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Celebrazione in onore del fondatore dell’Opus Dei, San Josemaria Escrivà
Presente anche il Gruppo Scout Corigliano, che inaugurerà la propria sede
 sabato 10 dicembre 2016 21:10
Celebrazione in onore del fondatore dell’Opus Dei, San Josemaria Escrivà Si terrà domenica prossima, 18 dicembre, alle ore 10.30, presso la Chiesa parrocchiale Maria Santissima Immacolata di Corigliano Scalo, saggiamente guidata da Don Gino Esposito, un momento di intensa spiritualità. Si tratta di una Celebrazione Eucaristica officiata in onore di San Josemaria Escrivà de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei e figura carismatica, il cui insegnamento è oggi più che mai prezioso e attuale. Una scelta certamente non casuale, quella della Parrocchia dell’Immacolata, poiché al suo interno è custodita, grazie alla forte volontà di tutti i Cooperatori dell’Opera del territorio, una reliquia del Santo. Gli stessi Cooperatori che tanto si sono prodigati per tale momento di preghiera in programma per domenica a Corigliano.
Alla Celebrazione saranno presenti Don Alfonso Guijarro della Prelatura dell’Opus Dei e l’ingegnere Alvaro Gamiz. Parteciperanno inoltre, come animatori, i componenti del Gruppo Scout Corigliano 1, che nel pomeriggio dello stesso giorno, alle ore 17.00, inaugureranno la loro sede in via Nazionale n. 369 di Corigliano Scalo, alla presenza di S.E. Mons. Giuseppe Satriano, Vescovo della Diocesi di Rossano-Cariati.
“Con un’intuizione soprannaturale Josemaría Escrivà predicò instancabilmente la chiamata universale alla santità e all’apostolato”. Così si espresse, nel 1992, Giovanni Paolo II circa la straordinaria figura e la mirabile opera svolta dal fondatore dell’Opus Dei. L’efficacia del suo insegnamento è infatti sotto gli occhi di tutti. E non solo in merito alla vastità delle realizzazioni apostoliche promosse da San Josemaría Escrivà nei cinque continenti, per uomini e donne di ogni condizione sociale, che potrebbe far pensare che egli sia stato soprattutto un uomo di azione. Ma anche e soprattutto per ciò che concerne la centralità della preghiera che egli ha voluto nella vita dei suoi figli spirituali.
“L’arma dell’Opus Dei – si legge in un suo scritto – non è il lavoro: è l’orazione. Per questo trasformiamo il lavoro in orazione ed abbiamo anima contemplativa”. Questo messaggio risuona particolarmente attuale e premonitore, vera e propria bussola dell’agire umano. Fin dal 1928, quando per ispirazione divina fondò l’Opus Dei, San Josemaria Escrivà proclamò ai quattro venti che la santità non è un privilegio di pochi, ma la vocazione di tutti, che ogni cristiano può e deve aspirare a questa misura alta della vita cristiana nelle condizioni ordinarie e comuni della propria esistenza, attraverso le attività, la professione, il lavoro, le gioie e le sofferenze di ogni giorno.
San Josemaria Escrivà ha avuto chiara, sin dall’inizio, la convinzione che il lavoro è un mezzo privilegiato di santificazione, se da Gesù, che ha lavorato con mani d’uomo, è stato riscattato dall’antica maledizione ed è stato elevato a strumento di redenzione, per cui l’uomo, offrendo a Dio il proprio lavoro, si associa all’opera redentiva del Signore. Per sostenere l’impegno di fare della professione e del lavoro un cammino di santificazione non possono mancare gli aiuti che da sempre la spiritualità cristiana ha offerto a tutti i figli della Chiesa: la preghiera, la meditazione, la partecipazione quotidiana alla Santa Messa, lo spirito di penitenza e di mortificazione, il ricorso al sacramento della Riconciliazione, la devozione alla Madonna, espressa in particolare con la recita del Rosario, gli esercizi e i ritiri spirituali. Questi aiuti sono abbondantemente suggeriti e offerti dalla spiritualità dell’Opus Dei, nel più vasto quadro della formazione permanente dei fedeli laici.
Partire da una forte spiritualità è dunque il segreto per ridare al lavoro umano quella dignità umana e cristiana tanto spesso negata da una concezione puramente materialistica. “Non bisogna dimenticare che tutta la dignità del lavoro – ha scritto il fondatore dell’Opus Dei – è fondata sull’amore. L’uomo, pertanto, non deve limitarsi a fare delle cose, a costruire oggetti. Il lavoro nasce dall’amore, manifesta l’amore, è destinato all’amore”.
    COMUNICATO STAMPA
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