Emergenza sanitaria: Anche il sindaco Stasi al sit in di Cosenza |
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Sit in per richiamare l’attenzione sulla grave emergenza sanitaria degli ultimi tempi a causa del diffondersi del Covid-19. |
domenica 18 aprile 2021 18:32 |
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Anche il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, ha preso parte, insieme ad altri sindaci, al sit-in dinanzi al Pronto Soccorso di Cosenza per richiamare l’attenzione sulla grave emergenza sanitaria degli ultimi tempi a causa del diffondersi del Covid-19. Alla manifestazione di questa mattina è intervenuto anche il Sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi che è anche Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Asp il quale ha dichiarato: “Stiamo soffrendo da mesi in solitudine – ha detto Stasi – come soltanto i Sindaci, purtroppo, devono fare e sanno fare. In quest’anno abbiamo combattuto tutte le conseguenze dell’emergenza pandemica, che non sono soltanto quelle sanitarie, ma anche quelle economiche e sociali, praticamente a mani nude. C’era bisogno di un momento in cui unirci e la partecipazione di questa mattina è il segnale di come i sindaci della provincia di Cosenza sappiano stare uniti. Avevamo chiesto al Ministro Speranza, ancor prima che scoppiasse la pandemia, un piano straordinario di assunzioni di personale sanitario. Un anno dopo, nulla è accaduto e noi siamo qui ad avanzare le stesse rivendicazioni. Che i commissari – questo l’appello di Stasi – utilizzino i poteri speciali di cui dispongono per supportare l’erogazione di servizi sanitari nella provincia. C’è bisogno di rafforzare la rete ospedaliera. In questo momento gli Spoke rappresentano una delle linee di difesa e quando l’Hub è congestionato vuol dire che tutto quanto il sistema e la rete ospedaliera sono ormai collassati. Bisogna trovare il modo di investire in Calabria nella nostra sanità”. All’intervento di Stasi ha poi fatto seguito quello del Presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci, ma anche del parlamentare e Sindaco di Diamante, Ernesto Magorno, del Sindaco di Acri Pino Capalbo, del Sindaco di Paola Roberto Perrotta e del Presidente facente funzioni di Anci Calabria: Francesco Candia. Corale, inoltre, l’appello del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, che si è rivolto ai vertici regionali e nazionali per riuscire a trovare una rapida e necessaria soluzione all’emergenza sanitaria. I primi cittadini, subito dopo la manifestazione, hanno sottoscritto un documento indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, al Ministro della salute Roberto Speranza, alla deputazione calabrese in Parlamento, ai consiglieri regionali della Calabria e al Presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, al Commissario Straordinario per la Sanità in Calabria Guido Longo, al Commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera Isabella Mastrobuono e al Commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale Vincenzo La Regina. Nel documento sono state specificate una serie di richieste di azioni urgenti per il Contrasto alla pandemia e per la tutela del diritto alla salute nella provincia di Cosenza, attraverso il potenziamento e la migliore organizzazione dei servizi sanitari ospedalieri. Questo il testo integrale: “Con la mobilitazione odierna dei Sindaci della provincia di Cosenza intendiamo sottoporre ancora una volta, in maniera energica e senza ulteriori indugi o procrastinazioni, la grave emergenza sanitaria e gli annosi deficit strutturali e di organico che riguardano la sanità a Cosenza e in provincia, all’attenzione dell’opinione pubblica, dei rappresentanti del Governo nazionale, dei parlamentari calabresi, perché facciano propria e promuovano questa autentica battaglia, del Governatore della Regione Calabria e delle autorità sanitarie regionali e provinciali. Una grave emergenza sanitaria alla quale sta dando un ulteriore colpo la preoccupante impennata del numero dei contagi, l’aumento degli ammalati di Covid e l’alto numero di decessi che si stanno verificando negli ospedali e nelle strutture sanitarie del territorio. Una situazione diventata insostenibile e della quale bisognerà farsi immediatamente carico uscendo dal pericoloso immobilismo delle autorità sanitarie preposte che rischia di ledere irrimediabilmente il diritto alla salute, valore essenziale e costituzionalmente tutelato, dei cittadini che appartengono alle nostre comunità. Le carenze di organico che continuano a registrarsi presso il presidio ospedaliero dell’Annunziata di Cosenza, insieme alla oggettiva difficoltà di assicurare le cure necessarie agli ammalati di Covid, separati in modo precario dai pazienti presenti in pronto soccorso a causa di altre patologie, rappresentano un pericolosissimo vulnus e rendono la situazione quanto mai esplosiva ed intollerabile, amplificando i pericoli del contagio sia per il personale