I dati elettorali ormai definitivi consentono una prima valutazione sull’esito del voto referendario in Calabria |
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lunedì 5 dicembre 2016 09:40 |
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Nonostante il dato non positivo in termini di partecipazione ,che complessivamente ci pone all’ultimo posto del Paese,e sul quale appare improrogabile una riflessione allargata sullo stato di salute della democrazia nella nostra regione.Ad iniziare dalla necessari autoriforma della politica,avvertita,qui in maniera ancor piu’ stridente come lontana se non ostile alla vita reale dei cittadini.
Si inizi ad esempi a porre un freno all’assurda situazione dei vitalizi dei consiglieri regionali.
Che costano ben 9,5 milioni di euro ai calabresi.
Ossia 500 mila euro in piu’ rispetto a quanto avremmo risparmiato con l’abolizione del CNEL.
Ipotesi quest’ultima,detto per inciso, da realizzare immediatamente con una semplice legge ordinaria delle Camere.
Nel caso specifico della Calabria con il 33% di consenso racimolato dai sostenitori del “SI”appare chiara la sostanziale bocciatura del governo regionale che ,a differenza di quanto accaduto con il precedente referendum sulle Trivelle,ha investito tutta la propria forza persuasiva in questa circostanza.
Dopo le debacle in serie per quanto riguarda le amministrative tenutesi in questi ultimi due anni,appare chiaro che quanto accade nella “Cittadella”sia sempre piu’ distante dalla popolazione calabrese.
Come Sinistra Italiana abbiamo piu’ volte,inascoltati,suggerito un cambio di rotta radicale delle politiche finora perseguite in assoluta autoreferenzialità dalla maggioranza regionale.Ritendendo che le scelte finora adottate ,in sostanziale continuità metodologica con il passato,hanno determinato il consequenziale distacco tra le speranze suscitate due anni orsono,traducendosi in crescente delusione da parte dei calabresi .
E’ tempo che la maggioranza regionale,dalla quale giova ricordare siamo stati esclusi sin dal primo momento,prenda atto del sostanziale tracollo di consenso e che si traggano le necessarie conclusioni.
Da parte nostra ,con il processo di ricostruzione di un processo costituente della Sinistra in Italia,appare chiara che dal popolo del No bisogna ripartire. Senza cedimenti a minuscole ed inutili rendite di posizione,aprendo viceversa un dibattito allargato e dal basso a chiunque si riconosca nei principi di eguaglianza della Costituzione.
In queste settimane decine di comitati hanno riportato la discussione politica in ogni angolo della nostra terra.
Da li bisogna partire per disegnare una forza popolare che metta in soffitta al contempo le forme degeneranti che caratterizzano l’amministrazione del potere e le forme di divisione autoreferenziali che impedisce da anni una riorganizzazione capillare di un forza capace di tradurre in prospettiva di cambiamento sociale e politico il disagio dei cittadini.
Angelo Broccolo Coordinatore regionale comitato promotore Sinistra Italiana
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COMUNICATO STAMPA
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