E’ sempre più acceso il dibattito sul referendum Costituzionale del prossimo 4 Dicembre che ci chiama a decidere delle sorti politiche dell’Italia e delle opportunità di esercitare il diritto alla democrazia di noi cittadini. Cambiare la Costituzione, rendendola attuale e conforme ad una società in movimento, è giusto e condivisibile, purchè il cambiamento abbia riscontro positivo per tutti i cittadini. Cambiare la Costituzione per stare al passo di una società globalizzata i cui ritmi sono sempre più sostenuti e incalzanti è anch’essa cosa giusta. Ma la riforma che ci viene proposta – presentata come panacea di tutti i mali della politica italiana - non sembra affatto un passo in avanti verso il miglioramento e non è assolutamente la risposta che serve in questo momento. E le motivazioni sono varie e validissime in quanto già alla prima lettura si capisce il vero intento di tale riforma: facilitare le possibilità di esercitare un potere maggiorato dalla riforma stessa da parte di pochi e ridurre drasticamente la partecipazione alla vita sociale e politica di noi cittadini riducendo le opportunità di scelta e di esercizio della democrazia. La riforma che ci viene proposta è una vera e propria arma che attenta alla Costituzione e a tutti gli italiani e vuole fare diventare la Carta Costituzionale strumento di un indebito e sproporzionato esercizio di potere che non rispecchia affatto il forte principio di democrazia su cui non solo si basa la nostra nazione ma che è imprescindibile in ogni società civile. Pertanto il “No” del 4 Dicembre è non solo importante per salvaguardare la Costituzione e i principi che ci hanno finora guidato, ma lo è ancor di più per tutelare la partecipazione e i diritti di noi cittadini all’interno della nostra nazione.