sanitario che per l’utenza ospedaliera. Ciò premesso, non possiamo, nel contempo, non rivolgere un particolare plauso ed apprezzamento all’indirizzo dei medici e di tutto il personale sanitario in servizio all’Ospedale dell’Annunziata, che, in prima linea, stanno profondendo enormi energie per contrapporsi al dilagare della pandemia, non risparmiandosi in alcun modo nel prestare soccorso ai tanti pazienti covid che giungono all’Annunziata, tante volte già in condizioni critiche. Per fronteggiare adeguatamente queste carenze di personale sono state emanate, dal Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, diverse ordinanze, per chiedere all’Azienda ospedaliera di provvedere al reclutamento di personale sanitario per far fronte alla situazione di grave emergenza che, sin dall’inizio della pandemia, stava vivendo l’Ospedale della città di Cosenza. Ora come allora, il nosocomio cosentino, alla luce della sempre maggiore diffusione dei contagi da Covid-19, non riesce più, non essendo state le sollecitazioni seguite da fatti concludenti e con le risorse umane in organico, a soddisfare il bisogno di cure dei pazienti ricoverati. Per non parlare della situazione, di altrettanta gravità, in cui versa il Pronto soccorso dello stesso Ospedale che dovrebbe poter contare su 18 unità, per come previsto in pianta organica e che, invece, ne conta al momento solo 7 che ruotano a turno e che sono affiancati una tantum da qualche prestazione aggiuntiva. Al pronto soccorso, evidentemente sottodimensionato e dove, peraltro, è praticamente impossibile rispettare i percorsi covid, è diventata, purtroppo, una regola lo stazionamento di numerosi pazienti in attesa di ricovero in reparto, con qualche caso di decesso in ambulanza durante l’attesa. E’ paradossale che, mentre Catanzaro è giustamente dotato di due ospedali, Cosenza, che è una delle province più grandi d’Italia, ha un unico Ospedale Hub che deve servire tutta la provincia, con soli 450 posti letto (ne dovrebbe avere 709), 150 dei quali sono stati convertiti in posti Covid. Ciò comporta una notevole e grave riduzione dei servizi di assistenza ai pazienti con patologie diverse e, in generale, dei servizi ambulatoriali ordinari. Non si registrano situazioni meno drammatiche all’interno degli Spoke e della rete ospedaliera provinciale. Gli Spoke di Corigliano-Rossano e Paola-Cetraro stanno contribuendo in maniera determinante per resistere all’urto della terza ondata pandemica, avendo allestito nei due presidi circa 80 posti di degenza covid con altrettanto sacrificio del personale medico ed infermieristico, mentre nel P.O. di Rossano il Pronto Soccorso è diventato ormai da settimane un reparto aggiunto in cui si curano e si tengono sotto osservazione solo ed esclusivamente pazienti con difficoltà respiratorie colpiti dal virus. Tutto il personale sta lavorando con turni massacranti, ma nonostante questo sta garantendo quotidianamente assistenza e cure a decine e decine di cittadini contagiati che convergono presso le strutture ospedaliere, e per questo li ringraziamo di cuore, ma dopo un anno dall’inizio della pandemia la situazione nella rete ospedaliera non doveva essere quella attuale. Non sono stati realizzati i posti di terapia intensiva e subintensiva previsti dal DCA 91 così come non sono stati realizzati i percorsi all’interno dei Pronto Soccorso, ma anche in questo caso il problema principale rimane la carenza di personale che rendeva ogni reparto precario già prima dell’emergenza pandemica e che il Covid-19 ha reso ancor più palese. Serve quindi che l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza attui un piano straordinario di assunzione che consenta non solo di supportare e consolidare i reparti di pneumologia-covid, di rianimazione ed i Pronto Soccorso, ma anche di consentire di erogare a pieno regime, all’interno degli Spoke e della rete ospedaliera provinciale, l’assistenza sanitaria per tutte le altre patologie. In questo momento tutti i reparti che non si occupano di fronteggiare direttamente l’emergenza pandemica soffrono in parte per il sopraggiungere della pandemia, ma prevalentemente per carenze strutturali di personale ed investimenti che non sono accettabili, alla luce di una enorme platea di popolazione servita e di una estensione territoriale che non è possibile trascurare. Una rete ospedaliera funzionante e ben integrata consente l’erogazione di servizi di qualità sul territorio e rende efficienti l’Hub e gli Spoke”. Un documento ed un appello molto importante, quello sottoscritto dai sindaci della Provincia di Cosenza, affinché si possa garantire una sanità sempre più efficiente al territorio ed ai tanti cittadini, in questa fase di piena emergenza pandemica e non solo, con l’aumento di nuovi posti letto e l’assunzione di nuovo personale sanitario da affiancare a quello già esistente.
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Antonio Le Fosse
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