Quel giorno il vento spirava leggero il suo soffio. Nella vallata, ignari e felici lavoravano i contadini stanchi. Il padrone mangiava la carne, beveva del vino e felice cantava. Nei campi infuocati il sole batteva bruciando quei visi sfruttati e sereni. Ma il soffio del vento che porta progresso, stura le orecchie del popolo demente. Il vento trasporta la voce di Mao che al cuor del padrone fa tanto male. In piazza la folla protesta e dibatte di togliere fuori il padrone alle masse. Echeggia vicino, risuona lontano e tutti gli orecchi stan lì ad ascoltare. Il vociare del vento si è quasi calmato. Nella vallata non c’è più l’ignaro villano che lavorava per essere sfruttato. Ma tutti quei cuori, umiliati e offesi, sono mutati, ora tutti nel bene.