“Sono partiti”, poesia di Luigi Visciglia in memoria Dei pescatori di Schiavonea |
|
domenica 25 dicembre 2016 21:02 |
|
Il 31 dicembre del 1974, in una notte terribile, buia, fredda e piovosa, dodici figli di Schiavonea salparono e non fecero più ritorno dai loro cari. Appartenevano alle famiglie Celi e Curatolo. I due pescherecci Nuova Sant’Angelo e Madonna Santissima si inabissarono a causa delle terribili condizioni meteorologiche di quella notte. Questo di Luigi Visciglia vuole essere un piccolo omaggio alla memoria dei Pescatori scomparsi e alla fervida Comunità di Schiavonea. Luigi Visciglia è l’unico coriglianese ad aver scritto un componimento in memoria di questo tragico evento.
SONO PARTITI (Bologna, novembre 1976)
Buia era la notte a Schiavonea. Fredda era l’aria. Calma la marea. Presero i pescator le reti e verso le barche andarono. Dolce era lo sciacquio delle onde contro le barche e i remi. Il mare sedava i volti emaciati e stanchi, illuminati dalla secolare luna. Ed Eolo mosse gli zeffiri per dissimular l’inganno atroce. Fredda era l’aria. Calma la marea. Le barche salparono. Ma repentina la natura mutò quel pelago in un tumulto. Le barche, piroettando in vortici, si discolarono e si dilaniarono, mentre torvo era l’aspetto di Nettuno che li frodò. Invano gli aLaCri pescatori cercarono di sedare quei ringhiosi numi. Insino esausti, stanchi per quell’ambage mortale, caddero in mare e la terra più non videro. Ed il notturno astro vegliava, fra i gemiti, i lamenti, di color che la spiaggia videro scomparire ai loro occhi ansanti di salvezza. Fredda era l’aria. Chiara era la giornata. E le mamme disperanti, sole, su quel lido affollato, dagli occhi e dal cor sgorgavan LaCrime. Calliope, presa da tant’orrore, invocò Urvashi, che danzando e canticchiando un soave ritornello, li trasportò dal pelago alle stelle.
Luigi Visciglia
|
|
|
|
COMUNICATO STAMPA
|
|
Visualizza in pdf
|
|
|
|
|