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FUSIONE, CAMPANA E TRIOLO: “AL PROSSIMO CONSIGLIO VOTEREMO IL NULLA“
 martedì 26 gennaio 2016 09:31
FUSIONE, CAMPANA E TRIOLO: “AL PROSSIMO CONSIGLIO VOTEREMO IL NULLA“ Qualcuno direbbe: “nulla di nuovo sotto il sole”! La classe politica coriglianese si muove ancora una volta con la superficialità e il pressapochismo che la contraddistinguono da sempre. E non importa cosa si scegli, sebbene, questa volta, le scelte incidano sul futuro delle generazioni dei nostri figli, nipoti e pronipoti.
Ciò imporrebbe, invero, la massima riflessione, ma, con tutta evidenza, tale consapevolezza non è sufficiente a segnare un cambio di rotta.
Il prossimo consiglio comunale che si svolgerà a Corigliano, infatti, invita i Consiglieri di maggioranza e di opposizione a votare il NULLA, ovvero una delibera che, per quanto possa essere confezionata con attenzione, non ha contenuto sostanziale di nessun genere.
Soprattutto, l’argomento da affrontare non si presta ad alcun dibattito che possa riguardare le due città di Corigliano e Rossano; semplicemente, consiste in un discorso generale sulla bellezza della fusione dei comuni così come concepita dalla legge. Nulla di più.
Non è stato avviato alcuno studio o indagine sulla possibilità effettiva di realizzare la fusione tra i comuni di Corigliano e Rossano; non ci si è adoperati per individuare i pro e i contro della fusione tra Corigliano e Rossano, limitando l’attenzione al tema generale della fusione tra comuni. Ancora, non è stata fatta una macro analisi sullo stato attuale dei due Enti e il contesto politico e istituzionale degli utenti dei servizi e della composizione sociodemografica dei Comuni.
Tutto ciò avrebbe dovuto fare, invece, una buona politica e una buona amministrazione: analizzare la concreta possibilità della fusione per poi avviare un percorso partecipativo attraverso una serie di incontri
con la comunità.
Dunque, l’arrivo in Consiglio, sede di elezione per sviluppare un dibattito concreto, proficuo per decidere il meglio per la nostra città, da formalizzare con la delibera e, infine, la scelta dei cittadini, attraverso il referendum.

Nulla di tutto questo è stato fatto.
Ci sembra addirittura paradossale l’atteggiamento di chi si trincera dietro il tenore letterale della norma che sancisce preliminarmente l’approvazione all’interno del consiglio comunale della delibera di fusione, come contenitore vuoto e, solo dopo “passa la palla“ al cittadino tramite l’azione referendaria, e solo qualora questa avesse esito positivo, si inizierà concretamente a progettare la nascita del comune unico.
Questo atteggiamento andrebbe a svilire i Cittadini, la politica, e la natura stessa del Comune, frutto di sedimentazione secolare.
E’ passato ormai un anno dal Consiglio Comunale del 16.12.2015, in occasione del quale si prese la decisione, all’unanimità, di sospendere la seduta e la relativa adozione della delibera per arrivare al Consiglio comunale del 29.1.2016 nelle medesime condizioni.
Non è concepibile questo solito modus operandi, anche perché questa volta i danni potrebbero essere irreversibili.
Ora si deve decidere. Coerentemente alla dittatura del pensiero unico che attraversa questo Consiglio Comunale, si pretende di decidere, addirittura, all’unanimità.
Tuttavia, si cerca di strumentalizzare una scelta così importante parlando (i fautori della fusione) di sottrazione ai cittadini del diritto di decidere sulla fusione, dal momento che se non si fa la delibera, non si fa il referendum.
Bè, un po’ di onestà intellettuale non guasta! Parlare di sottrazione di un diritto significa manipolare, finalisticamente, il pensiero!
E qui viene immediato il riferimento al saggio di Emanuele Felice “Perché il Sud è rimasto indietro”: la classedirigente meridionale, quindi non solo quella politica, gestisce le istituzioni locali in modo “estrattivo” ossia finalizzato ad estrarre rendite e consenso a proprio favore.
Questa volta non possiamo permetterci di essere superficiali, dobbiamo vederci chiaro.
Invero, è necessario, in primo luogo, che la nostra “comunità coriglianese” recuperi il dialogo al suo interno, con Schiavonea, con Corigliano Paese, con Cantinella, Apollinara. Anche la Piana di Caruso è completamente dimenticata.
Una comunità che dialoga e che si confronta troverà sicuramente il posto migliore ove ubicare il municipio e gli altri servizi pubblici essenziali, nell’interesse supremo dei cittadini!
Dunque, impariamo prima ad integrarci al nostro interno e poi volgiamo lo sguardo verso Rossano e, perchéno, anche verso Cassano. Così diventiamo più grandi e più forti, recuperando anche un po’ della nostra storia Sibarita.

I consiglieri comunali di NCD
Elvira Campana e Giorgio Triolo
    COMUNICATO STAMPA
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