Intervista a Leonardo Innocenzi, bartender coriglianese |
|
lunedì 10 ottobre 2016 16:09 |
|
Incontrare Leonardo Innocenzi dietro al banco è ormai cosa rara. Il bartender calabrese, per sua stessa ammissione, dedica infatti la gran parte del suo tempo all’attività di formazione (con la scuola da lui fondata, l’ Evolution Group Service) e a quella di brand ambassador per alcune aziende.
Gli abbiamo fatto una serie di domande sul mondo del bartending: Parlaci della tua scuola:
L’Evolution Group Service di non è una classica scuola di bartending, non insegno solo le ricette o le tecniche. Quello che cerco di trasferire durante i miei corsi è un metodo per rendere invisibili le tecniche, quello è il mio obiettivo. Solo in questo modo un bartender può lavorare con nonchalance, creando una sorta di stile senza sforzo. Questo si che ti rende attraente.
Come realizzi tutto questo?
Io non devo parlare di ciò che accade dietro al banco, devo solo farlo. Il mio messaggio per tutti i bartender è fregatevene di quello che dicono di voi, cercate di fare e dare sempre e solo il meglio di voi stessi. Oggi il mio meglio è questo, domani magari sarò migliorato e ieri forse ero peggiore, ma l’importante è che oggi questo è il mio. Questo cerco di lasciare a tutti i ragazzi che frequentano i miei corsi: cercate di apprezzare ogni singolo momento. Una volta che ho capito questa cosa ho smesso di prendermi troppo sul serio. Prendo molto sul serio il mio lavoro, ma ho smesso di prendermi troppo sul serio, non lascio più troppo spazio al mio “ego”, e questo è un altro messaggio importante. Prima metti da parte il tuo “ego” prima la tua vita diverrà più facile, diverrai più felice. Tutto diverrà anche più spontaneo, anche sul lavoro, sarai più spontaneo dietro la banco, più spontaneo parlando con i clienti, e, soprattutto, diventerai un ascoltatore migliore. La cosa più importante infatti per me è l’ospitalità. Non contano le nuove ricette, avere i bicchieri migliori o le bottiglie più rare, devi saper ascoltare il cliente. C’è una frase, usata un po’ per tutto, che molti prendono come mantra: tratta il cliente come vorresti essere trattato. Ecco io penso che sia sbagliata. Io invece dico, tratta il cliente come vorrebbe essere trattato, non come tu vorresti essere trattato. Questo vuol dire essere in grado di comprendere il tuo cliente, e come puoi conoscere il cliente? solo ascoltandolo. In realtà non è niente di speciale, è solo come andrebbe fatto questo lavoro. Che tu sia un barman in un pub, in un cocktail bar, in un ristorante italiano, non conta, ovunque è uguale e così andrebbe fatto.
Se dovessi quindi lasciare un messaggio ai giovani barman?
Il messaggio alla comunità dei bartender è molto semplice: lo spirito dell’hosting è quando un cliente lascia il tuo locale deve sentirsi meglio, non deve far sentire meglio te. Il barman deve far star bene il cliente e curare i suoi bisogni, non il suo ego.
Intervista di Alfonso Cetera del Boston News
|
|
|
|
COMUNICATO STAMPA
|
|
Visualizza in pdf
|
|
|
|
|