Siinardi: Corigliano, Comune sommerso dai debiti |
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venerdì 16 dicembre 2016 09:37 |
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Come tutti sappiamo l’attuale Amministrazione Comunale, retta dal Sig. Sindaco Giuseppe Geraci, si è insediata nel giugno 2013, dopo il periodo di commissariamento. Quello che non tutti sanno è che, al 31 dicembre 2012, l’indebitamento derivante da mutui e prestiti contratto dal Comune di Corigliano consisteva in 23 milioni di euro. Una cifra enorme. Per farvi capire di che cosa stiamo parlando basti pensare come la somma di 23 milioni di euro per tutti e 40 mila gli abitanti del Comune rappresenti un debito di 575 euro a testa. E quanto fosse già enorme un’esposizione debitoria del genere lo testimoniano anche le stesse parole della Corte dei Conti la quale, all’epoca, non esitò un attimo a definirla come un “forte indebitamento”. Dall’insediamento di Geraci ad oggi sono passati 42 mesi, la situazione sarà migliorata? Come no. Ad aprile 2016, con i soliti comunicati stampa ovviamente pagati a nostre spese, l’Amministrazione Geraci provvedeva ad informare la cittadinanza tutta di come l’approvazione del rendiconto 2015 rappresentasse “un risultato importante dopo un triennio difficile”. E sapete a quanto ammontava il debito del Comune di Corigliano al 31 dicembre 2015 tra mutui, prestiti ed anticipazioni di liquidità? Ben 37 milioni di euro, il 61% in più rispetto al 31 dicembre 2012. Decisamente un “risultato importante”. 14 milioni di euro di debiti in più rispetto a inizio consiliatura ed essenzialmente consistenti da richieste di anticipazione di liquidità alla Cassa Depositi e Prestiti, da restituire in comode rate annuali per 30 anni. Finiremo di rimborsarli a partire dal 2044. Con un debito pro-capite per cittadino Coriglianese schizzato dai 575 euro del giugno 2013 ai 925 del 31 dicembre 2015. Immaginiamo un po’ oggi come potrebbe definire un’esposizione di 37 milioni di euro la Corte dei Conti, se già la consistenza iniziale di 23 milioni era stata “bollata” come un “forte indebitamento”. E dal computo finale sono, ovviamente, esclusi tutti gli altri eventuali ed ulteriori mutui, prestiti ed anticipazioni contratti dal comune quest’anno, dei quali sapremo solo nella prossima primavera con l’approvazione del rendiconto 2016. E’ da specificare come l’indebitamento di per sé non può e non deve essere considerato alla stregua di un male assoluto. Anzi, se un’amministrazione comunale provvedesse ad utilizzare la sottoscrizione dei mutui una tantum e quale strumento complementare all’interno, ad esempio, di una “ricetta” che preveda, unitamente alla sottoscrizione del debito, anche la contrazione della spesa e, contemporaneamente, una consistente maggiore incisività nella riscossione dell’evasione tributaria, l’indebitamento avrebbe una sua indiscutibile utilità, per esempio per effettuare nuove spese di investimento e/o saldare vecchie pendenze. Questo perché, in un’amministrazione sana, la contrazione della spesa e le maggiori entrate permetterebbero il raggiungimento di un equilibrio strutturale il quale eviterebbe per il futuro di ricorrere ad ulteriore debito e, in più, si utilizzerebbero proprio le maggiori risorse, derivanti dal taglio alla spesa e dal recupero dell’evasione, per pagare le rate dei mutui evitando, in tal modo, di infierire ulteriormente sui cittadini. Il problema, però, è che l’amministrazione Geraci continua a ricorrere a tali strumenti senza, al contempo, aumentare le riscossioni e diminuire i pagamenti in modo da avere un saldo positivo tra gli stessi. Infatti, sempre dal rendiconto 2015, si desume come le riscossioni correnti dell’Amministrazione Geraci siano consistite in poco più di 22 milioni (le somme che vengono poi utilizzate, per intenderci, per pagare le spese di funzionamento e l’erogazione dei servizi) mentre i pagamenti correnti, comprensivi delle rate di mutuo da rimborsare, in 23,4 milioni (di cui oltre 6 milioni solo per pagare il personale dipendente). Significa che il Comune di Corigliano Calabro continua a vivere al di sopra delle proprie possibilità spendendo più di quanto poi vada a riscuotere effettivamente nel corso dell’anno ed è quindi ovvio di come poi debba ricorrere all’indebitamento per sopravvivere. E serve a ben poco accertare i crediti se poi non si passa dalla fase di accertamento a quella della riscossione effettiva vera e propria trasformando, dunque, il credito in denaro sonante. Facciamo un esempio: se il Comune di Corigliano amministrato da Geraci fosse un nucleo familiare sarebbe una famiglia che nel 2015 ha incassato 22’000 euro e pagato 23’400 euro, oltre ad avere debiti per mutui per 37 mila euro, di sicuro non si potrebbe parlare di una situazione finanziaria rosea, tutt’altro. Cambierebbe ben poco, inoltre, se questa stessa famiglia potesse vantare anche un ammontare ingente di crediti perché fino a quando i crediti restano crediti e non si passa alla fase successiva dell’incasso servono a nulla. Solo che per la famiglia si tratta di un “rosso” di poche migliaia di euro mentre per il Comune targato Geraci si tratta di un “rosso” di milioni e milioni di euro, che finiremo per pagare noi cittadini. In un modo o in un altro. In questa situazione, con le riscossioni correnti inferiori di 1,4 milioni rispetto alla somma dei pagamenti correnti ed alle rate di rimborso dei mutui, ricorrere eventualmente alla sottoscrizione di nuovo debito non può fare altro che allungare l’agonia, e poco altro. Ma non è di certo finita qui. Poi, leggendo i giornali, ci si delizia apprendendo di come il nostro Sig. Sindaco Geraci abbia previsto per il 2017, quindi fra qualche settimana, nuove assunzioni in Comune (articolo de “Il Quotidiano del Sud” 31.10.2016) e, arrivati a questo punto, sarebbe davvero interessante, oltre che molto divertente, capire con quali risorse intenderà finanziare tali nuove assunzioni. Forse con nuovi tributi? Forse con il taglio dei servizi? O forse con i soldi del Monopoli? Staremo a vedere.
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COMUNICATO STAMPA
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