si rechi al voto almeno una percentuale minima degli aventi diritto, ai fini della validità dello stesso. Ciò significa che se il 22 ottobre dovessero andare a votare anche solo 10 persone delle quali 6 a favore del “sì”, allora queste sole 6 persone finirebbero per vincolare un intero territorio di 80 mila abitanti. E’ per questo che, il prossimo 22 ottobre, chi è per il “no” deve recarsi comunque a votare per fare “pesare” maggiormente la sua volontà.
4) Ma la caratteristica più grave, e che tutti vi tacciono, è che ai fini della vittoria dei “sì” e dei “no” non conteranno le volontà espresse dalle singole Città ma verrà considerata la maggioranza dell’intero bacino d’utenza. Esempio: mettiamo che a Rossano vinca il “sì” con 100 voti, con il “no” piazzato a 70, e che a Corigliano vinca invece il “no” con gli stessi 100 voti ma con il “sì” piazzato ad 80, allora si considererebbe il totale dei voti del bacino e quindi vincerebbe il “sì” per 180 a 170. In questo caso Corigliano verrebbe annessa forzatamente al Comune di Rossano, pur avendo espresso voto contrario a maggioranza. E’ questa la vergognosa e antidemocratica fattispecie che ha interessato il Comune di Spezzano Piccolo il quale votò contro l’istituzione del Comune di Casali del Manco ed è stata, nonostante tutto, annessa per forza e costretta a ricorrere alla giustizia amministrativa. Ed è questa la caratteristica del referendum che molto spesso viene taciuta ai Coriglianesi.
“Irreversibile”, “Consultivo”, “Quorum”, “Bacino d’utenza”. Senza nemmeno entrare nel merito, basterebbero già tali 4 caratteristiche del referendum a giustificare un secco “no” alla fusione.
Pensateci bene perchè la fusione si potrà sempre fare mentre, al contrario, una volta fatta non si potrà più tornare indietro.
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COMUNICATO STAMPA
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