Siinardi: Fusione, Corigliano “Barzelletta” d’Italia? |
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venerdì 20 ottobre 2017 12:46 |
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Che la nostra amata Città di Corigliano Calabro, negli ultimi 4 anni e mezzo a “guida” Geraci, si fosse trasformata nella “barzelletta” di tutta la Calabria lo sapevamo già. Geraci è riuscito a collezionare una miriade di “figure” una dietro l’altra e scempi amministrativi di ogni genere e tipo. Dal magazzino della moglie su Via Albenga, alle “particolari” esternazioni del segretario Bellucci sui Commissari Antimafia, dal presunto giro di “mazzette” al cimitero, passando per quella che “era” la Via Alfieri, alla recente “figuraccia” al bando regionale cultura, dove perfino Zagarise, un micro Comune di 1600 abitanti, riuscirà a prendere più soldi di Corigliano, fino all’arrivo della Commissione d’Accesso antimafia. E potrei continuare per ore. Una sequela di fallimenti e “magre figure” senza soluzione di continuità. Sicuramente Geraci, in 4 anni e mezzo da sindaco, è riuscito a raccontarne di barzellette, e pure belle grosse. Ne vogliamo ricordare qualcuna?
Le “barzellette” di Geraci
Partiamo dalla raccolta differenziata. Geraci è riuscito a far passare un progetto costosissimo ed inutile di raccolta dei rifiuti (ne scriverò meglio in un prossimo comunicato), effettuato a “macchia di leopardo”, addirittura per una “rivoluzione”. “Rivoluzione” che per i cittadini consiste non solo in bollette salatissime da dover pagare ma pure nella trasformazione delle proprie abitazioni private in mini “discariche” casalinghe ove stoccare rifiuti in nome e per conto del Comune per poi recapitarli, diritti diritti, all’Ecoross già belli e differenziati. Ed il tutto in cambio di nessun vantaggio tangibile che sia degno di nota se non la solita stucchevole e generica “tutela dell’ambiente“. Non è una “barzelletta”?
E vogliamo parlare del canile? Geraci in 53 mesi di consiliatura è riuscito a spendere oltre 1 milione e 284 mila euro (circa 2 miliardi e 500 milioni di lire) per sfamare cani. Con una media di più di 24 mila euro al mese. In pratica 50 milioni ogni singolo mese per assicurare il “dovuto” sostentamento dei cani. Il tutto mentre l’OCSE pubblica dati impietosi sul nostro Paese. L’Italia, ad oggi, è tra i primi posti in Europa per numerosità di giovani poveri e disoccupati, costretti spesso ad emigrare all’estero. E mentre c’è sempre più gente a rovistare nei cassonetti e a mangiare alla Caritas questo personaggio da 4 anni e mezzo a questa parte si permette di spendere 50 milioni di lire al mese dei nostri soldi per sfamare i cani. Ed il tutto in assenza di qualsiasi serio programma di sterilizzazione dei randagi. Questa è o non è una “barzelletta”?
Riscossione dei tributi “all’acqua di rose”. Tasse che non entrano e nuova società di riscossione che utilizza localmente solo 7 dipendenti (dei quali ben 5 in part-time) per recuperare i tributi da ben 19’000 famiglie (in pratica, ogni dipendente deve occuparsi di 2’714 famiglie, ed il tutto part-time). Una Città di 40’000 abitanti, sesta della Calabria, che dovrebbe essere piena di soldi e che, invece, solo nello scorso 27 aprile era rimasta senza un euro in cassa a causa di spese incontrollate e mancate riscossioni dei tributi. Una Città che con Geraci ha fatto oltre 18 milioni di euro di debiti (36 miliardi delle vecchie lire) che noi, i nostri figli, nipoti e pronipoti pagheremo in “comode” rate trentennali col sudore della fronte delle nostre tasse, che aumenteranno anno dopo anno “grazie” a Geraci, anche quando quest’ultimo sarà solo un lontano e amaro ricordo. Questa non è una “barzelletta”?
E per il momento mi fermo qui. Ci sarà tempo e modo, nella prossima campagna elettorale (del 2018 o del 2020, staremo a vedere) per raccontarvele tutte le “barzellette” di Geraci e compagnia, per filo e per segno, e spero che una sola campagna elettorale possa davvero bastare a raccontarvele tutte, note e meno note.
