Corigliano. Le Pera: “Il mio calvario con l’Inps per vedermi riconosciuto il giusto ammontare della pensione di vecchiaia“ |
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domenica 7 gennaio 2018 13:51 |
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Ho sempre avuto fiducia nell’organizzazione INPS e dello Stato italiano, perché mensilmente il sottoscritto gli affidava i propri contributi, unitamente al datore di lavoro, per una pensione sicura.
Il 2002 mi ammalavo e cosi inoltravo richiesta per la pensione di invalidità, che mi veniva riconosciuta nel novembre dello stesso anno. Devo sottolineare che il sottoscritto continuava a lavorare con la stessa mansione fino al 30/06/2004, da quel momento però decidevo di andare in pensione. Il 09/09/20005 presentavo la domanda di pensione di vecchiaia e in pari data la stessa mi veniva archiviata con la seguente motivazione (REIEZIONE PER MOTIVI AMMINISTRATIVI), il patronato a suo tempo mi riferiva che “ molto probabilmente la tua pensione di vecchiaia è quella che tu percepisci come invalido”, io continuavo a percepire quella pensione senza mai rivendicare un calcolo di ricostituzione, la sede INPS territoriale ai sensi dell’art. 1- comma 10 legge 222/1984, avrebbe dovuto secondo me, trasformare la pensione di invalidità a pensione di vecchiaia, ma nonostante che a suo tempo avevo presentato la domanda di pensione di vecchiaia, tutto ciò non è avvenuto. Nel mese di luglio del 2015 un collega mi invitava ad un banchetto tra lavoratori dei trasporti, e li un ex collega mi faceva notare che lui percepiva, riguardo la pensione, una somma maggiore di quella percepita dal sottoscritto, nonostante io avessi più anni contributivi rispetto a lui. A questo punto ho incominciato a muovermi per avere un calcolo preciso della pensione. A tal proposito mi sono recato presso un patronato e dopo mesi di attesa mi sono reso conto che tale calcolo non sapevano svilupparlo, così mi sono recato presso altri patronati al fini di sapere se fossero loro in grado di svilupparmi un calcolo retributivo per la pensione, purtroppo però nessuno era in grado, altri utilizzavano il software in dotazione che l’INPS mette a disposizione per i cittadini online, e purtroppo mi rendevo conto che 80% dei patronati non erano in grado di poter effettuare questo ricalcolo della mia pensione. Da vecchio leone indomito sindacalista, mi sono rimboccato le maniche prendendo la questione di petto ed ho scoperto tante ruberie, persino autorizzate dal Governo con un Dlg del 2011 il n.111 firmato dall’allora presidente BerlusCONI e dall’allora ministro dell’economia Tremonti. In poche parole questi signori avevano approvato quella legge infame al fine di puntare ad una sorta do stabilizzazione finanziaria. Infatti velocemente è stata convertita in legge, tutto allo scopo di rubare ia pensionati, (l’INPS commettendo errori di calcolo all’origine della pensione, per guadagnare soldi lo Stato ha stabilito quando segue: “se il pensionato ha un debito con l’INPS per prescriversi ci vogliono 10 anni, se l’INPS, viceversa, deve dare al pensionato la prescrizione si anticipa a cinque anni ) ecco perché l’Ente non sì applica a sviluppare i conteggi per quello che il lavoratore ha versato con calcoli esatti. Nel mio caso a settembre 2005 la mia domanda è stata respinta con la seguente motivazione: REIEZIONE PER MOTIVI AMMINISTRATIVI, mi sono accorto con ritardo e ho messo le mani sul furto che era stato preparato nei miei confronti forse involontariamente. Mi spiego meglio: il bollettino di €1.574,44 che dovevo pagare entro il 30/07/2016, dall’incontro del 15 Luglio risultava conguagliato ma l’invito di pagamento aveva raggiunto la mia residenza per pagarlo; la seconda trattenuta era di € 442,07 quale ritenuta sindacale che io avevo già pagato mensilmente, questa somma era un qualcosa in più che trattenevano a questo pensionato; € 923,00 IRPEF per avere il rimborso trattenuta IRPEF in più ho dovuto contestare il CU del 2016 e per mia fortuna ho trovato chi in matematica sa quello che fa altrimenti non era bastata la trattenuta mensile, qualcuno ha provato erroneamente a deviare nella cassa dello Stato e del sindacato per un totale di € 2.939,51, se io non ero in grado di gestire il tutto, questa somma citata, sicuramente era stata rateizzata cosi come risposta avuto da alcuni patronati. Ancora non è finita l’avventura con l’INPS, infatti sto chiedendo la ricostituzione della pensione, ma loro sono duri a capire, il 26/11/2015 mi hanno accreditato 52 settimane per loro mancata registrazione nell’estratto contributivo, con una mia segnalazione l’Ente ha provveduto e ha definito il calcolo con un anno in più, successivamente a questa data chiedevo la ricostituzione della pensione in data 22/02/2016 questa e la risposta: “Non risulta contribuzione utile per la ricostituzione della pensione, in quanto: non risulta accreditata nei competenti archivi telematici”. A allora chiedo: ciò che è stato comunicato il 26/11/2016 è stata una presa in giro ? Ad una ulteriore richiesta di ricostituzione della pensione ho ricevuto risposta il 23/02/2016: “A seguito del ricalcolo non sono risultate somme a credito o a debito, fino al 31 Marzo 2016”. L’INPS in data 16/03/2016 comunica: Comunicazione di liquidazione, la informo che la richiesta presentata è stata accolta e che Le è stata liquidata la pensione di vecchiaia, categoria ET con decorrenza dal 01/01/2011. Nonostante la buona notizia di avermi liquidata la pensione di vecchiaia il 16/03/2016, l’Ente ho chi per esso, continua a sbagliare i calcoli, io infatti ho lavorato fino al 30/06/2004 e ho chiuso con i contributi, quindi dal mese di settembre la mia pensione doveva essere trasforma in pensione di vecchia giusta legge sopra citata,per un totale di 1.720 settimane con il calcolo RETRIBUTIVO, mentre l’INPS ha pagato solo 1.300 settimane con il calcolo retributivo e 360 con il contributivo dal 2003 al 16/03/2016. Di sicuro non mi fermo qui adesso devo inoltrare un ricorso al Comitato provinciale sperando che li ci sia un pò di professionalità in più al fine di risolvere questa annosa vertenza, altrimenti sarò costretto a percorrere la via giudiziaria.
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Franco Le Pera
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