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Necessità della conclusione del processo di fusione e sorte degli uffici (Commissariato di Polizia ed ASP). Cosenza si muove e noi al palo
 mercoledì 10 maggio 2017 20:53
Necessità della conclusione del processo di fusione e sorte degli uffici (Commissariato di Polizia ed ASP). Cosenza si muove e noi al palo Alla luce degli scritti prodotti, con tutte le perplessità annesse che ho potuto creare in chi leggeva (e legge), mi accingo a concludere con questo terzo documento il mio “endorsement” per la fusione, che ritengo, ancora oggi, un vantaggio importante ed imprescindibile per le nostre comunità. Vantaggio che potrà concretizzarsi solo se associato ad oculatezza e razionalizzazione delle spese amministrative, ed anche, mediante la realizzazione di un progetto di crescita valido in concerto con la Regione Calabria (passaggio parecchio arduo).

Tra le cose che più in assoluto vanno contrastate tra coloro che si interessano alla questione (sia per i favorevoli che i per i contrari), vi è il sistema di pensiero che definisco “oscurantistico” degli oppositori e, nello specifico, l’elucubrazione di coloro i quali dicono “… non so cosa verrà dopo la fusione!!!...”. Bene, non dovrebbe esserci nessun alterco metafisico (credo), ad ogni buon conto, per fortuna, c’è internet, ci sono i telefoni, ci sono fior fiori di studi di fattibilità, ci sono Comuni (del sud ed indebitati come noi) che già da anni hanno intrapreso questo percorso e molti, moltissimi altri documenti che ci vengono in soccorso, per cui, anziché stare nel “porto sicuro” (che tanto sicuro non è) ci si avventuri nella ricerca e nella conoscenza effettiva dei pro e dei contro di tale passaggio amministrativo senza usare termini e locuzioni di epoca medioevale. Nessuno va demonizzato ma l’illuminismo è arrivato da tempo.

Ed ora, per tutti gli amanti delle “coincidenze”, eccovi il piatto forte, anzi, la prova provata che senza la fusione soldi non ne gireranno più, ossia, la proposta di fusione Cosenza – Rende. Ebbene si, i buoni abitanti della provincia, per mezzo dei loro rappresentanti, viste le “vacche magre” delle casse comunali bruzie (bloccate) ed un buco nel bilancio (da fare spavento più di un film di Dario Argento) hanno deciso, per avere qualche soldo dallo Stato, dalla Regione e dal loro gettito tributario (perché loro i conti sanno farseli bene contrariamente a noi) di seguire la strada che tutta Italia sta seguendo. La fusione. Chi scrive già rimarcava il progetto “oscuro” tra Cosenza, Unical e Rende (il nostro ospedale non si fa, l’ospedale dell’Annunziata diventerà policlinico per poi avere la facoltà di medicina a Rende) ma, come dire, sono solo congetture (!). Chi scrive è conscio, ora più che mai, che bisogna essere davvero “ciechi” per non capire cosa sta accadendo, ma, ormai, sono stanco anche di riscriverlo, per cui a buon intenditore poche parole.

La cosa che nel tempo ho imparato è che lo Stato quando vuole incentivare qualcosa te lo fa capire in maniera molto chiara (ad esempio: le politiche di sostegno all’emersione dei capitali evasi, ossia, porta in Italia il malloppo che non ti facciamo nulla, alla faccia di chi paga le tasse, oppure, i premi ai pentiti, dicci tutto che ti rifacciamo una vita nuova), nel caso della fusione sono stati prodotti almeno 6 o 7 articoli di legge che spingono fortemente i Comuni a fondersi e solo chi non legge non potrà individuarli. A riprova di quanto scrivo ( e di quanto ho già scritto) riporto l’ultima legge che in questa sede ci interessa, la n. 135 del 2012, all’art. 20, così recita.

“1-bis. A decorrere dall’anno 2016, il contributo straordinario a favore degli enti di cui al comma 1 è commisurato al 40 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010, nel limite degli stanziamenti finanziari previsti e comunque in misura non superiore a 2 milioni di euro per ciascun beneficiario. Con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell’interno, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, sono disciplinate le modalità di riparto del contributo, prevedendo che in caso di fabbisogno eccedente le disponibilità sia data priorità alle fusioni o incorporazioni aventi maggiori anzianità e che le eventuali disponibilità eccedenti rispetto al fabbisogno determinato ai sensi del primo periodo siano ripartite a favore dei medesimi enti in base alla popolazione e al numero dei comuni originari.” (comma introdotto dall’art. 1, comma 18, legge n. 208 del 2015).

In sostanza la convenienza c’è ma va pianificata con la Regione (la vera scommessa).

Tra i vantaggi derivanti dalla fusione troviamo il sicuro aumento delle forze di polizia sul nostro territorio. Esatto, i “commissariati distaccati” sono presenti in luoghi particolarmente ampi e popolosi (contrariamente ai commissariati sezionali che si trovano nelle grandi città), ed una (ipotetica) realtà coma la nostra di 80.000 abitanti, con una grande estensione territoriale non potrà non essere potenziata a dovere, prima che mi dimentichi, Vibo e Crotone hanno circa 300 uomini ciascuna a disposizione (complimenti ancora a chi non portò avanti il processori provincia unica per proteggere “l’identità territoriale”). Almeno adesso abbiamo trovato un vantaggio sicuro che sappiamo “dove ci porta”.

