Corigliano-Rossano: Aggressione in pronto soccorso, nessuno ne parla. Gravi omissioni |
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Gruppi di Opposizione chiedono immediati riscontri al Direttore sanitario dello Spoke e al Sindaco |
lunedì 11 maggio 2020 18:06 |
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Da giovedì scorso c’è un cittadino che lotta tra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione dell’Annunziata di Cosenza. È stato pestato ferocemente da un malato psichiatrico mentre stazionava nei locali del Pronto soccorso di Corigliano. Di lui nessuno parla. Perché è un povero straniero che si guadagnava da vivere ad un semaforo. Ci auguriamo che, in queste ore, delle sue esigenze si stiano prendendo cura gli uffici dei Servizi sociali comunali o, comunque, tutti gli organi preposti. A noi, invece, il dovere di denunciare l’ennesima azione di violenza incontrollata consumatasi all’interno del presidio ospedaliero cittadino, contro la quale non abbiamo sentito nessun coro di sdegno e indignazione e non abbiamo letto nemmeno i pomposi attestati di solidarietà. Eppure c’è un uomo in gravissime condizioni di salute finito in rianimazione perché un medico si è rifiutato di attuare i protocolli che spettano ad un malato psichiatrico. È un fatto vergognoso sul quale chiediamo al direttore sanitario dello spoke di dare immediatamente chiare delucidazione e al sindaco di intervenire a tutela dell’incolumità dei cittadini e degli operatori sanitari. È quanto denunciano i consiglieri comunali dei Gruppi di Opposizione de Il Coraggio di Cambiare l’Italia (Giuseppe Graziano, Vincenzo Scarcello e Adele Olivo), di Graziano Sindaco (Gennaro Scorza), di Lega Salvini (Costantino Baffa) ed il rappresentante del movimento civico Avanguardia Libera, Raffaele Vulcano. «Sono trascorsi 5 giorni ed il silenzio attorno alla feroce aggressione avvenuta nel pronto soccorso di Corigliano ci sembra più pericoloso e preoccupante del fatto stesso. Nessuno ha osato dire una parola. Nessuno ha spiegato le motivazioni di un atto che poteva essere evitato se solo qualche medico avesse rispettato i protocolli che andrebbero attuati per i pazienti psichiatrici. Cosa ci faceva un uomo affetto da disturbo mentale in pronto soccorso? Sono domande che obbligano le autorità sanitarie ad una risposta immediata. E le rivolgiamo principalmente al direttore sanitario dello spoke, Pierluigi Carino e al sindaco Flavio Stasi». «Forse perché essendo stato vittima dell’aggressione uno degli invisibili di questa Città non c’è bisogno di chiarezza? Vogliamo andare fino in fondo all’accaduto. E vogliamo soprattutto che i protagonisti delle retrovie si assumano le responsabilità ed eventualmente paghino per una evidente omissione di servizio. Sono chiari gli estremi per avviare un’azione disciplinare contro quei medici che avrebbero dovuto prendersi cura di un malato psichiatrico invece di lasciarlo in balia della sua disperazione e creare, come è successo, danni irrimediabili. Quanto accaduto è scandaloso e – lo ribadiamo – sono ancora più scandalosi i silenzi perpetrati da chi già da tempo sarebbe dovuto intervenire per evitare il ripetersi di questi eventi violenti, che si ripetono ormai a distanza ravvicinata, senza che nessuno muova un dito. Che fine hanno fatto le corsie riservate ai pazienti psichiatrici? E poi, perché il reparto di Psichiatria dello spoke di Corigliano-Rossano continua a rimanere chiuso? Perché la nuova ala del pronto soccorso non viene ancora aperta dopo i lavori di riqualificazione? Perché i medici del reparto di prima emergenza sono costretti a lavorare nell’astanteria senza poter avere accesso alla sala medici? Perché non si muove nulla? Siamo preoccupati e in assenza di risposte esaustive ed immediate chiederemo riscontri all’Asp e alla Prefettura di Cosenza».
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COMUNICATO STAMPA
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