Covid-19 nell’Alto Jonio Cosentino, Tre nuovi casi. Uno a Corigliano-Rossano |
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Il punto, come di consueto, lo fa il dirigente dell’Asp di Cosenza Martino Rizzo Tratto |
giovedì 30 aprile 2020 22:00 |
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La situazione dell’emergenza Covid-19 nell’Alto Jonio Cosentino la fa il dott. Martino Rizzo, dirigente dell’Asp di Cosenza, attraverso un post sul suo profilo facebook.
109, il numero di oggi, 30 aprile. Manca poco al 110, e speriamo di non prendere la lode. Oggi, come avrete intuito, tre casi in più nell’area ionica. Attesi? In parte. Ci aspettavamo qualche nuovo caso a Corigliano-Rossano, città troppo grande per fermarsi a 41 ( io non conto il caso del Rossanese ospite della Rsa di Bocchigliero): siamo stati bravi a rispettare le misure di distanziamento, ma non basta. Specialmente in ambiti ristretti e in famiglia è difficile evitare i contatti e, mentre all’esterno l’asintomatico non trasmette il virus, se usa i dispositivi di protezione ( in particolare mascherina e guanti), nell’ambito delle mura domestiche ciò non avviene ed il contagio ci può essere, in alcune condizioni è inevitabile. Così è stato in diversi casi, così è stato nel caso odierno. Per il secondo caso, quello dell’alto ionio, si tratta di un “rientro“. I tragici rientri, che tanto Danno hanno fatto, soprattutto ai propri affetti. E non possiamo non parlare del prossimo futuro. Che succederà lunedi? Ci sarà un’Ordinanza che, pur consentendo, prevederà RIGORE? Rigore nel raggiungere la propria residenza, rigore nel non salutare i propri cari, rigore nel restare chiusi nella propria stanza, nel consumare i pasti da soli, nel non incontrare amici e parenti, nel non uscire, nel non sottovalutare il rischio. Vedremo. Da un comportamento responsabile dipenderà il nostro futuro. Non vorrei che qualche imbecille mettesse a rischio gli sforzi ed i sacrifici fatti da tutti noi fino ad oggi. Il terzo caso ha riguardato Oriolo. Sono stato, e siamo stati, troppo fiduciosi. Dal primo aprile è passato troppo poco tempo per pensare che fosse tutto finito, con questo virus che per alcuni aspetti è sorprendente. Sembra sia scomparso e, improvvisamente, ricompare. Bisogna avere pazienza, aspettare i tempi giusti per verificarne la reale scomparsa. Ci sono, è vero, diverse negativizzazioni, ma in una comunità coesa e con rapporti stretti e amicali, ci potremo dire sicuri solo quando tutti gli oriolesi si saranno liberati del virus. Concludo ricordandovi che non è finita, che siamo sulla buona strada ma non crediamo a chi ritiene che il coronavirus sia stato un’invenzione di qualcuno per chissà quali interessi. I morti ci sono stati, anche da noi, e in Italia ci sono ancora. Continuiamo ad essere cittadini responsabili. Buon primo maggio a tutti, a chi ha un lavoro e a chi lo avrà, speriamo presto.
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COMUNICATO STAMPA
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