Voglio farmi del male, sono consapevole che la sanità è la cosa che più mi turba ed è per questo che mi preme scriverne. L’argomento è, rullo di tamburi … la suddivisione dei distretti ASP.

Cari amici la suddivisione della costa Ionica è la seguente: Jonio sud, con Rossano, fino a Cariati passando da San Giovanni in Fiore (!) e poi Jonio nord con Corigliano, fino a Montegiordano passando da Cerchiara (!). Chi ci capisce è un genio tipo Einstein. Se è vero che le attività ambulatoriali sanitarie vengono svolte nei relativi distretti, mi spiegate come si dovrebbe fare a garantire un servizio adeguato con le visite specialistiche? cioè, un qualunque cittadino di Montegiordano, corre il rischio di dover arrivare a Corigliano (o viceversa) se l’ufficio non è munito del servizio che occorre (rinnovo patente, visita per Handicap o invalidità, servizio veterinario ecc. ecc.). Volete farmi credere che due poli ASP come Corigliano e Rossano debbano restare divisi? Sapete quali sono state le risposte dopo che era stato sollevato il “polverone”? Provvederemo a migliorare la situazione. La solita “favoletta” per calmare le acque e poi tutto come prima. E volete sapete chi ha l’onere della suddivisione dei distretti?... Momenti di “suspence” … le Regioni in concerto con le Province (D.Lgs. 502/92), e poi nessuno mi venga a dire che Cosenza non ha responsabilità nel nostro declino.

Ora sto per darvi una buona novella, in caso di fusione, il polo ASP Corigliano – Rossano sarà unico ed indivisibile e, pertanto, si dovrebbe creare un ulteriore distretto (quindi dovremmo avere distretti ASP: Jonio Sud, Jonio Centro e Joinio Nord)e, quantomeno, potenziare il nostro per la densità di abitanti e la sua estensione geografica, con probabile riduzione degli inconvenienti per i comuni al confine. Questa è la speranza ma il condizionale è d’obbligo. Ed anche qui sappiamo cosa porterà di buono la fusione.

Ho buone notizie anche per gli amanti dell’identità Coriglianese. L’art. 16 co. 6 del TUEL, attribuisce direttamente al Comune il potere di creare la figura del “Municipio”. Tale istituto, alla quale possono essere demandati poteri di ampia natura (anche di consultazione obbligatoria in seno a decisioni della giunta comunale), prevede la tutela del cittadino, ossia, svolge una funzione di ufficio decentrato con l’obbligo di fornire servizi ed aiuto all’abitante del luogo. Per avere uno stato di famiglia o un certificato di residenza non si dovranno andare a percorrere inutili chilometri poiché con l’istituzione dei Municipi i servizi (come per legge) andranno obbligatoriamente ottimizzati anche con l’uso di strumenti informatici (ed era ora), con buona pace di chi temeva la perdita di identità. A Corigliano (ed a Rossano) ne individuerei, a mio modesto parere, almeno 3: Paese, Scalo e Marina (Sant’angelo per i nemici che, a ben vedere, nemici non sono).

Intendo spostare l’attenzione su una questione di non poco conto, le elezioni regionali e nazionali alla luce di una eventuale fusione (tema caldissimo). Come ogni ciclo elettorale si vedono dalle nostre parti (Corigliano e Rossano) politici non del luogo (cosa da non sottovalutare) mai visti prima, degli illustri sconosciuti che con proclami in pompa magna promettono questo e quello (solita 106 bis, ospedale, servizi, tribunale ecc. ecc. roba vecchia ormai), consci che un bacino di voti come il nostro è molto importante. Ora, immaginate per un attimo di avere un totale di circa 80.000 preferenze e di poter dire a chi viene a chiedere voti la seguente frase “Siamo spiacenti abbiamo un nostro candidato, del luogo e che conosciamo, purtroppo qui, DA OGGI, funzione così”. Quasi certamente questa frase qualcuno l’avrà già immaginata, altrimenti non mi spiego l’attenzione particolare che hanno a Cosenza per i nostri territori in

procinto di fondersi. Qualcuno dorme male sapendo che forse certe “pippe” non può più propinarle e neanche 10 Kg di valeriana servono a calmare.

La vera scommessa, ad oggi, è la modifica della legge Regionale che rappresenta una normativa, purtroppo, ancora molto debole, tuttavia, non possono essere dei soggetti terzi ed incompetenti a decidere il nostro destino.

Sono fortemente convinto che alcuni dei politici (o politicanti) che sono contrari ala fusione portano dentro di loro un segreto recondito ed anche malcelato, sono sicuro che questi signori temano, in caso di aumento del bacino elettorale, di non avere una piccola poltrona nella casa Comunale, temono che nessuno li prenda più in considerazione rischiando di scomparire totalmente dai “radar” della politica. Pensiero di chi scrive, destituito di ogni fondamento probatorio e nella consapevolezza che si tratti, fortunatamente, di una piccola minoranza.

Daniele Torchiaro
    COMUNICATO STAMPA
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