Barzellette al quadrato
Ma l’apoteosi, la fattispecie che ha trasformato Corigliano nella “barzelletta” d’Italia facendole varcare di diritto i confini Calabresi, il “barzellettiere” Geraci l’ha raggiunta con la fusione. Nessuno, e dico nessuno, nella storia millenaria dei Comuni Italiani, era mai riuscito a raggiungere vette di tale e tanta comicità. Un sindaco che prima vota e fa votare convintamente a quasi tutto il Consiglio Comunale l’atto d’impulso alla fusione e poi, in tutti i modi, dopo 1 anno, ed a poche settimane dal referendum, tenta di convincere (invano) quel che resta della sua “maggioranza” a ritirarlo. Un sindaco che si è auto sfiduciato prima in Consiglio e poi nella pubblica piazza ricevendo perfino sfiducie a mezzo stampa, a lui ed alla sua giunta, da ben 10 consiglieri comunali dei quali 7 di “maggioranza”, come se non fosse bastata quella quasi “raccattata” in Consiglio. E tra i quali Consiglieri spicca anche la “sfiducia” proprio dell’”oppositore” Giovanni Torchiaro che appena qualche settimana fa in Consiglio Comunale ha evitato si mettesse ai voti la proposta di ritiro dell’atto d’impulso, salvando la poltrona del sindaco e pure la sua, che non guasta mai. Un sindaco che palesa il suo “No” (dopo avere votato e fatto votare “Sì”) ospitato nella piazza del locale Movimento 5 Stelle il cui portavoce ed “oppositore” Sapia solo fino a ieri faceva il Presidente della Commissione sulla Fusione e che solo nello scorso luglio, in un Consiglio Comunale delicatissimo sugli equilibri di bilancio, “salvava” (tanto per cambiare, ed unitamente ad altri consiglieri d’opposizione) anch’egli la seggiola di Geraci (e pure la sua, che non guasta mai) permettendo allo stesso Geraci di raggiungere il numero legale per proseguire i lavori. Ma, del resto, da un partito capitanato da un comico a livello nazionale che cosa ci si poteva aspettare?
Dulcis in fundo
Ma, forse, lo spettacolo più “curioso“ al quale abbiamo assistito ultimamente è questo qui. Negli ultimi mesi, tutti i consiglieri comunali Coriglianesi si sono adoperati, chi più e chi meno, nella campagna informativa sulla fusione, chi per il “No”, chi per il “Sì”. Tutti tranne il Consigliere Turano, ovvero proprio quel consigliere delegato appositamente alla fusione dal sindaco ed il quale più volte ha rappresentato la Città di Corigliano, e le ragioni della fusione, alla Cittadella Regionale al cospetto di Oliverio. Proprio lui che solo l’altro ieri, unitamente ad altri consiglieri di maggioranza, si è opposto in tutti i modi al ritiro della delibera dell’atto d’impulso per portare avanti il “Sì” alla fusione. E’ o non è “curioso“ il fatto che proprio il consigliere delegato alla fusione non abbia mosso neppure un dito per la… fusione??? Come potremmo spiegarci tutto ciò? Le opzioni sono 2: o il Turano ha subodorato da tempo l’eventualità che a Corigliano possa prevalere il “No” e lui possa ritrovarsi dalla parte sbagliata della staccionata correndo debitamente ai ripari oppure, in ultima istanza, si è ritirato frettolosamente sulle posizioni di Geraci, tentando di fare meno rumore possibile durante il tragitto a ritroso. “Ufficialmente” a favore della fusione, “ufficiosamente” contro. In entrambi i casi, si è assistito alla solita triste scena della politica “dei due forni “ (un po’ di qua, un po’ di là, un po’ su, un po’ giù, un po’ sopra, un po’ sotto, un po’ a destra, un po’ a sinistra, un colpo al cerchio ed uno alla botte, chè non si sbaglia mai) che manco nella “Prima Repubblica” delle banane. Una cosa è certa, salvo scioglimento anticipato, Geraci ha già preannunciato la sua ricandidatura (magari in virtù degli “eccellenti” risultati raggiunti in questi anni…) e qualcuno che nutriva spropositati appetiti politici dovrà rivedere i suoi programmi e pagare pegno.
Fusione “Sì” o “No”???
Negli ultimi dieci giorni, tutti i cittadini che mi hanno fermato per strada, al supermercato, alla posta o alla banca mi hanno detto tutti la stessa cosa: “dottò, ma siamo sicuri che dobbiamo votare No? Perché mò pure Geraci vota No!”. O, ancora, “ma se Geraci vota No vuol dire che abbiamo la prova provata che la fusione allora è buona, e la dobbiamo votare!!!”
Come fai a dare torto a questi signori?
Ne ha “convertiti” più Geraci al “Sì” con la sua “uscita” sul “No” che la liquefazione del sangue di San Gennaro al Duomo di Napoli.
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COMUNICATO STAMPA
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