Il caso Giulia Montera, il papa’ ai medici: “Lasciatevi giudicare“ |
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domenica 1 ottobre 2017 12:13 |
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Sul caso di presunta mala sanità riguardante la piccola Giulia, difesa dall’ avv. Giovanni Zagarese del foro Castrovillari e dall’ avv. Massimo Micaletti del foro di Teramo, si registra l’intervento del padre della piccola Gabriele Montera, Presidente dell’associazione nazionale onlus
“unalottaxlavita“, che commenta la possibilità di prescrizione del reato nella vicenda che vede coinvolti Maria Grazia Pagliuso, Francesco Milillo e Giosualdo Cocone, rinviati a giudizio con le accuse di omissione di amministrazione di idonea terapia, mancata diagnosi, imprudenza, negligenza ed imperizia.
«E’ una vergogna, è una realtà e un rischio difficile da digerire. Non è giusto uscirsene indenni come se nulla fosse successo. Giulia merita giustizia!». «Il diritto penale determina l’estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo: a distanza di molto tempo dal fatto, lo Stato non ha interesse a punire la relativa condotta, e ciò potrebbe avvenire anche nel nostro caso, che va avanti da anni. Tutto questo - sottolinea il presidente Montera - non ha alcun senso per un padre che chiede giustizia, e non è neppure giusto nei confronti di tutti quei professionisti, e sono tantissimi, che ogni giorno svolgono con impegno e dedizione il proprio lavoro».
Il presidente Montera si rivolge agli imputati, a quelle stesse persone oggi a processo, richiamando i principi di sacralità del giuramento di Ippocrate rivendicando, di fatto, il pieno diritto a conoscere la verità sul perché oggi la figlia sia affetta da patologie gravissime.
«Anche voi medici imputati – continua Montera - avete diritto ad una giusta sentenza, ed è giusto che siate assolti se avete fatto bene, così come è giusto siate condannati penalmente se avete commesso errori.
Da cinque anni - spiega Montera - sostengo che mia figlia è vittima di malasanità attraverso tv, radio locali e nazionali e carta stampata: da altrettanti anni, la controparte sostiene invece il contrario, ovvero di essere innocente e di avere svolto il proprio compito con professionalità e dedizione, tesi non tanto credibile dopo che un incidente probatorio ed il conseguenziale rinvio a giudizio pende sul loro capo: chiedo ai medici, già rinviati a giudizio, di non sfuggire alla sentenza di una Corte soltanto perché una prescrizione lo consente, bensì di lasciarsi giudicare sempre. Spero - conclude Montera- che talune persone abbiano una dignità umana e morale . Non potrò mai dimenticare le accuse mosse da questi camici bianchi nelle quali mi si additava come l’unico responsabile del danno di mia figlia, pesa come un macigno il fatto che mi è stato negato il diritto di essere chiamato papà. I medici in questione , seppur graziati dalla prescrizione, sempre colpevoli rimarranno se nessuna sentenza li proscioglierà dal reato. In questa storia una cosa è certa: una bambina sta pagando un prezzo troppo alto e, sebbene la legge italiana consente di evitare il giudizio per intervenuta prescrizione, esiste comunque un tribunale divino al quale è impossibile sottrarsi: pertanto, chiedo ai medici coinvolti di fare sì che la giustizia possa fare il proprio corso. Chiedo di rinunciare alla prescrizione: se in cuore vostro sapete di essere innocenti, nessun giudice potrà mai condannarvi e attribuirvi colpe inesistenti. Cosa diversa, invece, se siete colpevoli . Dimostrate ai Vostri figli che siete comunque buoni padri e buone madri di famiglia e siete pronti, come giusto che sia, a prendervi le vostre responsabilità e pagare per gli errori fatti se errori avete commesso. Ho fede, voglio augurarmi un cambio di rotta, un sussulto di responsabilità, voglio sperare nella dignità delle persone e nell’ onore dei singoli. La verità è la cosa più bella che possa esistere, nessuno è perfetto e tutti possono sbagliare, ma fuggire dalle proprie responsabilità non posso accettarlo».
