Trivellazioni nel Cosentino per il gas. Ecco il progetto vicino la spiaggia |
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L’iniziativa riguarda la fascia ionica e punta a raggiungere l’estrazione del gas attrvaerso una trivellazione a 200 metri dalla battigia |
sabato 9 maggio 2015 09:59 |
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La Apennine Energy ha scelto Rende per presentare alla stampa il progetto permesso di ricerca D.R 74.AP per la ricerca del gas metano nel territorio di Cassano Jonio. L’amministratore delegato della società, Luca Mededdu, che vanta un’esperienza ventennale con l’Eni prima di diventare l’Ad della Apennine, tiene a precisare che la società che rappresenta non è una multinazionale del petrolio ma «una società italiana per la quale lavorano una ventina di persone, controllata dalla Sound Oil costituita per la grande maggioranza da piccoli investitori reperiti sul mercato borsistico di Londra».
Il programma di Apennine Energy è di indagare e “riscoprire” all’interno del Permesso D.R74.AP, il giacimento a gas di Laura, ubicato nell’off-shore jonico a circa 4 km dalla costa e profondità di 1300 m sotto il livello del mare, prospicente il delta del fiume Crati (città di Sibari) e scoperto nel 1979 dal pozzo Laura-001 da Eni, che poi rinunciò allo sviluppo. «La trivellazione del pozzo - spiega Mededdu - avviene in terra ferma, a circa duecento metri dalla battigia e segue una linea che viaggia a circa 1300 metri di profondità e visto che il mare in quel punto è profondo circa duecentometri, vuol dire che laperforazione viaggia a circa mille metri dall’acqua del mare, quindi senza nessun rischio per l’eco sistema marino. Anche le falde acquifere non corrono pericoli. Il pozzo risponde a tutti i requisiti richiesti».
Un frecciatina polemica a chi la vede diversamente l’amministratore delegato Mededdu la lancia: «In conclusione, afferma, il progetto di Apennine Energy è un progetto pulito, efficiente e senza rischi. Un progetto che consentirà la valorizzazione di una vera risorsa naturale pulita quale è il gas metano. Un progetto che darà lustro alla Calabria e potrà partecipare con l’indotto all’economia della zona, seppur per i pochi anni in cui rimarrà in esercizio, ancor più in questo momento di crisi, che ci obbliga a sfruttare al massimo tutte le potenzialità della nostra Italia, in primo piano quelle energetiche. D’altro canto siamo certi che anche i più convinti detrattori non viaggino certo a cavallo, non si riscaldino con la legna e non si illuminino con le candele. Quali esperti del settore - conclude - pensiamo non possa essere accettabile che l’opinione pubblica continui ad essere condizionata da persone non propriamente competenti, quando non in malafede. Purtroppo, oggi chiunque si sente in diritto di parlare di qualsiasi cosa pensando di diventare un “esperto” semplicemente raccogliendo qualche informazione incontrollata su Internet! Purtroppo la realtà è ben diversa e ogni attività, non solo quella relativa agli idrocarburi, necessita di studi e anni di esperienza».
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Fonte: ilquotidianoweb.it
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