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«Si faccia piena luce per accertare tutte le responsabilità che portarono alla disastrosa alluvione del 2015 a Corigliano e Rossano»
 martedì 10 luglio 2018 09:48
«Si faccia piena luce per accertare tutte le responsabilità che portarono alla disastrosa alluvione del 2015 a Corigliano e Rossano» «È notizia di pochi giorni fa – dicono i Parlamentari calabresi del MoVimento 5 Stelle – che, a tre anni dalla terribile alluvione che ha colpito Corigliano Rossano nell’agosto 2015, la Procura della Repubblica di Castrovillari ha annunciato l’iscrizione nel registro degli indagati di ben 195 fra amministratori, funzionari, costruttori e proprietari di immobili. Dall’inchiesta è emerso come siano stati sequestrati terreni, fabbricati, interi condomini, servizi commerciali e piazzi. Si parla di fiumi deviati, corsi d’acqua ristretti, deviazioni, tombature, creazione di terreni coltivati dove c’era prima il greto del fiume e dove può verificarsi nuovamente un’inondazione, creazioni di edifici in zone ad alto rischio: una situazione completamente fuori controllo. Fondi europei che non sono stati spesi per mettere in sicurezza il territorio e territorio messo al di fuori di ogni sicurezza da attività che sono continuate anche dopo l’alluvione del 2015».

«Dalle carte emerge con chiarezza come il lassismo nell’affidamento delle concessioni edilizie e nei controlli andava per la maggiore. Hanno costruito nel fiume – insistono i Parlamentari scendendo nel dettaglio – e i torrenti erano stati quasi chiusi e sepolti del tutto dal cemento. Il Cannata da 16 metri era stato ridotto a 50 cm. Il Gennarito da 28 metri a monte arrivava a 18 metri alla foce. Il torrente Coriglianeto, addirittura, passava da 113 metri a 38 metri. Tutto per fare piazze e palazzi, favorendo certamente qualcuno. Il territorio è stato violentato. Gli indagati riguardano le amministrazioni comunali di Corigliano e Rossano, ma anche l’Amministrazione provinciale di Cosenza, funzionari e anche esponenti politici, perché queste situazioni si legano a questioni elettorali, creano consenso. Per un totale di 158 edifici finiti tra le maglie dell’inchiesta costruiti in zone R3 ed R4, in zona a rischio alluvione, di cui diversi anche col permesso di costruire. Altri invece sistemati grazie e condoni e sanatorie».

«Lasciamo che la magistratura faccia il suo lavoro – spiegano i Parlamentari M5S – e, nel frattempo, senza voler anticipare sentenze, vogliamo però fare una considerazione di carattere politico: dobbiamo smetterla di affidare i nostri territori ad amministratori senza scrupoli che hanno fatto il bello e il cattivo tempo per decenni, facendo scempio degli strumenti urbanistici, seminando grigiore e cemento ovunque, sbancando colline, interrando fiumi, innescando un parallelo circolo vizioso fatto di degrado del costruito già esistente e di spopolamento dei nostri centri storici. Non ce lo possiamo più permettere. È una questione di vita o di morte. Poche persone si sono arricchite a danno di un’intera comunità. Urge una seria legge sul consumo del suolo, ma soprattutto bisogna chiudere il rubinetto dei voti e del consenso a quella classe politica che ha svenduto l’ambiente per il profitto».

«Preoccupa – chiudono i Parlamentari calabresi – il silenzio delle altre forze politiche mentre noi in passato avevamo presentato diversi esposti e denunce per una serie di abusivi edilizi riscontrati sul territorio durante il lavoro dei Meetup. Ancora ricordiamo con terrore quei giorni durante i quali a fianco delle persone più colpite ci ritrovammo a spalare fango e soccorrere malati ed anziani. Siamo a disposizione dei cittadini e, soprattutto, della magistratura inquirente, affinché si faccia piena luce sulle responsabilità che portarono all’alluvione di tre anni fa. Da qualsiasi parte esse provengano nel pieno spirito che contraddistingue il MoVimento».


I parlamentari calabresi del M5S
    COMUNICATO STAMPA
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