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Il PD locale alle prese con le solite faide interne, mentre è giunto il momento della coesione
 sabato 9 luglio 2016 16:56
Il PD locale alle prese con le solite faide interne, mentre è giunto il momento della coesione Il popolo Coriglianese, umiliato e schiacciato molte volte sotto il peso di responsabilità proprie, ma anche oggetto “ubbidiente” di colpe non sue, dove la fanno da padrone: intrighi, comportamenti di politici a loro volta frutto di un mondo che con la realtà locale non hanno niente da spartire. Nella maggior parte dei politici locali si rivela tutta la loro pochezza di uomini gonfi di gloria falsa e di basse ambizioni che ben si conciliano con atteggiamenti vanitosi e stupidi. Al contrario il popolo non riesce o meglio non vuole scorgere la condanna della loro falsità e della loro ipocrisia a tutti i livelli, per contemplare una realtà più vera e quindi più umana. Non ci si accorge che la realtà, non registra dei mutamenti, anzi ripropone le solite figure, le solite immagini, semplicemente i soliti personaggi. Forse è anche per questo che in città si vive una realtà politica confusa, arrogante, litigiosa ed impreparata a decollare verso traguardi capaci di affrontare i veri problemi. A farne le spese da questo clima avvelenato sono i rapporti interpersonali che generano piccoli leaders tronfi di superbia e destinati a vivere lo stesso tempo di un acquazzone estivo. La confusione politica ha fatto si che le ideologie politiche venissero rimpiazzate dal personalismo ideologico. Esempio il Pd di Corigliano, così come come a livello nazionale, nasce come casa dei moderati, non contemplando al proprio interno forze progressiste e di sinistra, praticamente la copia di Forza Italia di Berlusconi. Il P.D. coriglianese è come una bella barca dotata di vele maestose e di remi da usare in caso di calma piatta. Il problema è che i remi e le vele, sono in mano a marinai più che altro dediti alla disobbedienza, alla anarchia e che mal si conciliano con gli ordini impartiti dal comandante della barca, a sua volta impreparato ad affrontare anche le più innocue mareggiate. Tutti, compreso il comandante agiscono per conto proprio, i rematori, remano, chi controvento, chi in direzione opposta alla meta, altri impegnati a non seguire la giusta rotta e chi addirittura è impegnato ad affondare la barca, come può una barca, in queste condizioni raggiungere il porto? Un partito sotto scacco, alla mercè di atteggiamenti personalistici ed egoistici, perde consensi anche tra quelle realtà storiche che un tempo hanno dato vigore alla sinistra italiana e locale. A Corigliano, a movimentare il quadro politico, specialmente a sinistra ci pensano le faide che vedono protagonisti personaggi storici a livello locale farsi guerra per accaparrarsi fette di partito. In cima a tutti spicca il duo sempre verde: Pacenza- Genova, retaggio certamente di vecchie ruggini. Farebbero bene a concentrare le loro divergenze più che altro su proposte politiche, su basi programmatiche, per esempio, uno fra tutti, come si poteva evitare la morte del Guido Compagna oramai divenuta realtà. L’avvicinamento tra i due avvantaggerebbe il partito, gli iscritti, tutta la sinistra, oltre ad entusiasmare, ad infiammare l’elettorato sul piano politico. Sarebbe una scommessa tutta da scoprire, tutta da vivere e da giocare. Una “lotta” politica alla luce del sole, anche se su posizioni opposte, non fosse altro che i due contendenti lo debbono al loro partito per avere avuto tanto da questo, specialmente Pacenza che dalla politica ha avuto molto sia in termini di visibilità che economici, basti pensare alle 7.209 euro mensile del suo vitalizio, più i circa 3000 euro come compenso per rappresentare il presidente Oliverio nelle tante manifestazioni istituzionali. La cosa più importante è che Genova potrebbe continuare la sua ascesa politica da dove ha lasciato quando era sindaco di questa città. La “pace” tra i due, gioverebbe anche ai piccoli partiti ed uomini della sinistra radicale che in altre realtà mal si conciliano con le politiche del PD. Le divisioni, le invidie, la finta solidarietà venutasi a manifestare nella politica coriglianese sono la rappresentazione dolorosa e a volte agghiacciante simile alle torture inflitte ai perseguitati religiosi, caratteristiche violente adottate dai tribunali dell’inquisizione. Questo modo di rapportarsi ha fatto si che divenisse realtà il lento ma progressivo distacco della società dalla politica. Nella realtà politica locale ha preso il sopravvento una visione della realtà sempre più profondamente segnata dalla tragicità della situazione sociale alla quale non sembra sia possibile alcun valido rimedio: è il preludio del disordine politico. Il rilancio della sinistra, di tutta la politica, parte dalla riconciliazione, dal dialogo, dall’aggregazione, dalla partecipazione, progetto da ricostruire e mettere in pratica. In particolare più attenzione ai più esposti ai problemi derivanti dalla globalizzazione, dal disinteresse della politica, dalle ingiustizie dove le attese, i bisogni non trovano spazio nella loro agenda politica, nei loro programmi. L’attenzione della politica locale, regionale è rivolta prevalentemente tutta a favore dei cosiddetti portatori di qualche manciata di voti, agli imprenditori, che grazie alla loro posizione economica e contrattuale, regalie della politica, non si creano scrupoli a ricattare i lavoratori, loro dipendenti, anche perchè gli viene gioco facile per loro veicolare il consenso oggi su questo politico, domani sull’altro in cambio di finanziamenti e progetti approvati con finanziamenti regionali ed europei in una realtà tormentata dalla fame di lavoro, la prova l’abbiamo avuta alle ultime elezioni regionali, dove politici locali e non, di destra, di sinistra (oggi assessore regionale) e della sinistra cosiddetta radicale, di centro facevano la fila, al pari di mendicanti davanti ai cancelli di imprenditori per accaparrarsi i voti dei lavoratori, ciò è potuto avvenire perchè sia la politica che parte di sindacato convivono con questo sistema clientelare e ci pensano mille volte a denunciare tali fatti, o ad inimicarsi con chi detiene la ricchezza di questa città e del territorio, come non bastasse loro questo, adesso le associazioni ed il sindacato fanno a gara ad appropriarsi del fenomeno immigrazione, un vero affare ( mafia capitale ne un esempio).

Movimento centro storico. Luzzi Giorgio
    COMUNICATO STAMPA
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