I beni immobili del Comune quanto fruttano alle casse comunali? |
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venerdì 9 settembre 2016 09:16 |
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L’ultimo inventario dei beni immobili patrimoniali e dei beni immobili di uso pubblico per destinazione, entrambi di proprietà del comune risale all’anno 2011. Il comune nel suddetto anno incaricò la ditta Halley Informatica che ne curò il programma dettagliatamente, non certamente gratis a quel tempo. La suddetta società, dopo un accurato lavoro, censì ed indicò sia la denominazione, ubicazione e servizio di ogni immobile, ne trasse una precisa descrizione sommaria con dati catastali e relativi confini, titolo con verbale di consegna e consegnatario, giunse anche a determinarne il valore acquisito ed il valore attuale, oneri annuali, imposte ecc, canoni ecc, determinò anche la rendita annuale, la durata anni, importo, estimo o reddito imponibile, infine ne curò annotazioni ed eventuali ipoteche gravanti sull’immobile. A distanza di cinque anni dalla stesura del programma, niente è cambiato, tutto come prima. Il paradosso è che il comune non ha il titolo di proprietà dei suoi immobili che ne attesti il diritto reale di godimento, ma solo una acquisita possessoria. Può sembrare un paradosso, ma le cose stanno così, per esempio, se io, ho un pezzo di terreno di proprietà del comune o una casa da diversi anni, li ho riqualificati, bonificati, fatte migliorie, non avrò, non dico il possesso, ma mai avrò la proprietà dell’immobile. Esempio lampante di immobili che non sono di proprietà del comune, ma spendiamo ogni anno una fortuna per manutenzione ecc, a quanto pare sono: la scuola Costabile Guidi in Corigliano centro, il Brillia (del Brillia, c’è da dire che il comune a suo tempo, pagò l’esproprio ai legittimi proprietari - famiglia De Rosis) e il quadrato Compagna, meglio conosciuto come palazzo delle Fiere ed ubicato in Schiavonea, già restaurato ben due volte con finanziamenti pubblici e a quanto pare, a tutto oggi privo del permesso di agibilità. Gli immobili citati sopra, pare, ed è bene usare il condizionale, sono ancora dei legittimi proprietari o loro aventi eredi. Il comune ha pagato la voce espropriativa, ma non ha notariato il decreto di trasferimento dei suddetti immobili. A quanto risulta, pare che la situazione sia simile anche per quasi tutti gli altri immobili di proprietà del comune. C’è da notare inoltre che tra i detentori di molti beni di proprietà del comune ( seminativo/agrumeto) figura la Cooperativa La Proletaria che a suo tempo contrattò l’affitto per coltivare terreni incolti. Nel tempo, la coltivazione si è trasformata in un diritto di proprietà che a sua volta ha pensato bene al pseudo trasferimento a terzi (almeno così pare). Sarebbe il caso, che gli attuali amministratori, e la opposizione affrontassero seriamente il problema, di non limitarsi a dare la colpa (che certamente c’è l’hanno) ad altri, deviando così dalla realtà. E’ giunto il tempo di venire incontro ai tanti possessori che in passato ne avevano fatto già richiesta affinché venisse legalizzata – regolarizzata la loro posizione. La smettano ( i politici) di essere prudenti, acuti per scoprire e prudenti per coprire, non fosse altro anche per rimpinguare eventualmente le casse del comune ed evitare così ulteriori salassi, aumentando ingiustamente i tributi che gravano già abbastanza sulle famiglie di tanti Coriglianesi.
Per il movimento Centro Storico Luzzi Giorgio
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COMUNICATO STAMPA
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