SIINARDI: Comune senza una lira in cassa, per Geraci il dissesto è dietro l’angolo? |
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lunedì 12 giugno 2017 13:11 |
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Che il Comune di Corigliano, guidato da Giuseppe Geraci, sia oramai “al verde” non è di certo più un segreto per nessuno. Chi è abituato a leggere e seguire i miei comunicati stampa, sa bene di come il sottoscritto abbia già anticipato, a partire almeno da un anno e mezzo fa, le numerosissime criticità economico-finanziarie del Comune di Corigliano, così come viene gestito da Geraci. Il problema è sempre quello, Geraci sembrerebbe spendere più di quanto incassi. E questo è sempre stato un problema per l’Amministrazione Geraci, fin da subito. Pensate che ogni mese, il Comune di Corigliano, spende circa 1 milione di euro solo per effettuare 2 singoli e semplici pagamenti: lo stipendio dei dipendenti comunali e quello della Ecoross per il servizio di igiene urbana. In un anno, e solo per questi soli 2 pagamenti, il Comune spende circa 12 milioni di euro, escluso tutto quanto il resto, ovvero: trasporto scolastico, manutenzione reti idriche e fognarie, manutenzione stradale, illuminazione pubblica, depuratori, canile eccetera, eccetera, eccetera, eccetera. Dall’altro lato, il Comune di Corigliano incassa a competenza per Imu, imposta sulla pubblicità, Tosap, Tari, fondi perequativi e così via a malapena 14,9 milioni. Per il resto deve fare affidamento ai trasferimenti ed a quei 4 spicci che entrano per il servizio idrico e le multe per violazioni al codice della strada. In una normale famiglia che si fa quando in un anno si prevede di spendere 20’000 euro a fronte di entrate per 15’000? Semplice, o si tagliano 5’000 euro di spese oppure qualche membro della famiglia aumenta i guadagni di ulteriori 5’000 euro. Geraci, invece, cosa fa? Non solo non aumenta significativamente le entrate ma, se possibile, invece di diminuirle aumenta pure le spese. Mentre nell’anno 2015, infatti, Geraci aveva impegnato per le spese correnti 20,6 milioni di euro, nel successivo anno 2016, invece, le spese correnti hanno raggiunto la stratosferica vetta di 25,2 milioni, ovvero 4.600.000 euro in più rispetto all’anno precedente. Quanto potrà durare ancora questa situazione? Ben poco, ovviamente. Tanto più come nell’appena trascorsa annata 2016 il Comune pare non abbia ottenuto alcuna ulteriore anticipazione di liquidità (prestito) dalla Cassa Depositi e Prestiti per pagare i vecchi debiti né avrebbe bisogno, così come specificato in un comunicato stampa ufficiale dell’amministrazione, di utilizzare un’eventuale fido di Tesoreria (bisogna poi vedere se il fido non lo usano perché non vogliono oppure perché non possono). Meno male. Ma non ci vuole di certo l’Ispettore Derrick, o Agata Christie, per capire che Geraci e compagnia sono rimasti senza una lira. A tale scopo basta farsi un semplice e distratto “giretto” sull’albo pretorio per avere contezza di come diversi fornitori dell’Ente non vengano pagati, oramai, da diversi mesi e mi riferisco in particolar modo alle fatture più consistenti quali quelle relative al pagamento del servizio di raccolta rifiuti, dell’illuminazione pubblica, del canile privato senza contare l’eventuale utilizzo dei fondi vincolati i quali, in ogni caso, dovranno essere ricostituiti. A ben poco basteranno, dunque, i circa 2,2 milioni di euro in ingresso con l’Imu dopo il prossimo 16 giugno e la quota parte del fondo perequativo, per circa ulteriori 2 milioni, in arrivo quest’estate tanto più che, alla data odierna, solo per le fatture di Ecoross, illuminazione pubblica e canile il Comune sembrerebbe avere accumulato (e solo relativamente alle fatture Gennaio-Maggio 2017) circa 2,8 milioni di euro di debiti… se a ciò aggiungiamo gli oltre 540 mila euro che ogni mese se ne vanno per gli stipendi dei comunali, tutte le altre fatture relative ad altri servizi rimaste in arretrato e l’eventuale ricostituzione dei fondi vincolati potrete capire molto bene per quanti nanosecondi quei 4,2 milioni di euro dell’Imu e del fondo perequativo resteranno nelle casse del Comune. Nel frattempo, e come se non bastasse, al Comune continuano ad essere recapitati pignoramenti su pignoramenti, tra l’altro anche per debiti fuori bilancio già riconosciuti e, evidentemente, mai pagati per mancanza di fondi. E’ del tutto ovvio, dunque, come il molto più che prevedibile e naturale “finale” di un’amministrazione che spende più di quanto incassi non possa che essere il “default”. E, del resto, nelle prossime settimane, e a tale proposito, ne sapremo qualcosa in più.
Dott. Enzo Claudio Gaspare SIINARDI
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COMUNICATO STAMPA
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