Salviamo il Castello di San Mauro |
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Vi soggiornò Carlo V reduce dalla conquista di Tunisi |
mercoledì 1 aprile 2015 19:10 |
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Immersi in un vasto aranceto a Cantinella, microscopica frazione nella fertile pianura di Corigliano Calabro (Cosenza), si trovano i monumentali resti del Castello di San Mauro, una grande fortilizio di campagna sconosciuto ai più ma custode di una illustre memoria storica. Fu edificato nel 1515 ad opera di Bernardino Sanseverino, principe di Bisignano e conte di Corigliano, titolo con cui resse lo splendido castello urbano al quale Fame di Sud ha dedicato un ampio servizio. San Mauro fu costruito sui ruderi di un precendente monastero medievale distrutto nel 977 a seguito di una incursione di pirati Arabi dell’emiro AI Qasim, provenienti dalla Sicilia. In questo stesso castello dal 9 al 13 novembre 1535, Pietro Antonio Sanseverino e la sua seconda moglie Giulia Orsini ospitarono¹ Carlo V d’Asburgo, Re di Spagna e Imperatore del Sacro Romano Impero, reduce dalla vittoriosa campagna di Tunisi² , con la quale tolse la città all’Impero Ottomano che la occupava. La tradizione racconta che per l’occasione in una sola battuta di caccia furono abbattuti ben 45 cinghiali, poi preparati dai cuochi per le tavole di un ricevimento la cui sontuosità e ricchezza di cibi, bevande e doni distribuiti agli ospiti, meravigliarono a tal punto l’Imperatore da fargli esclamare, scherzosamente, la celebre frase: “Vos es el Rey, o el Prence de Bisignano?” (voi siete il Re, o il Principe di Bisignano?). La tradizione racconta ancora che Giulia Orsini, moglie del Principe, particolarmente bella e di costumi disinvolti, pur di soddisfare i suoi desideri amorosi, usava ricompensare i suoi occasionali amanti con ingenti somme di danaro. Pare che anche in occasione della visita di Carlo V non abbia potuto fare a meno di cedere alle sue avances imperiali, ma il marito, Pietro Antonio Sanseverino fece finta di non accorgersi di nulla pur di ottenere altri privilegi dal sovrano. E’ noto però che partito l’imperatore, si perse traccia della bella Giulia, che qualcuno ritiene essere stata avvelenata o rinchiusa in convento, anche perchè a partire dal 1539 nel talamo nuziale del Sanseverino comparve Irene Castriota Scanderberg, figlia del grande condottiero albanese Giorgio Castriota Scanderberg, e anch’essa – stando a quanto riportano le fonti – molto bella. Quella che vi abbiamo raccontato è una piccola ma illustre pagina di storia del Sud con grandi protagonisti che hanno agito in un luogo di cui conserviamo testimonianza. Ma il tempo, gli elementi naturali, i vandali e l’incuria dell’uomo rischiano di completare la loro opera distruttiva ai danni di un monumento che potrebbe facilmente diventare un affascinante polo di attrazione culturale per il territorio di Corigliano Calabro, molto frequentato soprattutto durante il periodo estivo per via della vicina costa jonica. Oggi il fortilizio di San Mauro versa in cattivo stato di conservazione all’interno di un terreno di proprietà privata e la Soprintendenza ai beni culturali della Calabria dovrebbe garantire una qualche forma di intervento conservativo prima che sia troppo tardi. La destinazione ottimale di questo sito, se espropriato ed adeguatamente recuperato, potrebbe essere quella di sede di un Museo dedicato alla drammatica ed affascinante epoca delle incursioni piratesche nel sud Italia da parte di Saraceni e Turchi, la cui impronta culturale, nient’affato trascurabile, fa parte del nostro passato storico.
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famedisud.it
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