Siinardi: Consiglio Comunale, revoca e crescente nervosismo… |
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lunedì 11 settembre 2017 08:47 |
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Sto leggendo con molta simpatia i commenti apparsi e sparsi sui vari social in merito all’opportunità o meno del Consiglio Comunale Coriglianese di revocare l’atto di impulso alla fusione nel prossimo Consiglio. Il sottoscritto, in realtà, in ordine alla “legalità” di tale revoca ha messo “sul piatto“ numerosi interrogativi, e da tempo, in ordine ai quali, ahimè, nessuno riesce a dare una tanto specifica quanto esauriente risposta:
alcuni sostenitori del “Sì”, per la verità molto pochi, palesano la convinzione di come il Consiglio Comunale Coriglianese, e relativamente alla fattispecie fusione, sembrerebbe non avere alcun titolo ad intervenire in quanto qualsiasi decisione dovesse assumere, o abbia mai inteso assumere in tal senso, questa non conterebbe nulla ai fini del procedimento dell’istituzione del Comune Unico. Allora, personalmente continuo a Domandarmi:
1) Per quale motivo il Consigliere Regionale Graziano ha presentato l’apposito disegno di legge sulla fusione n. 182/10 soltanto 9 mesi dopo che entrambi i consigli Comunali ebbero approvati gli appositi atti di impulso a mezzo delibere consiliari?
2) Per quale motivo, atteso come le volontà del Consiglio Comunale Coriglianese (secondo taluni) non contino nulla, il Consigliere Regionale Graziano non ha presentato apposito disegno di legge sulla fusione autonomamente e ben prima che il Consiglio Comunale Coriglianese ne approvasse il relativo atto di impulso?
3) Per quale motivo, atteso come le volontà del Consiglio Comunale Coriglianese non contino nulla (secondo taluni), allo scorso Consiglio Comunale del 12 agosto tenutosi a Corigliano, e durante il quale si rese necessario presentare una mozione al fine di revocare l’atto di impulso originario, partecipò mezza cittadinanza rossanese sembrerebbe per vigilare attentamente affinché ciò non accadesse, come in realtà poi fu? (E qualcosa mi dice che al prossimo Consiglio Comunale non andrà differentemente).
4) Per quale motivo, dunque, se la revoca dell’originario atto di impulso da parte del Consiglio Comunale Coriglianese non avrebbe alcun valore legale ai fini dell’eventuale istituzione del Comune Unico (come taluni pensano) vi è un così tale e tanto spasmodico interesse, comunque, affinché l’atto non venga assolutamente revocato?
5) Come mai tutti gli 86 Comuni fusi in Italia dal 1946 ad oggi hanno scelto autonomamente di prendere parte ad un processo di fusione mediante approvazione dell’atto di impulso in sede consiliare? Come mai, per tali comuni, il progetto di fusione non è mai stato approvato direttamente dalle Regioni senza dovere passare per i Consigli Comunali locali?
Lo stesso Consigliere Regionale Graziano ha ritenuto, del tutto correttamente, in un recentissimo comunicato stampa ufficiale, sicuramente “condivisibile la necessità di rivedere e migliorare la normativa regionale”. E se la necessità di rivedere la legge sulla fusione l’ha palesata lo stesso Consigliere Graziano, estensore della proposta di legge sull’istituzione del Comune Unico su impulso di entrambi i Consigli Comunali, allora penso proprio vi sia da credergli. In più, non è dato comprendersi come mai le Città di Cosenza e Rende stiano ben temporeggiando in attesa che la normativa venga riveduta e corretta prima di recarsi alle urne e, invece, i Cittadini di Corigliano e Rossano debbano necessariamente recarsi al voto in queste condizioni particolari di aleatorietà legislativa e, quindi, fungere da cavia (e magari replicare il caso di Spezzano Piccolo e Casali del Manco).
Allora, visto che i sostenitori della fusione sembrano essere così convinti di non avere nulla da temere da un’eventuale revoca dell’atto di impulso, lascino che la democrazia faccia naturalmente il suo corso e lascino che i Sigg.ri Consiglieri Comunali Coriglianesi esercitino compiutamente le proprie prerogative consiliari attraverso il loro sacrosanto diritto di revocare una deliberazione che non hanno mai voluto ed alla quale non hanno mai creduto, sin dall’inizio. Sulla bontà o meno di tale provvedimento, eventualmente, saranno poi i giudici amministrativi ad esprimersi nelle sedi all’uopo destinate. Se l’eventuale revoca dell’atto di impulso alla fusione non ha davvero alcun valore legale, non si riesce davvero a capire perché qualcuno si stia scaldando così tanto.
Dott. Enzo Claudio Gaspare SIINARDI
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COMUNICATO STAMPA
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