CENTRALE ENEL DI S.IRENE: LA CGIL COCCIUTAMENTE INSISTE |
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mercoledì 4 febbraio 2015 19:59 |
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La CGIL si appella al territorio – bisogna capire quale – e chiede all’ENEL la riconversione della centrale di S. Irene, qualsiasi tipo di riconversione purché resti lì, a testimoniare gli errori commessi nel passato dalla politica – ricordate quell’assessore regionale del comprensorio che era disposto a farsi costruire la centrale sulla propria testa a patto che si realizzasse? Insieme i Sindacati, incapaci di dare segnali propositivi e idee di sviluppo per la Piana di Sibari, badando, ieri come oggi, a salvaguardare pochi posti di lavoro a danno dell’economia e dello sviluppo dell’area di c.da S. Irene. Il Movimento Popolari per Corigliano, in un documento approvato unanimemente tra gli aspetti suggeriti per la fusione con Rossano, metteva sul tappeto la questione della centrale ENEL, significando che il problema della permanenza o della dismissione della stessa, non poteva, allora, e non può essere, oggi, oggetto di discussione solo per Rossano, ma dell’intera area oggetto del programma di fusione. La rossanesità, intesa come cosa nostra, è una riserva mentale che deve cadere se veramente si vuole creare qualcosa di serio e duraturo nella Sibaritide. Pensare, oggi, che i problemi di Bucita e della centrale ENEL siano problemi SOLO di Rossano è un limite culturale in contraddizione col progetto di fusione. La politica sindacale delle tessere o del mantenimento delle stesse per ambire a un misero esonero sindacale è finito. Il sindacalismo locale è ormai ridotto ad ombra del passato, arcaico, superato dal tempo e non si accorge, ed è il danno maggiore, che i cosiddetti responsabili guardano con il naso all’insù cercando spiragli si sopravvivenza.
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COMUNICATO STAMPA
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