IL PERSONAGGIO: COSTABILE GUIDI |
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martedì 20 ottobre 2015 19:04 |
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Nato il 3 dicembre 1891, costabile Guidi fu giornalista, politico, scrittore e poeta. Dopo essersi laureato in Giurisprudenza a Napoli, partì volontario allo scoppio della prima guerra mondiale, partecipando con coraggio a varie azioni belliche, tanto da essere decorato con medaglia d’oro al valor militare e da raggiungere il grado di Capitano. Colpito da una granata, perse l’occhio destro. Fu tra i fondatori del fascismo a Corigliano, nel 1922, dal quale ben presto si allontanò denunciando lo stravolgimento dell’originario spirito rivoluzionario del movimento. Nel settembre del 1924 fondò e diresse “Il Monitore” un periodico politico-letterario che ebbe vasta notorietà in tutta la regione e fu soppresso dalle autorità fasciste alla fine del 1925. Nell’editoriale di presentazione affermava che il programma del nuovo giornale si «racchiudeva nel quadrinomio: Patria, Libertà, Giustizia, Lavoro» e subito dopo aggiungeva che «noi giovani abbiamo creduto al fascismo come rigeneratore e purificatore della vita politico-amministrativa, ed abbiamo messo al suo servizio, dal ’19 ad oggi, la nostra intelligenza, la nostra opera, il nostro braccio senza nulla chiedere. Ci siamo accorti che abbiamo fatto sgabello agli arrivismi più sfacciati, alle passioni più impure, al lenocinio più basso, specie nella nostra regione e segnatamente nella nostra provincia, ove si acuirono le lotte partigiane, i rancori di famiglia, i personalismi più stupidi». Il “Monitore” fu un giornale che ospitò collaboratori di buona levatura culturale, tra cui Francesco Capalbo, Antonio Iulia, Francesco Milano, Giuseppe Oliva e Marco Venneri. Su di esso Francesco Gencarelli, che fu deputato provinciale di Calabria Citra, pubblicò un’interessante analisi sui problemi della bonifica, di cui proprio in quegli anni si andavano attuando i primi interventi nella Piana di Sibari; mentre Silvio Mollo si diffuse a lungo in una disamina dei principali problemi che interessavano il Mezzogiorno d’Italia all’inizio della “nuova era” fascista. Dopo la chiusura del giornale, Guidi scelse di vivere in isolamento, dedicandosi ad una intensa attività di narratore. Ebbe un momento di successo nazionale dopo la pubblicazione di L’ultima notte di Sibari(1928), un romanzo storico più volte ristampato in cui raccontò la caduta della splendida metropoli magno-greca dovuta, oltre che alla perversione dei costumi, alla cieca demagogia del tiranno Telys. Il romanzo, avvincente nelle scene in cui si illustra la vita quotidiana dei sibariti, contiene evidenti riferimenti alla situazione italiana e a quella sua personale, come del resto accadrà in molta parte della sua produzione letteraria, fino alla commedia scritta negli ultimi anni della sua vita, L’ombra di Caino, ispirata alle vicende di un giornale costretto a chiudere, con conseguente rovina dei suoi coraggiosi redattori. Mario De Filippis ha messo in luce la “dissonanza” dello scrittore rispetto alla politica culturale del fascismo che privilegiava il mito di Roma rispetto alla grecità, rilevando che “L’ultima notte di Sibari” nasce nel clima di interesse e di entusiasmo suscitato in Calabria dalla presenza di Umberto Zanotti Bianco che proprio in quegli anni promuoveva una campagna di scavi per riportare alla luce le rovine di Sibari. Nel 1925 il Guidi aveva pubblicato la sua prima opera in prosa, Le novelle di Fra Galdino. Seguirono, nel 1934, il romanzo autobiografico Roveti in fiamme e, nel 1939, La fanciulla del tempio, una continuazione del romanzo storico su Sibari. Vasta fu anche la sua produzione teatrale, di cui si ricordano La deputatessa (1930), commedia in quattro atti, il dramma sacro Resurrexit!… , e L’ombra di Caino, commedia autobiografica in tre atti. Due ampie raccolte di liriche apparvero nel 1959, Frammenti, e nel 1970, Verso il tramonto. costabile Guidi morì a Corigliano il 10 settembre 1971. A lui è stato intitolato il Primo Circolo Didattico della città
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Fonte ilserratore.it
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