Fusione e morte dell’iter democratico |
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mercoledì 9 agosto 2017 14:20 |
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Ad oggi continuare a parlare dei benefici della fusione sarebbe ultroneo, ne sono stati elencati a bizzeffe, in tutte le versioni, in tutti gli ambiti economici e politici, spulciando leggi e “casi simili” ed ognuna di queste valutazioni ha sempre portato al risultato finale di un oggettivo miglioramento in tutti gli ambiti della macchina comunale. Sorvolando sui 62 studi di fattibilità tutti espressisi in maniera positiva a tale istituto giuridico. È stato spiegato in tutte le maniere che Rossano non avrebbe nulla da portarci via poiché Corigliano non ha uffici periferici della pubblica amministrazione ma che in ogni caso sarebbe un bene cercare di difenderli creando un agglomerato urbano forte, di contro, c’è chi sosteneva che l’aumento della popolazione non avrebbe portato benefici perché da separati siamo più forti, e con queste risposte capisci che non c’è nulla da fare con chi a priori ha assunto già una posizione, esatto, perché basta osservare cosa in 25 anni le nostre comunità (divise) hanno dovuto patire. In atto c’è anche il tentativo di Orlandino Greco e Franco sergio di eliminare del tutto ogni processo di fusione in Calabria mediante l’applicazione del quorum ad un referendum consultivo pari al 50% (mi viene da ridere mentre scrivo), mentre in Italia, a mala pena, le elezioni politiche ed amministrative raggiungono il 30-35% di preferenze tra gli aventi diritto al voto, senza dimenticare che il referendum consultivo dalla nascita della Repubblica ad oggi è stato utilizzato una volta sola. Si confonde volontariamente la figura del referendum consultivo con quello “classico” previsto dal dettato costituzionale ma qui dovrei rinviare a studiare tale istituto giuridico ma, chiedo a me stesso: c’è volontà di documentarsi senza infingimenti su tale argomento?. La risposta è lapalissiana. E pensare che c’è chi giustifica un limite così assurdo senza fornire alcun sostegno logico !. Ci si trincera dietro la fandonia della “popolazione che deve essere partecipe”, ma esiste in tale frase un senso di onestà intellettuale? Ripeto, perché non ci si pone lo stesso problema per le elezioni amministrative o politiche? Inutile parlare al sordo che non vuol sentire. Il caso più singolare e riprovevole in merito alla fusione avviene tuttavia nel Comune di Corigliano Calabro, in cui diversi componenti dell’assise prima votarono in favore dell’atto di fusione tra le due città salvo poi fare dietrofront e rinnegare ciò che avevano votato, impegnandosi in prima linea per la raccolta di firme in senso contrario a tale iter amministrativo. Difatti il 12 agosto 2017 alle ore 10,30, in virtù dell’art. 30 Statuto Comunale, sulla base di una istanza propugnata da diversi cittadini firmatari, si affronterà in consiglio Comunale la tematica della fusione con le relative determinazioni. Premesso che è importante dare voce ai cittadini poiché questi risultano essere i detentori del potere politico la domanda che sorge è: ma questo dissenso i cittadini non potrebbero esprimerlo mediante il referendum consultivo del 22 ottobre 2017? Non sarebbe più democratico far scegliere a tutta la popolazione coriglianese cosa sia più opportuno fare in merito al processo di fusione? Non rappresenta il massimo momento democratico quello del voto libero? A quanto pare no, risulta essere molto più importante soffocare l’iter revocando l’atto di impulso che chiedere al popolo cosa intenda fare, ed anziché giocarsi la partita sul campo si preferisce sequestrare il pallone e vincere a priori senza neanche giocarsela. Ci sono verità nascoste ed altre malcelate e chi scrive è convinto che buona parte di questa resistenza sia legata al timore che molti consiglieri comunali temano di scomparire dall’area politica, esatto, poiché come da me già scritto su di un bacino di 80.000 abitanti con 1000 voti non ce la fai ad essere consigliere comunale, se non hai un buon progetto nessuno ti voterà ed avrai certe difficoltà nella coltivazione del tuo orticello di preferenze. Non sono mai stato tenero con chi intende essere giudice e giuria né tantomeno intendo non esserlo con questo scritto, occorre tuttavia che tutti coloro i quali vogliano votare liberamente insorgano contro lo scempio che si vuole fare della democrazia coriglianese il 12 agosto 2017, mentre in molti saranno intenti a godersi un meritato riposo, molti altri dovranno impegnarsi ad essere presenti nella sala consiliare designata per questo consiglio comunale straordinario al fine di dimostrare che la cittadinanza non “dorme” su certi temi e che tutti noi vogliamo poter esprimere le nostre preferenze senza dover subire passivamente la volontà di chicchessia, senza far parlare gli altri per conto di tutti. Sarebbe necessario nella data sopra indicata dare vita ad una rivolta spartachista per combattere i soprusi a cui vogliono sottoporre tutti noi, alla quale ci vorrebbero passivamente piegare. Solo con coraggio e presenza e guardando negli occhi determinate persone si potrà sortire l’effetto desiderato, ossia, il creare una situazione di disagio nelle menti dei gaglioffi politicizzati ben radicati sui loro scranni. In sostanza tutti i cittadini liberi e non corrotti vogliono votare, ci si vuole esprimere, piaccia o non piaccia.
Daniele Torchiaro, fervente democratico
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COMUNICATO STAMPA
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