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Corigliano-Rossano. Centro covid, chi dà garanzia di sicurezza?
Opposizione: «Sindaco e direttore sanitario chiariscano alcuni aspetti fondamentali»
 venerdì 17 aprile 2020 17:17
Corigliano-Rossano. Centro covid, chi dà garanzia di sicurezza? Centro Covid-19 a Corigliano-Rossano, chi dà garanzia di sicurezza? Si sta valutando l’evolversi dell’epidemia e gli effetti del virus? Non basta avere un reparto di Pneumologia, con nuovo personale e posti letto, per dire che va tutto bene. Un reparto dedicato al coronavirus ha bisogno di nuovi tecnici radiologi, ha bisogno di nuovi cardiologi. Per andare in guerra servono armi e munizioni. Ma occorrono anche gli elmetti. Li abbiamo? La storia sanitaria di questo territorio ci racconta – purtroppo –tante cose lasciate a metà. E se il metodo “dell’incompiuto” dovesse essere adottato anche in questa circostanza - sia chiaro a tutti - sarebbe una strage. Le nostre perplessità non sono preconcette ma si basano su dati di fatto. Capiamo bene che avere una nuova unità operativa complessa sul nostro territorio, che in quanto a diritto alla salute è stato scippato di tutto, non può che essere una buona notizia. Ma siamo in grado di recepirla senza creare altri disastri ai cittadini? In questo momento bisogna fare i conti con la realtà. Che non è sicuramente delle migliori tantomeno tranquillizzante. Sono, questi, i dubbi e le perplessità dei Consiglieri comunali di Opposizione di Corigliano-Rossano Gennaro Scorza (Graziano Sindaco), Costantino Baffa (Lega Salvini), Vincenzo Scarcello, Adele Olivo e Giuseppe Graziano (Il Coraggio di Cambiare l’Italia) e del portavoce del movimento politico-culturale Avanguardia Libera, Raffaele Vulcano. Ogni dibattitto sul centro covid deve partire da una premessa, per noi imprescindibile: l’ordinanza della Presidenza della Regione Calabria del 13 aprile scorso che prevede l’istituzione dei Covid esclusivamente negli ospedali Hub e nel polo universitario di Germaneto. Un provvedimento che nei fatti annulla e rende inefficace ogni deliberato delle Asp che vadano in contrasto con le decisioni del soggetto attuatore, che il governo per questa emergenza sanitaria ha individuato proprio nella persona del Governatore Santelli. A questo punto ci poniamo una prima domanda. Il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria di Cosenza, Giuseppe Zuccatelli, revocherà la delibera istitutiva del centro covid di Rossano oppure intende andare avanti?

Non entriamo nelle argomentazioni tecniche e scientifiche, di cui non abbiamo competenza. Quello che ci preme, però, è avere certezze da parte del primo cittadino, in quanto massima autorità sanitaria della Città, e dal direttore sanitario dello spoke di Corigliano-Rossano se sono rispettati tutti gli standard e i protocolli di sicurezza. Siamo pienamente d’accordo con il primo cittadino quando parla di responsabilità. La nostra città deve avere un ruolo guida e deve anche saper assumere scelte forti, quando necessarie. Ma senza fare harakiri né per sé tantomeno per il territorio. Giusto parlare di “opportunità”, prospettando un potenziamento dello spoke in termini di posti letto e prestazioni sanitarie. Occorre capire, però, qual è il prezzo da pagare e se il gioco vale la candela. Se per avere 36 posti letto in più ed un nuovo reparto dobbiamo mettere a repentaglio la vita di cittadini, malati, medici, infermieri e personale sanitario – beh - non ci sembra una contropartita conveniente. Giusto, allora, porsi delle domande. Premesso che sia l’Organizzazione mondiale della sanità che la task force nazionale sull’emergenza coronavirus hanno messo in evidenza, a più riprese, l’utilità di attivare centri covid fuori dai plessi ospedalieri ordinari, oggi a Corigliano-Rossano siamo in grado di garantire i livelli di sicurezza per evitare quello che è accaduto negli ospedali della Lombardia? Basta solo attivare un reparto di Pneumologia per dare risposte all’utenza? Siamo certi che i percorsi dedicati ai pazienti covid non creino pericolose commistioni con altre aree dell’ospedale? Ultimi studi scientifici dimostrano come in fase di ospedalizzazione pre terapia intensiva i malati contagiati sviluppino patologie cardiache che se trattate in tempo possono ridurre il rischio di morte. Il piano di attuazione del reparto speciale prevede, oltre ai medici pneumologici, anche l’utilizzo di cardiologi e di nuovi tecnici radiologi? E a proposito, leggendo le “rassicurazioni” del commissario Zuccatelli sul reclutamento di nuovo personale medico da destinare al centro covid-19 si ha contezza su chi sarà il personale che effettuerà le reperibilità, dal momento che si parla anche di turni interdivisionali (quindi da fare con la collaborazione del personale di altri reparti) che potrebbero mettere a repentaglio la salute di tutti gli utenti dell’ospedale? Sono semplici quesiti, che necessitano di una risposta. Senza preconcetti.
    COMUNICATO STAMPA
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