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SIINARDI: comitati pro-fusione, “aria fritta” un tanto al kilo… replica all’Avv. Torchiaro
 martedì 11 luglio 2017 09:44
SIINARDI: comitati pro-fusione, “aria fritta” un tanto al kilo… replica all’Avv. Torchiaro Ho letto con estremo interesse l’ennesimo comunicato stampa, questa volta a firma del caro amico Avv. Daniele Torchiaro, il quale non fa che confermare ampiamente, utilizzando le stesse leggi regionali da lui citate, quanto da me espresso nel mio ultimo comunicato relativamente alle problematiche “tecniche” del referendum sulla fusione il quale, se ne avete tempo e voglia, vi invito a rileggere (http://www.coriglianocalabro.it/index.php/politica/15819-siinardi-i-trucchetti-del-referendum-e-gli-scienziati-della-fusione).

Come un “allegro chirurgo”, in questo breve comunicato avrò piacere di sezionare autopticamente “l’aria fritta” contenuta, a iosa, in quanto ho appena letto, relativamente a presunte “bugie latenti” (niente di meno).

1) Prima presunta “bugia latente”: l’avvocato Torchiaro è convinto che, ai fini del risultato finale, non verrà considerato il totale dei voti espresso congiuntamente dall’intero “bacino d’utenza” (ovvero Corigliano e Rossano messi insieme) ma, al contrario, per la decisione finale verranno considerate le singole volontà delle singole Città. A supporto di quanto detto, l’Avv. Torchiaro scrive che l’art. 44/1983, così come modificato dalla LR 43/2016, ad oggi si leggerebbe così: “… la proposta referendaria si intende accolta nel caso in cui la maggioranza dei voti validamente espressi sia favorevole alla medesima…”. E’ del tutto evidente come l’articolo 44 (http://www.consiglioregionale.calabria.it/upload/testicoordinati/1983-13_2016-03-02.pdf), nonostante le recenti modifiche intervenute con la legge regionale n. 43 del 27 dicembre 2016 (http://www.consiglioregionale.calabria.it/upload/testicoordinati/2016-43_2016-12-271.pdf), continui a non fare alcun riferimento alle volontà espresse singolarmente dalle Città ma solo ed esclusivamente “alla maggioranza dei voti validamente espressi” e, dunque, quelli espressi cumulativamente da Corigliano e Rossano. Diverso sarebbe stato il discorso se, subito dopo “validamente espressi” la modifica avesse inserito la dicitura “dai singoli collegi” o “dalle singole Città”. A tale proposito, inoltre, inviterei l’Avv. Torchiaro a specificare le norme, di sua conoscenza, le quali disciplinano, a suo dire, il conteggio dei voti per ogni singola Città ai fini della vittoria finale.

Che a contare, invece, sia la maggioranza dei voti espressi dall’intero bacino d’utenza e non dai singoli collegi è sottinteso e lo dimostra, dati alla mano, la fattispecie che ha recentemente interessato il comune di Spezzano Piccolo. Infatti, nel referendum di marzo scorso il comune di Spezzano Piccolo, unitamente ai comuni di Trenta, Casole Bruzio, Pedace e Serra Pedace, furono chiamati ad esprimersi sull’opportunità di fondersi in un unico comune denominato “Casali del Manco”. L’unico comune che votò contro la fusione fu proprio Spezzano Piccolo (https://www.quicosenza.it/news/provincia-cosenza/144568-referendum-passa-si-alla-fusione-dei-cinque-comuni-della-presila-cosentina) il quale, nonostante ciò, venne annesso di forza al neo istituito comune di Casali del Manco. Questo è il Decreto Regionale di istituzione del nuovo Comune (http://www.consiglioregionale.calabria.it/upload/testicoordinati/2017-11_2017-05-05.pdf). All’art.1 del decreto, come potete vedere, è presente anche il Comune di Spezzano Piccolo, annesso anti democraticamente e contro la volontà della maggioranza degli elettori, al neo costituito comune. Tuttora è in corso l’iter che ha portato i cittadini di Spezzano Piccolo, giustamente, a proporre ricorso avverso tale annessione forzata. Quindi, la fattispecie di Spezzano Piccolo rappresenta la conferma provata che verrà considerata la sommatoria dell’intero bacino d’utenza e non dei singoli collegi. Se così fosse stato, infatti, Spezzano Piccolo non sarebbe mai stato incluso nel nuovo comune di Casali del Manco, avendo votato contro.

