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UNA MACCHINA ORGANIZZATIVA PERFETTA IMPANTANATA NEL FANGO DI UNA CITTÀ “STORTA“
 giovedì 20 agosto 2015 11:54
UNA MACCHINA ORGANIZZATIVA PERFETTA IMPANTANATA NEL FANGO DI UNA CITTÀ “STORTA“ Negli ultimi tempi ho iniziato spesso con la frase “fatico a comprendere“. Oggi no perché capisco bene quello che si cerca di fare. Si cerca di scaricare le responsabilità sulle passate amministrazioni, dal comune alla regione, cercando di ricrearsi una verginità politica che, oramai, è andata perduta nel tempo.
Lo fa l’Amministrazione Geraci, parlando di se stessa come di una perfetta macchina organizzativa - che evidentemente ha scelto di non percorrere le strade dello Scalo perché rischiava di rimanervi impantanata - che ha funzionato e che non ha colpe perché non poteva prevedere nulla...Peccato che c’era l’allerta meteo; peccato che c’erano state anche richieste di singoli cittadini (io la feci ad ottobre del 2014) per provvedere alla pulizia dei canali lungo la ferrovia; peccato che, da sempre, la categoria dei “costruttori“ ha amministrato con il centrodestra questa città; peccato che il Sindaco fosse al suo terzo mandato, che sia stato anche Parlamentare e che il suo “sponsor tecnico“ abbia ricoperto anche il ruolo di sottosegretario alla protezione civile; peccato che l’Amministrazione sia in carica da due anni e non da due giorni e, quindi, avrebbe avuto tutto il tempo per porre un piccolo riparo.
Sollevarsi dalle responsabilità è poi un abile gioco che fanno anche le altre Amministrazioni. La provincia, che con l’AFOR e il comune, ha le responsabilità sulla manutenzione idrica del territorio e che negli ultimi anni non ha fatto praticamente nulla per questo territorio, nemmeno dopo l’esondazione del Crati e l’allagamento degli scavi di Sibari. La Regione che avrebbe dovuto, concretamente, investire nella prevenzione del dissesto idrogeologico anche e soprattutto riscrivendo una legge che identificasse meglio responsabilità e competenze che, ad oggi, come scrisse l’ex ministro Barca, rendono difficile districarsi nella attribuzione delle responsabilità. Il Governo che non può mandare un ministro a dirci “mai più abusivismo“ mentre prepara leggi che, attraverso la norma del silenzio/assenso della P.A. sulle concessioni, rende meno stringenti i vincoli sulle concessioni demaniali ed edilizie. Ed ancora investe concretamente nel Sud solo 18 milioni di euro per la prevenzione del dissesto idrogeologico. A parole, per adesso, si promettono grandi investimenti, aperture di nuovi cantieri ecc...Ed è qui che sorgono nuovi dubbi: si pensa di tutelare la natura attraverso altro cemento? Si pensa che il problema si risolva attraverso la costruzione di opere inutili come la Sibari - Sila, buone solo a sventrare la montagna ed ad arricchire i proprietari dei terreni? Avremmo bisogno di interventi che definirei “delicati“: pulizia degli alvei dei fiumi e dei torrenti, messa in sicurezza della montagna soprattutto attraverso la lotta al disboscamento abusivo (il Governo saggiamente sceglie di abolire la Guardia Forestale...), monitoraggio continuo del territorio. In buona sostanza dovremmo lasciare che la natura abbia il proprio spazio, che le acque trovino il proprio corso. E tutto questo non avviene con muri e cemento.
