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POESIA “BANCHE“ DI LUIGI VISCIGLIA
 venerdì 1 aprile 2016 12:20
POESIA “BANCHE“ DI LUIGI VISCIGLIA
Una coppia di sposini,
un direttore rassicurante,
un contratto di mutuo,
firmano speranzosi,
firmano timorosi,
il mutuo è erogato.
Hanno contratto il debito
dei loro sogni.
La casa!
Rifugio dell’anima,
calore per la famiglia,
certezza del vivere quotidiano.
Risparmiare!
I Bilderberg elargiscono
sottraggono cartamoneta.
Il vento della disoccupazione
travolge la famiglia.
Le stelle non luccicano più
nel loro splendore.
Un fulmine squarcia il cielo,
il tuono è assordante,
un vetro rotto,
i sogni s’infrangono,
sparite le chiavi di casa,
poveri sogni miei…
Ramingo va lo zingaro
senza tetto.
La banca!
Nuova agenzia immobiliare,
esecutore d’anatocismo,
espoliazione patrimoniale.
Diversa è la mia banca.
Hanno ucciso la dignità.
comprato i nostri corpi,
schiavi vaganti senz’anima.
Le ossa!
Mi hanno spogliato le ossa
dalle mie misere membra.
Il tetto, le speranze,
il calore della famiglia,
tutto è volatilizzato.
Dove dormiranno
i miei bambini,
dove riposeranno
i figli di Dio.
Devastazione sociale.
Le palafitte!
non pagavano l’Imu.
Ai Rom non pignoreranno
le stelle.

Luigi Visciglia
    COMUNICATO STAMPA
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