Addio caro Pino, amico di tutti, ci mancherai davvero tanto. |
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L’ultima volta ci siamo visti e salutati, il maledetto covid ha impedito di abbracciarci, la sera del 20 agosto scorso a San Demetrio Corone |
sabato 20 febbraio 2021 14:52 |
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L’ultima volta ci siamo visti e salutati, il maledetto covid ha impedito di abbracciarci, la sera del 20 agosto scorso a San Demetrio Corone in occasione della serata di presentazione del libro dell’amico comune Gennaro De Cicco. Pino, come sempre, non si è risparmiato ha sciorinato una infinitesima parte del suo vasto, fantastico e coinvolgente repertorio musicale. Lui era fatto così: affabile, generoso, trascinante, intenso e fragoroso. Si fragoroso, perché in quella magnifica serata agostana Pino ha cantato, tra l’altro, l’inno della Sandemetrese, quella squadra e società calcistica che andava aldilà dell’aspetto agonistico, ma che, invece, incarnava la socializzazione e lo stare insieme di una comunità, quella comunità di cui Pino andava fiero, ma soprattutto andava fiero, sbandierandola in ogni circostanza, della sua albanesità. Stiamo parlando di Pino Cacozza ( Zef Kakoca) da San Demetrio Corone. Pino, purtroppo, ci ha lasciati a soli 63 anni. Ma soprattutto ci ha lasciati senza parole, con un nodo in gola e con le lacrime che non riescono ancora a scendere, tanta è l’incredulità per una notizia così amara e sibillina. Dal suo sito internet riportiamo alcuni passaggi della biografia: ha seguito gli studi classici presso il Collegio di Sant’ Adriano ed ha conseguito la laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università della Calabria nel 1980, con la specializzazione in Lingua e Civiltà Francese, Albanese e Inglese. Linguista, letterato, poeta, attore e cantautore dell’Arbëria. Come autore, compositore e cantante ha vinto sei volte il Festival della Canzone Arbëreshe (di cui è stato direttore artistico per quattro edizioni), ha vinto quattro volte il Premio della Critica “Giuseppe D’Amico”. Ha svolto attività culturali, artistiche, canore e teatrali in quasi tutte le comunità arbëreshe, in Albania (Festival di Argirocastro - Festival della Canzone Albanese), in Macedonia (Shkupë, Tetovë e Strugë), in Montenegro (Ulqin), in numerose città d’Italia e all’estero. Ideatore di Pisepiselle – Festival dei Piccoli Cantori Arbëreshë. Presidente e direttore di Arbitalia (www.arbitalia.it), associazione culturale e primo giornale on line dell’Arbëria. Nel 2009 riceve a Napoli il prestigioso “Premio Mediterraneo d’Arte e Creatività”, riconoscimento assegnato annualmente a personalità del mondo politico, scientifico, culturale e artistico che hanno contribuito, con la loro azione, a ridurre le tensioni e ad avviare un processo di valorizzazione delle differenze culturali e dei valori condivisi nell’area del Grande Mediterraneo. Nel 2015 il Presidente della Repubblica d’Albania Bujar Nishani gli conferisce il titolo “Naim Frashëri” con la seguente motivazione: Per i meriti e il contributo di scrittore e compositore in favore dei propri connazionali di là dal mare, ha saputo tenere viva la grande tradizione della letteratura e della cultura arbëreshe, nel contesto contemporaneo di pressione nei confronti delle culture distaccate dalla terra d’origine, com’è quella arbëreshe.” Questo è stato Pino. Ma tutto questo per noi passa in second’ordine, perché “ Zef Kakoca” era un’amico, una persona perbene, un grande uomo di cultura ed un inguaribile sognatore. A prima vista dava l’impressione di essere una persona chiusa, introversa, triste, invece, Pino era tutt’altra cosa. Ecco perché diciamo di essere stati dei privilegiati ad averlo conosciuto mentre muoveva i primi passi in quel contesto socio-culturale di cui con il passare del tempo è divenuto un punto di riferimento. Pino ha sempre avuto il fiuto giusto nello scegliere le sue avventure professionali e culturali. Credeva in quello che faceva e ne andava fiero. Ecco perché oggi lo piangono tutti. Basta andare sul suo profilo di facebook per leggere il ricordo scritto da alunni, colleghi, cantautori, uomini dello spettacolo, della cultura, dell’editoria, della politica, dello sport e tantissima gente comune a cui Pino era particolarmente legato. Pino mancherai a tutti noi perché tu eri una boccata d’aria fresca in questa nostra società che, purtroppo, a causa del covid non solo ci impedisce gli abbracci ma ci impone le mascherine che molte volte tolgono il respiro. Tu Pino eri per davvero aria fresca, perché hai sempre vissuto per la compagnia, per lo stare insieme e per regalarti e regalarci momenti di sfrenata felicità con le tue melodie e le tue belle e intense canzoni. Ecco perché ci mancherai, anche se ci hai lasciato il tuo grande e prezioso patrimonio di canzoni e di testi. Tu eri vita, amore, amicizia e altruismo. Questo maledetto covid che ci impedirà anche di poterti rendere l’estremo saluto, ha dato anche a te momenti di tristezza e di solitudine. Vogliamo concludere questo nostro ricordo di te caro Piano con le parole che tu hai scritto lo scorso 23 dicembre alla vigila di “questo strano Natale”, ecco cosa scrivevi: “È una festa diversa, con gli occhi addolorati e smarriti, aridi come il deserto del mondo, impauriti come la vita appesa al filo del tempo. Eppure, chiusi nelle nostre scatole, abbiamo l’arcobaleno nel cuore, che non si arrende, quella Madre che partorisce la speranza, la parola buona, la luce di Dio nella storia dell’uomo. Buon Natale. Auguri. Per un 2021 lontano dal Male”. Ciao Pino ci mancherai davvero tanto perché persone come te, anche se rimarranno per sempre nel cuore della gente comune, dovrebbero lasciarci il più tardi possibile. Che la terra ti sia lieve caro amico di tutti.
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Giacinto De Pasquale
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