“RICCHEZZA E POVERTÀ“, nuovo componimento poetico di Luigi Visciglia |
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martedì 31 gennaio 2017 17:05 |
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RICCHEZZA E POVERTA’ 30 gennaio 2017
Musa morente! Canta la caducità, la decadenza, la falsa carità dell’egoismo umano. Dimmi! Cos’è la ricchezza? Abbondanza del superfluo. E la povertà? Mancanza del necessario. Ricchezza e povertà, germani nutriti dallo stesso cordone ombelicale. All’accrescimento della ricchezza si amplia la povertà, svanisce il senso umanitario. Come si formano ricchezza e povertà? Con lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, il tarlo del possesso, l’appropriazione delle risorse. A discapito altrui, rendono i ricchi disumani, ingordi di superflua opulenza e sottomissione del simile, ostentando con boria il superfluo. Si autoproclamano nobili, la loro anima è avara e avvizzita, il loro misero corpo subisce una metamorfosi, il sangue diventa acido lentamente blu. La disumanizzazione provoca servilismo, degrado, frustrazione, miseria. Solo Madre Natura provvede alle necessità. Gli Indiani d’America: il popolo degli uomini con il loro dio Manitù, rispettosi dell’umana specie, degli animali, del mondo vegetale e delle sacre acque. Non conoscevano la ricchezza e la povertà, vivevano in una condizione di normalità umana, rinunciando al superfluo. In un gioco utopistico, eliminando la povertà, muore la ricchezza, sparisce lo sfruttamento umano. L’uomo riacquista la sua dignità.
Luigi Visciglia
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COMUNICATO STAMPA
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