Corigliano-Rossano: Centro Covid: non accettiamo alcuna censura |
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I gruppi di Opposizione: Si torni subito in Consiglio. Ombre sulla gestione ProCiv |
venerdì 17 aprile 2020 18:15 |
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Sull’istituzione di un centro Covid nello spoke di Corigliano-Rossano crediamo che il sindaco sia andato oltre le sue competenze esautorando del tutto, da una decisione così delicata per la salute dei cittadini, gli organi istituzionali della Città. Sono gravissimi gli attacchi di Stasi a medici e personale sanitario che stanno sul fronte degli ospedali. Ed è ancora più preoccupante il fatto che la maggioranza, o parte di essa, si sia schierata in modo duro contro il personale ospedaliero solo perché ha palesato condivisibili preoccupazioni rispetto all’idea di creare quella che potrebbe essere una pericolosissima bomba sanitaria all’interno del presidio. Leggiamo, altresì, dichiarazioni di “personaggetti” che fanno valutazioni sulla professionalità degli operatori. Invitiamo questa gente ad indossare la divisa e ad andare a dare una mano. È facile parlare quando si sta lontani dal cuore dell’emergenza. Per il momento quella di un reparto Covid sembra solo una follia, per soddisfare - forse - solo le ambizioni di qualcuno. È quanto affermano i capigruppo consiliari di Opposizione di Corigliano-Rossano del Partito Democratico - Aldo Zagarese, Civico e Popolare – Gino Promenzio, Gente di Mare – FRancesco Madeo, Fiori d’Arancio – Rosellina Madeo. L’Ospedale “Giannettasio” – dicono – al momento non garantisce alcuno standard di sicurezza per ospitare un reparto di emergenza per il trattamento dei casi di coronavirus. Non sussistono gli standard di sicurezza. Il rischio di trasmissibilità del virus sarebbe altissimo sia per i pazienti del nosocomio sia per il personale medico che vi opera. Soprattutto perché da quanto se n’è saputo dalle vie ufficiose (considerato che il sindaco ormai parla solo tramite i suoi personali profili social tralasciando quella che è la comunicazione istituzionale) questo nuovo reparto si svilupperebbe nientemeno che su due piani (il primo ed il quinto) e questo senza alcuna precauzione per tutto il resto dello stabile. Ma non ne discutiamo l’utilità. Anche se in questo momento non vediamo la necessità di aprire un reparto covid a Corigliano-Rossano dato che l’entità numerica delle persone infette nel nostro territorio non ne giustifica l’esigenza. Piuttosto stigmatizziamo la mancanza di dialogo istituzionale e questa scelta, opinabile del sindaco, di voler interrompere la “filiera democratica” esautorando del tutto il Consiglio comunale da ogni decisione. È una censura che non ci piace! La nostra posizione è chiara: rimaniamo di fianco ai cittadini, agli utenti e agli operatori sanitari che vivono quotidianamente le disavventure della nostra sanità e che oggi evidenziamo come un’unità operativa speciale per il trattamento dei pazienti covid – così come strutturata - non farebbe altro che innescare una pericolosissima scintilla per far divampare un focolaio di contagi. E non ci ammaliano le parole tantomeno le rassicurazioni del sindaco Stasi e di qualche medico in attesa di “promozione” ed in presa a manie di protagonismo. Lo ribadiamo, la gestione dell’emergenza continua a rimanere poco chiara anche perché il primo cittadino ha praticamente annullato il ruolo del Consiglio comunale e del dibattito istituzionale. Tutte le decisioni, come quella di emanare ordinanze a ripetizione che sovvertono gli indirizzi nazionali e che non fanno altro che alimentare paura, vengono assunte nell’arbitrio personale del sindaco e di qualche suo sodale. A proposito, ci chiediamo come venga gestito il lavoro della Protezione civile. Vorremmo capire chi quotidianamente gestisce i dati sensibili dei cittadini contagiati, dei bisognosi, delle persone deboli, atteso che davanti al centro COC di Corigliano-Rossano ogni giorno sembra esserci una fiera-mercato. Sindaco, anche nello spiazzo antistante la Protezione civile si creano pericolosissimi assembramenti, tra l’altro ingiustificati. Provvediamo a riportare ordine e chiarezza? Si torni in Consiglio comunale e si abbia il coraggio di discutere apertamente dell’utilità del centro Covid davanti alla cittadinanza così come anche delle opinabili restrizioni che si stanno perpetrando in questi giorni. Fino a prova contraria, siamo ancora in democrazia. Ma forse a lei questo piace poco dal momento che preferisce assurgere al ruolo di sceriffo con pieni poteri.
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COMUNICATO STAMPA
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