Interrogazione parlamentare Sinistra Italiana sulla gestione dei minori non accompagnati |
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martedì 2 agosto 2016 16:58 |
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Interrogazione a risposta scritta 4-13981 presentato da COSTANTINO Celeste testo di Lunedì 1 agosto 2016, seduta n. 665
COSTANTINO, PALAZZOTTO, DURANTI e RICCIATTI. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: a partire dai primi giorni del mese di gennaio 2015, con l’approdo della Ezadeen al porto di Corigliano Calabro, cittadina di oltre 40 mila abitanti sulla costa jonica cosentina, vi si sono succeduti sette sbarchi di profughi provenienti principalmente dalle coste africane; la gestione della situazione emergenziale all’interno del porto è stata condotta al meglio dalla prefettura e dalla protezione civile, coadiuvate da alcune associazioni operanti nel territorio e l’apporto dell’amministrazione comunale è stato per lo più di natura logistica; la permanenza all’interno del territorio comunale dei profughi (in maggioranza somali, eritrei, ivoriani, nigeriani, etiopi, guineani) è stata minima, dalle tre alle sei ore, fatta eccezione per quello di fine maggio 2016, quando all’incirca 140 persone, ivi compresi 20 minori non accompagnati, sono stati alloggiati all’interno del palazzetto dello sport di Corigliano per qualche giorno e il piccolo gruppo di minori non accompagnati, affidati come prevede la legge al sindaco della città, hanno trovato accoglienza nelle strutture preposte del territorio; il 29 giugno 2016 ha attraccato nel porto di Corigliano una nave battente bandiera irlandese con quasi 500 profughi. Anche in questo caso eccellente è stato il lavoro della prefettura e della protezione civile. Tuttavia, a queste operazioni non ha partecipato né con uomini, né con mezzi, l’amministrazione comunale, che ha motivato il mancato intervento con le presunte difficoltà economiche della città di Corigliano; al termine delle operazioni di sbarco, risultava la presenza di 91 minori non accompagnati che, come prevede la legge, venivano affidati all’amministrazione comunale che ha provveduto a sistemarli all’interno del palazzetto dello sport di Corigliano. A distanza di quasi un mese, i ragazzi, ridotti nel numero da numerose fughe e purtroppo da un decesso, sono ancora alloggiati lì; il palazzetto non presenta i requisiti minimi per una così lunga ospitalità, sia da un punto di vista igienico, sia da un punto di vista della sicurezza; la gestione dell’accoglienza è stata affidata in un primo momento all’onlus «Marinella Bruno» con affidamento diretto motivato dalla situazione emergenziale. Fin dai primi giorni di luglio si è affiancato all’onlus un gruppo di cittadini volontari – a titolo completamente gratuito – che hanno fornito aiuto nei turni al palazzetto, capi di vestiario, generi alimentari, prodotti per l’igiene personale e lezioni di italiano basilari; come si evince, dalla delibera di giunta il costo dell’affidamento prevede una spesa di 26.400 euro (26 euro a minore al giorno) e molte delle voci contenute nella stessa sono in realtà state coperte da donazioni e dai suddetti interventi di volontari; il presidente della onlus «Marinella Bruno», Giuseppe Bruno, risulta essere coniuge dell’assessora allo sport e al turismo Alessandra Francesca capalbo. La stessa risulta essere segretaria della stessa associazione presente alla seduta di giunta al momento della delibera da lei stessa votata; sono registrate le numerose e documentate richieste delle associazioni operanti nel settore e presenti nel territorio, di realizzare un protocollo d’intesa per la gestione di tali emergenze con eventuali gare d’appalto. Al termine degli 11 giorni di gestione della onlus «Marinella Bruno», ad essa subentrava l’associazione «Azzurra», che sembrerebbe essere intervenuta anche in questo caso senza gara d’appalto e senza a tutt’oggi alcuna delibera di giunta o protocollo d’intesa attestante i compiti ed i modi con cui l’associazione dovrebbe operare; alle criticità di natura sanitaria (con grave ritardo si è conclusa la fase di esame medico dei ragazzi, a quanto risulta agli interroganti mancherebbe la figura di responsabile sanitario obbligatoria per legge), igienica (i servizi del palazzetto sarebbero prevedibilmente inidonei, le pulizie sporadiche, il cambio delle lenzuola non risponderebbe ai tempi dichiarati dall’associazione), logistica (turni con poco personale, talora non adeguatamente formato), si aggiunge una totale mancanza di sorveglianza dei minori rispetto alle loro uscite quotidiane; si è unita a ciò la morte del giovane Oumar Sangare, annegato in mare in un pomeriggio di uscita con altri ospiti minori del centro, morte avvenuta senza che vi fosse la presenza di un adulto accompagnatore che forse avrebbe potuto sventare la tragedia; la squadra locale di volley, la Corigliano Volley, a nome del suo direttore sportivo Pino De Patto, ha rilasciato in data 23 luglio 2016 dichiarazioni secondo le quali la squadra non potrà allenarsi presso il palazzetto dello sport diventato centro di accoglienza, anche per le condizioni di incuria in cui lo stesso è stato abbandonato –: se il Ministero interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, quali iniziative intenda assumere per verificare la correttezza dei procedimenti di assegnazione dell’accoglienza alle associazioni sopra citate; se intenda assumere iniziative, per quanto di competenza, per individuare e accertare le cause e la dinamica della morte del giovane Oumar Sangare, che in quanto minore non accompagnato si trovava sul territorio italiano sotto la responsabilità delle istituzioni accoglienti. (4-13981)
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Fonte camera.it
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