Capitolo costruttori. Non si vuole e non si deve demonizzare una categoria intera, importante anche per lo sviluppo economico della città. Però non si può pensare che le responsabilità, che verranno accertate dalla procura di Castrovillari, siano solo politiche ed amministrative. Certo si era in presenza, nel passato, di leggi che, soprattutto attraverso le sanatorie, rendevano scarsa la tutela del territorio, però non si può negare che si è stravolto il volto di Corigliano attraverso speculazioni urbanistiche che hanno reso la città “storta“. Lo Scalo cittadino era attraversato da tre “torrenti“: il Cannata che dal Gallo d’Oro correva verso la ferrovia, uno che attraversava c.da San Francesco (zona dove vi fu la prima Fiera della Sibaritide), ed il Malfrancato. I primi due sono scomparsi nel tempo e nel cemento, il Malfrancato è periodicamente oggetto di esondazioni dovute ad uno “strozzamento“ su cui si dovrebbe far luce. Nel contempo non sono cessate le piogge su Corigliano, le colline, sempre più sature di costruzioni confuse al punto tale da sorgere in fossi e burroni, continuano a scaricare le acque reflue a valle. Responsabilità tutte politiche ed amministrative? Non credo. E non vale il giochetto di scaricare le colpe sulla sinistra ovvero la destra vista la perfetta continuità nella cattiva gestione dell’edilizia a Corigliano. Naturalmente, agli osservatori più attenti, non potrà sfuggire che la categoria dei costruttori è da sempre schierata con una parte ben precisa. Se poi guardiamo all’intera città i danni dell’abusivismo aumentano a dismisura.
Infine la commovente difesa che i gruppi di maggioranza consiliare riservano al Sindaco. Ma veramente volete percorrere la strada del “tutto è andato per il meglio“ ovvero “la macchina ha funzionato alla perfezione“? Peccato che nelle zone più colpite dello Scalo non vi abbia visto nessuno. Peccato che nessuno abbia visto i mezzi del Comune o della Protezione Civile o della Regione. A dire il vero nelle prime ore non si è visto nulla da nessuna parte (come si fa a non provare un briciolo di invidia per l’atteggiamento del sindaco di Rossano Antoniotti). Oppure volete veramente dividere tutto per categorie: da un lato i bravi e buoni (voi) che hanno diretto strenuamente gli eventi dalle stanze del Garopoli, dall’altro i brutti e cattivi (i cittadini con pale e stivali) che vi offendono ed insultano, persino vi accusano dai social network? Veramente volete colpevolizzare il consigliere che ha spalato fango perché si è fatto due foto? Fate pure. Vi ricordo però due cose. Ancora oggi, nonostante tutto quello che è accaduto, il Sindaco Straface viene ricordato per come gestì l’alluvione che colpi questa città: passo quelle ore in mezzo al fango con i cittadini e gli operai. Non penso di poter essere accusato d’esser un suo sostenitore, però siete riusciti a farla rimpiangere anche in questo.
Seconda cosa: quando un cittadino subisce un danno, un torto, non può essere accusato d’esser quasi maleducato se manda a quel paese l’autorità, rappresentata in una sorta di continuità spazio - temporale da chi è in carica. Ci si prendono gli insulti, come ha fatto Antoniotti, e si continua a lavorare. Le spiegazioni verranno date a chi indaga. Il cittadino vi chiedeva una cosa persino banale: passare da subito tra i detriti a chiedere se andava tutto bene, se c’era bisogno di qualcosa, magari anche solo un po d’acqua o un panino. Magari il cittadino avrebbe voluto una faccia conosciuta per sfogarsi, per essere rassicurato, sostenuto anche solo con due parole. Avete scelto altri metodi ed altri luoghi. Anche di questo ci sarà tempo e luogo per valutarne gli esiti.
Naturalmente rimane anche l’amarezza nel vedere come il Presidente Renzi non abbia ritenuto necessario una sua visita nelle nostre desolate terre. Evidentemente non ci sono appuntamenti elettorali imminenti e si è potuto godere in santa pace le sue vacanze convocando il CdM per il 27 agosto...Nel frattempo magari altri disastri avranno la precedenza sui nostri miseri guai da terroni.


Alberto Laise SEL Corigliano
    COMUNICATO STAMPA
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