Il papà della piccola, originario di Corigliano ma da anni domiciliato a Palermo / beffa nella beffa, conclude sottolineando come «la regione che diede i Natali alla bambina non sia in grado di assisterla per mancanza di strutture idonee, tanto meno il futuro ospedale unico che dovrebbe sorgere nella Sibaritide lascia ben sperare».
SCHEDA INFORMATIVA
Giulia Montera, nasce a Corigliano Calabro, presso l’ospedale “G. Campagna“ il 30 Marzo 2010. Lauricella Maria, madre della piccola, per ben nove mesi viene seguita nel reparto di Ostetricia e ginecologia di Corigliano. Dopo svariate ecografie di routine, anche morfologiche, si decide, senza alcun motivo di urgenza, di effettuare parto cesareo. Nel periodo dei nove mesi di gravidanza si evidenzia un quadro della nascitura in perfette condizioni di salute, nessuna anomalia si rinviene. All’atto della nascita, avvenuto il 30 marzo 2010, presso il blocco operatorio del locale ospedale “Guido Compagna” di Corigliano, e dopo circa 105 minuti di permanenza in sala operatoria, si evidenzia sulla neonata una patologia denominata piede torto bilaterale mai evidenziatasi nel corso dei nove mesi di controlli ecografici. Dopo circa sette giorni dalla nascita, e dopo controlli e visite continue, da parte di tutti i medici in forza al reparto di Pediatria del locale ospedale “Guido Compagna”, in quei giorni di servizio, Giulia Montera viene dimessa dall’equipe medica dopo aver accertato “discrete condizioni di salute e con sospetta osteocontrodisplasia a carattere ereditario paterno”.
Giulia Montera non in condizioni di relazionarsi con il mondo esterno, manifesta chiara incapacità motoria. Nel frattempo la piccola perde peso, non si alimenta. Il 12 Aprile viene ricoverata presso l’ospedale pediatrico Bambino Gesu’ di Roma, in regime d’urgenza, codice rosso, e messa in incubatrice. Trasferita a portata a Roma con mezzo proprio ed accompagnata dai suoi genitori. Viene dimessa dal reparto di terapia intensiva neonatale dello stesso presidio ospedaliero Romano Bambino Gesu’, in data 30 Aprile 2010 con diagnosi di scarso accrescimento, reflusso gastro esofageo, piede torto equino varo supinato bilaterale e disturbi nell’alimentazione. In data 2 Giugno 2010 la piccola ritorna presso l’ospedale di Corigliano, a causa di profondo stato di malessere, neanche in questa occasione viene diagnosticato nulla. Dopo continue insistenze da parte dei genitori viene trasferita con il 118 all’ospedale L’Annunziata di Cosenza, dove romane ricoverata per quattro giorni per poi essere dimessa con un sostanziale nulla di fatto se non solo aver accertato che è stata fatta nascere 4 settimane prima della scadenza naturale. Intorno all’ 8 Giugno dello stesso anno, Giulia viene ricoverata a Roma, per volontà dei genitori, di nuovo presso l’ospedale pediatrico Bambino Gesu’, in regime d’urgenza, nel reparto di neurologia e dopo circa venti giorni viene dimessa con la diagnosi di epilessia focale in bambina con malformazione celebrale e grave ritardo neuro motorio, sospetta Pachigiria. Il 15 Febbraio 2011, Giulia avverte problemi di respirazione talmente gravi da diventare anche cianotica in viso, pertanto viene accompagnata, ancora una volta, all’ospedale di Corigliano per gli accertamenti del caso, passando prima come da protocollo dal locale presidio di pronto soccorso. Dopo vari accertamenti, tra cui rx torace ed eco-addome, il personale preposto referta che la piccola sta bene e quindi viene dimessa. Il 20 febbraio 2011 Giulia a seguito delle sue condizioni di salute viene ricoverata a Roma, sempre presso il Bambin Gesu’, e sempre in modo autonomo da parte dei