Sui profughi Corigliano non torni indietro |
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domenica 11 settembre 2016 14:12 |
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Con gli ultimi 3 sbarchi avevamo creduto il Sindaco e la sua amministrazione comunale volessero recuperare i gravi ritardi accumulati sul drammatico problema dell’accoglienza dei profughi e riguadagnare il ruolo che compete ad una importante città portuale come Corigliano. E come Solidarietà Sempre anche per questo, pur avendo sopratutto a cuore il destino dei ragazzi che qui sono arrivati, abbiamo dato in questi mesi un supporto straordinario alla gestione di mille, diverse e spesso difficili situazioni aiutando il comune e collaborando in tutti i modi possibili. Avevamo anche salutato positivamente l’iniziale disponibilità al dialogo del Sindaco. Ora invece, ormai vicini alla possibile fine dell’emergenza e forse degli sbarchi (un altro al massimo per questa stagione), l’amministrazione comunale rischia di far saltare tutto con il triste avallo della struttura dei servizi sociali che in altri tempi era stata il fiore all’occhiello della nostra città. Rischiamo di disperdere quanto fatto in queste difficili settimane per l’accoglienza dei minori non accompagnati e l’avvio di una loro necessaria e giusta integrazione. Risultati faticosamente raggiunti come quello per esempio del trasferimento dei ragazzi della scuola del villaggio nelle loro nuove case o quello dell’utilizzo della struttura della Iacina come luogo di prima accoglienza, in alternativa alle soluzioni che avevano costretto il comune ad usare il palazzetto del Brillia. Lo diciamo anche qui al sindaco in modo netto: noi non permetteremo che pasticciando su un percorso ormai definito e chiaro si ritorni a quello che succedeva prima di questi ultimi tre sbarchi. Impediremo con tutte le nostre forze che si torni alla totale assenza del nostro comune (unico tra quelli portuali) agli sbarchi nel nostro porto e all’irresponsabile e sciocco tentativo di riMozione del problema, che ci avevano relegati ai margini istituzionali a tutti i livelli e, all’epoca, ci avevano visti protagonisti negativi di quella tristissima trasmissione da Del Debbio su Rete Quattro. E quindi chiediamo subito in maniera chiara all’amministrazione due cose in maniera secca:
1) costringere l’associazione a cui ha affidato in emergenza lo spostamento rapido dei 54 ragazzi del Brillia in strutture idonee, come da noi tempo più volte sollecitato, e superare la situazione inumana in cui si trovano. Ricordiamo che a tale proposito l’aver voluto a tutti i costi portare avanti una inutile manifestazione di intessere in fase emergenziale ha fatto perdere oltre un mese e mezzo di tempo per spostare i ragazzi dal palazzetto e farlo ritornare tra l’altro alla funzione sportiva oggi giustamente invocata. 2) evitare il trasferimento inutile ed insensato di 7 ragazzi in strutture comunque emergenziali di altri comuni senza rispetto delle finalità espressamente previste sul punto dalla legge, che lungi dal risolvere il problema generale di liberare il Brillia amplificano solamente il dolore di 7 ragazzi che avendo già perso tutto, rischiano ora di dover abbandonare gli unici legami che gli restano avendo qui iniziato un pur ancora lungo cammino di integrazione che nella solidarietà dei coriglianesi hanno trovato. Anche a questo proposito dovremmo ricordarci sempre del nostro enorme patrimonio abitativo e della grandezza assoluta, storica economica in vari aspetti della nostra città mai valorizzata pienamente. Per quanto ci riguarda, se ci sarà un ritorno alla ragionevolezza e alle cose sensate, siamo sempre disponibili a riprendere il massimo di collaborazione con il Sindaco e la sua amministrazione, convinti come siamo che il percorso per garantire sicurezza, accoglienza e integrazione è ancora lungo e difficile, ci starà bisogno di tutte le belle energie della città, ma ce la possiamo fare, come si è dimostrato in questi giorni ed in barba ad un territorio, Rossano in primis, che solo a parole finora pensa a fusioni e integrazioni. Non consenta l’amministrazione comunale divisioni e lacerazioni dannose e lavori invece per unire e lavorare senza paure e chiusure, l’unica via di fronte a fenomeni di portata storica. SOLIDARIETA’ SEMPRE
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COMUNICATO STAMPA
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