Mancanza di assistenza medico-infermieristica domiciliare |
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lunedì 23 febbraio 2015 10:43 |
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La giusta indignazione pubblica provocata dalla coraggiosa denuncia dei congiunti del Sig Franco G.in merito alla mancanza di assistenza per i pazienti cui necessitano prestazioni di natura medico-infermieristica domiciliare. Alla totale solidarietà per il congiunto e stima per aver manifestato pubblicamente un disagio che riguarda senz’altro tantissime persone e che definisce in maniera compiuta i contorni di una ordinaria e quotidiana “ malassitenza “.Alla indignazione giusta e condivisa , affinché si possa intraprendere un differente cammino futuro,sarebbe tuttavia opportuno conferire il necessario risalto in termini organizzativi del sistema di cure e/o assistenza pubbliche . Il caso purtroppo non è affatto isolato e peraltro è stato piu’ volte posto all’attenzione del pubblico dibattito locale , appassionato viceversa da permanenti richiami a mega opere in divenire di cui pur avvertendo la necessità ,poco hanno(ed avranno) a che dividere con una estesa gamma di necessità quotidiane cui sono soggetti i comuni cittadini. Il quadro delle tutele è ampio ed articolato partendo dai presupposti richiamati dal DECRETO LEGISLATIVO 30 dicembre 1992, n. 502(che incideva in maniera negativa sulla legge del 78)mantenendo almeno sulla carta lo spirito “universalistico“ Il Servizio sanitario nazionale assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche individuate ai sensi del comma 3 e in coerenza con i principi e gli obiettivi indicati dagli articoli 1 e 2 della legge 23 dicembre 1978, n.833, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignita’ della persona umana, del bisogno di salute, dell’equita’ nell’accesso all’assistenza, della qualita’ delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze, nonché dell’economicita’ nell’impiego delle risorse .“ Ho inteso richiamare alcuni dettagli di un quadro quanto mai suggestivo ben contemplato dal legislatore che tuttavia risente della costante opera di dismissione delle pubbliche tutele “garantite“dalla Costituzione(vedasi riforma del titolo V)e di una permanente ed abusiva occupazione dei posti chiave della sanità che spesso ruotano attorno alla soddisfazione di esigenze di natura estremamente distante dalle necessità di cura e salute dei cittadini ed infine dall’indebolimento del ruolo cadine del “Distretto Sanitario “che dovrebbe invece assurgere a dimensione strategica della cura del cittadino, in linea con i postulati richiamati dall’OMS che definisce in maniera chiara ed inequivoca il concetto di “salute“ “Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o di infermità.“ (OMS, 1948) .Per rimanere in ambito di tematiche meno ambiziose e piu’ attinenti alla nostra dimensione territoriale viene spontaneo porre alcune domande a quanti hanno responsabilità specifiche : Ci si è mai chiesti chi dovrebbe assistere un paziente allettato nel cuore della notte? A chi dovrebbe essere conferito ufficialmente l’incarico di provvedere ad un eventuale cateterismo, ad una flebo (il caso del Sig Franco V),che si stacchi in una qualsiasi ora della giornata??L’assistenza domiciliare (come coerentemente esplicita la laconica risposta ricevuta dai familiari del Sig Franco)non prevede affatto la presenza di una guardia infermieristica diurna e notturna, che invece sarebbe elemento minimo di civiltà ovvero di conoscenza degli elementari bisogni delle fasce piu’ fragili ed economicamente deboli della popolazione. Spesso nei giorni festivi oppure di notte il tutto si “scarica“ indistintamente nell’opera dei medici di continuità assistenziale-le ex guardie mediche-(ivi comprese le terapie iniettive(punture)in continuità terapeutica. Per uno strano assioma risulta adibito a tale funzione il medico di “Guardia Medica “mentre ne risulta esente-correttamente beninteso- il medico di famiglia !Ovvio che in alcun casi, trattandosi di“ prestazioni aggiuntive“ ovvero di natura non medica, ogni medico agisce secondo coscienza e/o sapienza,ma il problema per il paziente bisognoso di cura rimane .Trovandosi in caso ,appunto vincolato alla precarietà della contingenza. Unica soluzione in molti casi rimane il ricorso alle prestazioni di qualche familiare oppure risolvere con “il privato“ mettendo mano alla borsa. Non mancano casi in cui viene chiamato il 118 oppure ci si debba rivolgere al pronto soccorso. Con buona pace dell’alleggerimento dei “codici bianchi“. Negli ultimi anni si è proceduto ad una inedita forma di assistenza definita “nucleo di cure primarie“ che tra le more delle proprie finalità avrebbe appunto quella di diminuire i ricorsi “impropri“in Ospedale. Dai dati statistici emergono notevoli perplessità ,in termini di costi-benefici,(2,50 euro a paziente in maniera indiretta ovvero indipendentemente dall’accesso o meno)considerato che ad esempio a Corigliano, in linea con il resto della Provincia, risulterebbero circa 100 accessi mensili, mentre per le guardie mediche di Cantinella e Schiavonea, dove lavora un solo sanitario a turno ,senza infermiere né segretari, si arriva sulle 800 prestazioni mensili !Molto probabilmente si potrebbe “sperimentare“ finalmente la presenza di una guardia infermieristica e tanto per rimanere in tema, evitando di arrivarci alla prossima “notizia eclatante“ si potrebbe istituire la guardia pediatrica notturna, festiva ,prefestiva. Considerato che i piccoli pazienti per le cure del caso debbono ricorrere alla Guardia Medica-continuità assistenziale del medico di famiglia,oppure al Pronto Soccorso..... Angelo Broccolo Medico
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COMUNICATO STAMPA
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