Riflessioni di Angelo Broccolo |
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giovedì 14 luglio 2016 12:01 |
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Il 14 luglio 1789 alle 13.30 il popolo di Parigi assaltò la Bastiglia e cambio’ la storia del mondo.Sembra che nei loro deliri d’onnipotenza i prepotenti della nostra epoca abbiano preferito rimuovere questo,per loro spiacevole ,ricordo.Secondo le stime degli economisti non allineati ai desiderata dei potenti e prepotenti,l’uno % della popolazione mondiale detiene piu’ ricchezze del rimanente 99%.Sono i pescecani del capitale che stamattina,a seconda del fuso orario,insieme ai loro lacchè insediati nei parlamenti di mezzo mondo magari stanno trangugiando le loro colazioni a base d’avena. Questo mentre la stragrande maggioranza si arrabatta tra precarietà e lavoro malpagato.E quest’ultimi,spesso senza considerare i preliminari del discorso ,si trovano in conflitto con i “poveri“di prossimità ,bianchi o di colore che siano,anzichè unirsi e catalizzare le rabbie in direzione giusta ed efficace.Racconta il gossip che una loro diretta “progenitrice“quando le fecero osservare che forse il popolo aveva fame,risposte candidamente :S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche. »
Se non hanno più pane, che mangino brioche. » Ebbene mi piace sadicamente ricordare a “lorsignori“ di come andò a finire la vicenda. Quando,qualche giorno dopo ,il degno marito della suddetta regina a sua volta disturbato nell’esercizio della caccia,uno degli hobby sempre graditi alle oligarchie,in un barlume di lucidità chiese cos’è una rivolta?Gli venne data una risposta lapidaria:No Sire,è una RIvoluzione!! Ed anche in questo caso mi piace rammentare ai potenti di come fini la storia. Le due teste,mozzate dal corpo, finirono presto nella polvere e non bastarono tutte le Sante Alleanze del tempo per riportare indietro la ruota della Storia. Certo non tutto filò liscio,con frenate improvvise e torsioni forse inevitabili,ma(senza cadere nello storicismo)la progressiva “fuoriuscita dell’uomo dalla minorità “divenne improvvisamente una possibilità concreta del divenire storico. Ma non bastano i ricordi nè per “loro“ e tanto meno per noi..
Le rivoluzioni le fanno i popoli che hanno consapevolezza dei loro diritti e ben chiari quali siano i propri doveri.
Questo segna la differenza, piuttosto evidente,tra popolo e plebe.
I popoli consapevoli non attendono alcun “messia“salvifico,scendono in campo per cambiare l’ordine delle cose esistenti .
Ognuno di noi ha il dovere di assumersi le responsabilità senza demandare ad altri il primo passo decisivo.
Quando questo accade,ovvero che si indugi troppo nelle lamentele di fronte ai moderni mezzi di comunicazione per defilarsi sempre e comunque dalla lotta reale,si profilano tempi affatto lusinghieri.Spesso non si cambiano le cose,per paradosso si consolidano le prepotenze
Questo ci insegna la Storia.
Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis (Cicerone, De Oratore, II, 9, 36),
A chi ancora esista lascio una riflessione di un altro immenso francese:
Che cos’è un uomo in rivolta? Un uomo che dice no. Ma se rifiuta, non rinuncia tuttavia: è anche un uomo che dice di sì, fin dal suo primo muoversi. Uno schiavo che in tutta la sua vita ha ricevuto ordini, giudica ad un tratto inaccettabile un nuovo comando.(Albert Camus)
Appunto non basta dire un no indistinto,nello stesso momento è necessario avere bene in mente quale “ordine nuovo“ si intende costruire.
Da quel 14 luglio,attorno a tre parole si costrui l’obiettivo comune da raggiungere.Non che non fossero state dette prima,basti pensare ai primi cristiani,oppure alla rivolta di Spartaco,alle eresie medioevali,alle missioni sudamericane ecc.
Ma da quel giorni divennero “ordine del giorno“della volontà di cambiamento collettivo di questo mondo ingiusto avvilente ed in mano a pochissimi.Parole dalle quali ri/partire,oggi forse ancor piu’ di allora:Uguaglianza,Libertà,Fraternità.
Angelo Broccolo
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COMUNICATO STAMPA
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