Assolta coriglianese denunciata dalla conduttrice televisiva Barbara D’Urso |
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sabato 6 maggio 2017 20:53 |
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Termina positivamente la vicenda processuale che ha visto coinvolta la coriglianese D.S., denunciata dalla famosa conduttrice televisiva Barbara D’Urso per essere stata diffamata nel corso di una trasmissione mandata in onda il 24/01/2016 su “Mediaset Canale 5”. In particolare la conduttrice Barbara D’Urso nel corso della trasmissione aveva trattato l’argomento riguardante la procedura di riconoscimento giudiziale della paternità avviato da Francesca Michelon nei confronti del batterista dei Pooh, Stefano D’Orazio. Nello specifico, la giovane coriglianese D.S. inviava un messaggio tramite il proprio profilo Facebook all’indirizzo della conduttrice televisiva Barbara D’Urso, offendendola con frasi dal contenuto diffamatorio. La sig.ra D.S. veniva pertanto denunciata dalla conduttrice televisiva per il reato di diffamazione aggravata dall’utilizzo di uno strumento, quale quello del social network Facebook, idoneo a far conoscere le infamanti accuse ad un numero indeterminato o comunque quantitativamente apprezzabile di persone. La Procura della Repubblica del Tribunale di Monza, avviava pertanto una indagine finalizzata all’accertamento della precisa identità del soggetto che aveva inviato il messaggio e tale soggetto veniva con certezza identificato nella coriglianese D.S. Nel corso del successivo processo celebrato presso il Tribunale di Monza la sig.ra D.S. è stata assistita dall’Avv. Pasquale Di Iacovo, il quale forniva una serie di elementi volti a dimostrare che le accuse rivolte dalla sig.ra D.S. alla conduttrice televisiva Barbara D’Urso, seppur aspre ed offensive, costituivano tuttavia un legittimo esercizio del diritto di critica, in quanto la conduttrice televisiva aveva condotto la trasmissione televisiva schierandosi apertamente a favore del batterista dei Pooh e dunque aveva posto in essere una condotta non imparziale, che ben prestava il fianco alle pesanti critiche ricevute. Il Tribunale di Monza, condividendo le argomentazioni del penalista coriglianese, ha ritenuto insussistente il contestato reato di diffamazione aggravata.
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COMUNICATO STAMPA
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