genitori, esattamente per la terza volta, e qui in contrasto nuovamente con le diagnosi dei medici del Guido Compagna, ricoverano un’altra volta la bambina in bronco pneumologia e dopo accertamenti viene trasferita nel reparto di chirurgia digestiva dove subisce tre operazioni: piloristomia, nissen, e peg. Giulia rientra a casa nella sua Corigliano. I familiari decidono di mettere tutto bianco su nero e denunciano tutto all’ autorità competente. Passano i giorni, le settimane, Giulia non reagisce ad alcun stimolo, non parla, non ride, non piange e neanche accenna un minimo passetto. A Giugno/Luglio 2011 , si decide di portare Giulia presso un ospedale a carattere riabilitativo. Si aprono le porte della Nostra Famiglia del Bosisio Parini di Lecco. Arriva per i genitori di Giulia una brutta notizia, la loro piccola non camminerà mai , non parlerà mai e la vista insieme all’ udito sono fortemente compromessi tanto da far ipotizzare la cecità assoluta e la semi sordità . Si ritorna a Corigliano con l’ennesima brutta notizia. Cominciano per Giulia trattamenti giornalieri di fisioterapia domiciliare mista a psicomotricità. Al contempo i viaggi della speranza di Giulia si moltiplicano vertiginosamente all’ indirizzo del Bambin Gesu’, unita’ operativa di ortopedia, poiché iniziano trattamenti mirati con apparecchi gessati prima a cadenza settimanale poi quindicinale e poi mensile. I familiari non si arrendono, inizia un vero e proprio girovagare tra i migliori centri ospedalieri Italiani quali ad esempio il Gaslini di Genova ed il Carlo Besta di Milano. Il 23 Marzo 2014 per Giulia, che si trova con la famiglia a Palermo, sembra essere finita. Un improvviso distress respiratorio ferma Giulia. La situazione peggiora, inizia una lunga corsa a sirene spiegate dell’ ambulanza che trasporta la piccola da Mondello, luogo dove alloggia, al Di Cristina. Breve visita di routine in pronto soccorso e poi attraverso il reparto di pneumologia per la piccola sfortunata si aprono le porte del reparto di rianimazione, sempre del Di Cristina guidato dal direttore Giancarlo Coffaro. E’ la notte più buia e più lunga per Giulia, la piccola è li inerte e sembra quasi ormai iniziato il suo conto alla rovescia. E’ il dott. Pollicino, medico in servizio quella notte, ad opporsi al peggio. Giulia esce dopo quattro mesi di degenza ma con tante sofferenze in piu’ . La piccola subisce una tracheostomia, il suo futuro’ sara’ comunque per sempre legato ad una macchina di ventilazione e ad una bombola di ossigeno. I suoi polmoni da soli non sono piu’ in grado di mantenerla in vita. Le difficoltà aumentano ed i soldi scarseggiano nel mentre ciò che al Bosisio Parini di Lecco anni addietro si era pensato oggi ottiene certezza, Giulia non ci vede. Giulia Montera continua a tutt’ oggi nei suoi viaggi della speranza per cure, esami e controlli , pellegrinando tra Palermo, Roma, Milano, Verona e Lecco. Per papà Gabriele e mamma Maria però ora occorre inventarsi qualcosa di concreto, le serate organizzate non bastano più , sara’ forse la crisi, ed ecco che si pensa alla realizzazione di un libro che racconti la storia vera di Giulia e poi magari sulla base dello stesso la realizzazione di un film, il tutto sotto l’ egida dell’ associazione unalottaxlavita onlus. Ma per ora la sola certezza per i Montera è quella di sperare in un futuro migliore. L’ unica certezza economica per Giulia sono gli amici di facebook, ed alcuni gruppi in essi presenti, e qualche associazione amica. Giulia oggi dimora a Palermo.
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COMUNICATO STAMPA
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