Il bartender crea una consapevolezza di quello che è il bar anche dove il bar non c’è |
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venerdì 29 dicembre 2017 14:18 |
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“Il futuro sarà nella semplicità” Pensateci, ogni sera finite di lavorare e poi magari ve ne andate a bere una birra o un drink da qualche parte. Giocherellate con lo smartphone. Ed è anche giusto, per carità. Siete stanchi, volete distendervi prima di andare a dormire. Io e colleghi, invece, ogni sera, al termine del lavoro, ci sedevamo e per mezzora riflettevamo su un’idea. E quando parlo di mezzora, intendo proprio quel lasso di tempo: cronometrato col timer.
Né più né meno”. Pensateci, ogni sera mezzora di sviluppo di un’idea. Dopo un anno ne avrete a centinaia. Molte le butterete “ma una ventina vi rimarranno, e saranno valide. E su quelle potrete cominciare a giocare, a svilupparle meglio”.
La creatività nel bar è fondamentale, come il marketing e la cucina (quando c’è). Spesso tendiamo a credere che quegli aspetti citati siano i fondamentali. Invece in questo modo si lascia fuori un’altra parte del bar che potrebbe apportare il suo contributo. “Anche la hostess, se c’è, dev’essere creativa”. Ognuno può essere portatore di un’idea, un’idea che magari può incontrare quella del cliente. “Il bar è come il calcio: servono undici giocatori, una squadra al completo, altrimenti non si lavora. E dunque, per concludere, chi dovrebbe essere oggi il bartender? “Per me essere un bartender è creare una consapevolezza di quello che è il bar anche dove il bar non c’è”.
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Leonardo Innocenzi
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