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Le prossime elezioni comunali devono essere nel segno della discontinuità e del cambiamento
 martedì 21 marzo 2017 13:19
Le prossime elezioni comunali devono essere nel segno della discontinuità e del cambiamento Per prima cosa un no secco ad alleanze politiche con chi vorrà pretendere che l’appoggio al futuro candidato sindaco, seppure attraverso delle primarie pilotate sia moneta di baratto per restare a galla sulla scena politica locale o quanto meno vedersi tutelati i propri interessi a discapito di quelli della città. La storia politica locale è piena di persone e di esempi che ci inducono a pensare questo, uno tra tutti, quei politici che in tutti questi anni hanno veicolato e condizionato le decisioni dei tanti sindaci succedutesi alla guida della città per portarsi a casa vantaggi economici e poltrone che difficilmente li avrebbero ottenuti nella vita sociale. Da questo andazzo, non se ne salva nessuno, nemmeno gli esponenti del PD o i tanti scissionisti di questi giorni ridotti ad una tormentata galassia della sinistra con capi e capetti che oggi, dopo le loro giravolte, al continuo riciclarsi per non soccombere dalla scena politica, ai nomi fantasiosi dati ai nascenti movimenti e partitini scoprono i bisogni del popolo. A leggere i loro scritti li possiamo collocare a pieno diritto nel variegato mondo dei populisti, basta dare una lettura per esempio alle prese di posizione dell’Avv. Iacino, che seppure lodevoli, solo adesso scopre che questa classe politica, anche la sua, non garantisce il diritto alla salute, al lavoro, all’istruzione, una classe politica miope ed assolutamente incapace, a dir suo di governare ed amministrare la città. Non sono stato io ad avere ostacolato e tenuto lontani dalle sezioni le rivendicazioni che esprimevano le masse, oggi maggioranza nella città ma che purtroppo tardano a concretizzarsi in forme di lotta. Non sono stato io a non aver voluto rinnovare le forme e le strutture dei partiti per tempo al fine di renderli accoglienti ed inclusivi nei confronti delle nuove soggettività, delle nuove istanze, delle nuove modalità espressive che ha portato gli stessi partiti a quel processo inevitabile di degenerazione, di corruzione, contribuendo a farci vivere la politica con distacco, tanto da arrivare a rifiutarla dal contesto sociale. Solo adesso, dopo la scissione, ci si accorge che è vitale costruire le basi per un intervento in profondità ed essere i veri soggetti politici alternativi al centro destra, il problema oggi è con chi intraprendere la strada. E’ il momento di chiamarci all’unità e alla lotta, il POPOLO della città, deve incominciare a non fidarsi come si fa nei momenti più ardui e difficili di quei personaggi che hanno ostacolato il raggiungimento degli obbiettivi. Il problema decisivo di ogni Rivoluzione e di ogni politica Rivoluzionaria sono le persone che si vogliono imbarcare per intraprendere un percorso amministrativo nuovo, momento decisivo per la trasparenza di tutto ciò che viene deciso all’interno della casa comunale dalla prossima amministrazione. La causa della decadenza politica, della disaffezione alle vicissitudini locali è da ricercare prima di tutto nella mediocrità degli argomenti trattati quotidianamente, nei partiti ed in quei politicanti locali che hanno tradito i loro stessi programmi politici. Oggi, in prossimità delle amministrative, sentire ripetere da esponenti del PD lo stesso refrend di ieri che non paga più, dove si chiamano a far parte del comitato direttivo i rappresentanti dei partiti politici, i movimenti, le forze appartenenti al mondo della scuola, del lavoro, i rappresentanti del mondo sindacale, quelli delle categorie produttive, delle libere professioni, del mondo giovanile ecc. ecc. dovrebbe farci accapponare la pelle dalla vergogna. Venne detta la stessa cosa in occasione della candidatura a sindaco della città del prof. Armando De Rosis, tutti sanno come andò a finire, a causa di individui avidi di potere (basterebbe citarne uno: l’ingerenza politica esterna che impose al neo sindaco De Rosis il nome di un assessore, il risultato fu che lo si dovette accontentare pena la fine prematura della già risicata maggioranza uscita dalle elezioni) professionisti degli accordi sottobanco, dei dico e non dico, e che fanno affari sia con la maggioranza che con l’opposizione, pronti a fare da stampella sia alla destra che alla sinistra. La nostra ricetta, per quanto possa essere presa in considerazione, a meno che il destinatario non abbia già deciso di scendere in campo a fianco dei cosiddetti disfattisti è riflettere criticamente se il gioco ne vale la candela per rimettersi con chi ieri lo ha contrastato. Tenga presente il prof. De Rosis, qualora si lasci incantare dal canto delle sirene, che questi sono coloro i quali a loro tempo svendettero le aspirazioni politiche del prof. Giovanni Leonino, e con modalità diverse fecero lo stesso con Giovanni Torchiaro, pronti oggi a ripetersi con lei. Ritornare sul luogo del delitto, nuoce principalmente alla città che non può permettersi un altro passo falso a meno che non le diano carta bianca o si faccia chiarezza come lei sostiene. Serve più che altro lealtà e sincerità, doti che non albergano nei cervelli dei politici e nel loro modo di intendere la politica.

Per il movimento centro storico. Luzzi Giorgio
    COMUNICATO STAMPA
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