2) Seconda presunta “bugia latente” l’irreversibilità della fusione: secondo l’Avv. Torchiaro l’irreversibilità della fusione sarebbe una falsità. Non riesco a capire cosa centri, invece, la reversibilità delle varie fasi della fusione da me mai citate. La fusione, una volta fatta, ovvero una volta istituito il nuovo comune, è del tutto irreversibile. A prescindere da ciò che ne pensi l’Avv. Torchiaro. Anche in questo caso invito il caro amico Daniele a produrre le norme di legge che disciplinano il percorso inverso: ovvero la re-istituzione dei vecchi comuni e la soppressione del nuovo comune istituito. E’ molto simpatica, inoltre, la parte in cui, l’Avv. Torchiaro dice che nel “terzo passaggio, lo studio di fattibilità il quale indicherà se è conveniente o meno fare tale passo”. Quindi, come primo passo facciamo il referendum, una volta che avremo deciso di istituire il nuovo comune unico poi, e solo poi, decideremo se è conveniente istituirlo (???). E se poi non è conveniente? I soldi del referendum buttati nel cestino, tanto paga Pantalone. Non sarebbe, forse, più plausibile decidere prima se la cosa è conveniente e poi lasciare che i cittadini ci votino su? E’ un po’ come se una famiglia decidesse prima in che località estiva recarsi a fare le vacanze e poi controllasse se il budget è sufficiente! Non sarebbe meglio scegliere fin da subito la località estiva in base al budget???

3) Terza presunta “bugia latente”: il “quorum” dei votanti. Come potete vedere dalla seguente deliberazione di Giunta Regionale (http://www.consiglioregionale.calabria.it/upload/istruttoria/PL%2090%20X1.pdf) il quorum partecipativo, prima previsto per i comuni calabresi, è stato abrogato. Non capisco, dunque, a quali bugie si riferisca il caro amico Daniele.

Vorrei concludere con un suggerimento grammaticale per il mio caro amico Daniele e buona parte dei sostenitori del “Sì” in generale: il “Si” senza accento (dal latino se) coincide con il pronome riflessivo atono di 3a persona. E’ il “Sì” con l’accento grave (dal latino sic) ad essere l’avverbio di affermazione.

Terminata tale operazione autoptica, e la breve lezione di semantica, mi auguro vivamente che le argomentazioni possano salire realmente di livello, che la discussione prenda un’altra piega e si possa cominciare a disquisire sui contenuti piuttosto che, addirittura, mettere in discussione le stesse “regole del gioco” le quali sono ben cristallizzate nelle leggi nazionali e regionali, e per ognuna delle quali ho allegato l’apposito link alle quali potrete consultarle.

Termino rivolgendo, ancora una volta, ai Comitati del “Sì” la richiesta di organizzare un ampio dibattito al quale possano prendere parte entrambi gli schieramenti in modo che i cittadini possano sentire, democraticamente, civilmente e contemporaneamente, entrambe le campane. Sarebbe bello, piuttosto che confrontarsi a noiosi colpi di comunicati stampa che sembra ormai non leggere più nessuno, a mio avviso, colloquiare vis à vis. Ma sembra quasi che i Comitati del “Sì” abbiano un certo (fondato) timore che i loro discepoli possano sentire qualche pensiero discordante e cambiare, magari, idea. E non è detto che non stia già succedendo.

Est modus in rebus.
    COMUNICATO STAMPA
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